Officials of the host country: USA

Prima di partire con i miei discorsi un avviso preliminare: se volete ripubblicare sul vostro blog o in un qualsiasi altro spazio i testi di questo blog in cui parlo di come vengono giudicate le gare (sono i post con il tag ISU), in italiano o in qualsiasi altra lingua, per intero o in parte, riutilizzando le mie immagini, con o senza il link al mio blog, vi autorizzo a farlo. Io vorrei che le gare fossero giudicate con onestà, e se ne parliamo in più lingue, evidenziando dati concreti, forse qualcosa cambierà. Ne dubito, ma dopo aver visto un certo pattinatore fare cose che per chiunque altro sono impossibili sto rivedendo il mio concetto di impossibile, che in alcuni casi si è trasformato in terribilmente improbabile. Ma se una cosa è improbabile significa che bisogna rinunciare in partenza? Un’altra cosa che si può fare è firmare questa petizione, con la quale viene richiesta l’introduzione delle moderne tecnologie in modo da limitare il più possibile la soggettività di giudizio: https://www.gopetition.com/petitions/figure-skating-to-improve-judging-system.html. Limitare la soggettività di giudizio. Non è un discorso fatto a favore di un pattinatore piuttosto che di un altro, tutti meritano di essere giudicati in modo equo.

Torniamo a noi, alla trovata dell’ISU di trasformare le gare di Grand Prix in eventi domestici con officials of the host country. Alcune gare sarebbero sbilanciate, non dappertutto esistono pattinatori davvero competitivi in tutte le discipline, ma più che il livello degli atleti mi preoccupa il livello dei giudici. Cominciamo con Skate America: tutti giudici statunitensi.

Qualcuno lo abbiamo visto all’opera in competizioni internazionali, ma mai più di uno per volta. C’è una regola precisa in questo senso, che risale a parecchio tempo fa. Se facciamo un salto indietro nel tempo scopriamo che già nel 1908 il russo Nikolai Panin, campione Olimpico nelle figure speciali nell’unica edizione in cui questo titolo è stato assegnato, si è ritirato dall’altra competizione senza eseguire il programma libero dopo che il suo rivale, lo svedese Ulrich Salchow, lo aveva preceduto nelle figure obbligatorie. Panin riteneva che la giuria, i cui membri comprendevano un solo russo e ben due svedesi, non lo avesse giudicato in modo onesto. Salchow è un mito e nessuno lo discute, ma chissà come sarebbe finita la gara se ci fosse stato un solo giudice svedese. Nemmeno troppe edizioni dopo (ricordo che fra il 1915 e il 1921 il Campionato del mondo non è stato disputato), nel 1927, la giovanissima norvegese Sonja Henie ha vinto il primo dei suoi dieci titoli mondiali consecutivi battendo per tre preferenze a due l’austriaca Herma Szabo, campionessa mondiale delle precedenti cinque edizioni e vincitrice dell’oro olimpico nel 1924. Ad assegnare il primo posto a Szabo sono stati i giudici austriaco e tedesco, i tre che hanno preferito Henie erano tutti norvegesi, con la Norvegia che era anche la nazione ospite della competizione. Dopo quest’episodio è stato modificato il regolamento: ogni nazione può essere presente con un solo giudice, mentre in precedenza era sufficiente che i giudici fossero tesserati per tre diversi circoli di pattinaggio. Certo, la modifica non può escludere le combine fra giudici, e nel tempo ne abbiamo viste parecchie. Prima o poi magari parlerò dei casi più clamorosi, ma non ora. Ora mi concentro sulle gare giudicate da giudici di un’unica nazione. Quali sono? I campionati nazionali.

C’è un motivo per cui i record stabiliti ai campionati nazionali non sono record ufficiali: perché i giudici potrebbero dare voti troppo generosi per aiutare i loro connazionali a stabilire record del mondo. A volte capita, a volte vediamo programmi straordinari, a volte vediamo punteggi ancor più straordinari dei programmi. La teoria è che i voti ottenuti nel campionato nazionale contano solo a livello nazionale, per le gerarchie interne, così ogni singola federazione stabilisce quali atleti mandare alle singole gare, e questa seconda affermazione è abbastanza vera, le federazioni decidono chi mandare alle competizioni anche (ma non solo) in base ai risultati del campionato nazionale. Ma che i punteggi interni non contino nulla quando si va all’estero è assolutamente falso. I giudici internazionali i punteggi delle gare nazionali più importanti li vedono, quei punteggi rimangono nella loro memoria e magari inconsapevolmente se ne fanno influenzare.

Volete vedere un esempio di giudice che si è fatto influenzare da circostanze esterne? In questo caso a influenzare il giudizio del giudice non sono stati i voti assegnati da altri giudici ma le polemiche scoppiate su internet. Skate Canada 2019.

Il giudice australiano Lisa Jelinek è stata la più severa con Hanyu, tutti 9,00 nei components – e lei è stata l’unica a scendere sotto il 9,50 – tranne che in interpretation, in cui comunque il suo è stato il voto più basso insieme a quello della canadese Lynne Dey. Soprattutto quel +4 su un triplo Axel perfetto ha destato molte perplessità: cosa mancava per il +5? Nessuno lo ha capito, e per un giorno ho letto su internet un bel po’ di critiche rivolte a Jelinek. Il risultato lo abbiamo avuto con il protocollo del programma libero:

Nei components i voti sono saliti al 9,75 fisso, stesso voto per tutte le voci per non sbagliare, tanto mica c’è differenza fra una voce e l’altra, vero? La perla però è quel +3 sul quadruplo loop, un salto che nella migliore delle ipotesi si sarebbe potuto meritare un +1, ma a essere proprio generosi con Hanyu, perché uno 0 sarebbe stato più corretto. Direi che in questo caso Jelinek non si è dimostrata scorretta ma semplicemente incapace di giudicare correttamente e facilmente influenzabile dai commenti di internet, per lei proporrei un bel seminario di formazione prima di rimetterla a giudicare una gara.

I giudici quindi si fanno influenzare, dai commenti su internet come dai risultati delle gare precedenti, campionati nazionali compresi. Sui components ho intenzione di tornare in futuro, al momento mi limito a guardare quelli di Nathan Chen da quando ha iniziato a disputare le competizioni senior. L’unica gara che non ho considerato è il Japan Open.

Ho suddiviso i punteggi per stagione, indicati gara per gara, e con il campionato nazionale evidenziato nella riga in grassetto. Nella colonna classifica indico il risultato finale della gara e, fra parentesi, la posizione di Chen nella classifica del programma corto e in quella del libero. La seconda e la quarta colonna indicano il voto nei components ottenuto da Chen rispettivamente nel programma corto e in quello libero. L’ultima stagione è stata monca, Chen ha scelto di non andare al Four Continents Championship e il Campionato del mondo è stato annullato, perciò la sua stagione si è conclusa con il campionato nazionale. Nelle stagioni 2016-2017 e 2018-2019, però, notiamo un dettaglio curioso: i punteggi ottenuti prima del campionato nazionale sono notevolmente più bassi di quelli ottenuti dopo il campionato nazionale. Può essere migliorato fra l’autunno e la primavera? Un pattinatore può migliorare in quest’arco di tempo, ma è notevole che nel periodo delle gare, quindi quando l’allenamento è finalizzato al risultato e ci sono interruzioni dovute ai viaggi, i suoi voti sono cresciuti più che fra una stagione e l’altra, quando in teoria ha avuto a disposizione parecchi mesi per concentrarsi solo sull’allenamento. Non è che il campionato nazionale, con i suoi voti alti, ha spinto i giudici internazionali ad alzare i voti di Chen sui components? Qualcuno potrebbe dire che è un caso, in fondo nella stagione 2017-2018 non è successo, eppure secondo me anche quella stagione conferma la tendenza.

Nel 2018 la prima gara dopo il campionato nazionale per Chen è stato il programma corto della gara olimpica a squadre. Cos’ha fatto? 4F+2T, atterraggio sul flip davvero in punta, è stato bravo a salvare il salto e ad attaccare comunque la combinazione, con il toe loop che gli è venuto solo doppio, ma il GOE inevitabilmente è stato negativo. Il salto preceduto da passi da un ipotetico quadruplo toe loop è diventato un doppio toe loop, elemento non valido, che quindi è uscito dal punteggio. Sul triplo Axel è caduto. Chen può ringraziare di aver ricevuto i voti che ha ricevuto nei components, con il giudice americano, la nostra amica Lorrie Parker, il giudice kazako Yuriy Guskov, quello austriaco Thomas Biegler e quello canadese Janice Hunter che sono pure riusciti a piazzarlo secondo in performance, davanti, fra l’altro, all’israeliano Alexei Bychenko, che ha ricevuto solo due -1 su una trottola e tutti GOE positivi in un programma che comprendeva triplo Axel, quadruplo toe loop e, in area bonus, la combinazione triplo Lutz-triplo toe loop. Non ho intenzione di guardare il dettaglio di tutti i voti, ma davvero Chen meritava più di lui in performance?

Con un pessimo biglietto da visita nella gara a squadre, nella competizione individuale Chen ha disputato un altro programma corto pessimo, e infatti si è piazzato al diciassettesimo posto provvisorio. Caduta sul quadruplo Lutz iniziale, e quindi impossibilità di eseguire la combinazione, uno step out sul quadruplo toe loop gli ha impedito di provare a recuperare la combinazione, e ovviamente è arrivato un altro GOE negativo, e infine c’è stato un secondo step out, con due mani sul ghiaccio, sul triplo Axel. Con tutti gli elementi di salto sbagliati in due programmi di fila, i components sono scesi. Nel libero si sono attestati su un valore appena inferiore rispetto alla media della prima parte della stagione. Vero, nel libero Chen ha proposto sei quadrupli, ma sul flip ha avuto un GOE negativo e la giuria aveva bisogno di riprendersi dopo i due programmi pessimi appena eseguiti da Chen, doveva capire di potergli dare voti alti. Quindi c’è stato il Campionato del mondo.

Facciamo l’appello: Yuzuru Hanyu, medaglia d’oro a PyeongChang, assente perché ancora infortunato. Javer Fernandez, medaglia di bronzo, assente perché ha deciso di fermarsi, con l’unica eccezione di un’ultima partecipazione al Campionato europeo. Shoma Uno, medaglia d’argento, presente ma infortunato a una gamba. Se le circostanze volevano spianare la strada a Chen, ci sono riuscite alla perfezione. Chen, pur sporcando un po’ i due quadrupli, che ricevono un GOE lievemente negativo, esegue il miglior programma corto e va in testa davanti a Kolyada, due volte medaglia di bronzo europea ma mai sul podio mondiale, al giovanissimo Vincent Zhou, vincitore del bronzo all’ultimo Four Continents Championship, a Boyang Jin, staccato di quasi sei punti, ed è Jin il primo fra gli atleti che in passato erano già saliti sul podio di un Campionato del mondo (per lui due bronzi), quindi Uno, staccato di oltre sette punti e mezzo. Dopo il programma corto era evidente che, salvo disastri, l’oro lo avrebbe vinto Chen. Il GOE negativo su due dei sei quadrupli non gli ha impedito di ottenere un punteggio tecnico altissimo, ma anche nei components per la prima volta ha superato i 90 punti in una gara internazionale. Sapevano tutti che avrebbe vinto lui, vuoi non dargli voti alti per premiarlo?

Secondo me c’è un’altra situazione ancora più interessante, per vederla dobbiamo tornare indietro di un’altra stagione, alla 2016-2017. Al Campionato nazionale di gennaio Chen riceve quelli che, al momento, sono i suoi voti più alti. In febbraio c’è il Four Continents Championship. Ne ho parlato un po’ qui, ma in futuro tornerò ancora su questa gara. Quello di Chen è il miglior programma corto, Hanyu recupera qualcosa vincendo il libero ma non basta: il titolo va a Chen davanti a Hanyu. In marzo c’è il Campionato del mondo. Chen si presenta come uno dei favoriti, in fondo ha vinto il campionato continentale davanti a Hanyu, vicecampione del mondo delle ultime due stagioni, e a Uno. Quanto a Fernandez, due volte campione del mondo nelle ultime due stagioni, all’ultima finale di Grand Prix è arrivato quarto dietro a Hanyu, Chen e Uno. Anche Boyang Jin e Patrick Chan sono arrivati alle spalle di Chen in entrambe le competizioni. Pur essendo giovane Nathan è senza dubbio uno dei favoriti. In gara però le cose non vanno nel modo migliore.

Nel programma corto cade sul triplo Axel, e arrivano 43,11 punti nei components, con valori appena al di sotto del punteggio del Four Continents Championship. In febbraio tutti i suoi GOE erano stati positivi, nei suoi voti erano comparsi solo tre -1 e in quella gara aveva battuto Hanyu, vuoi non dargli voti alti? Nel libero le cadute sono state due, ma altri salti non sono stati esattamente perfetti. Quarto libero e sesto posto finale, per uno che puntava al podio, non è un risultato tanto soddisfacente, e le quotazioni di Chen nella mente dei giudici sono crollate. Sono io che lavoro troppo di fantasia? La stagione si è conclusa con il World Team Trophy.

Stavolta di errori non ce ne sono stati, ma rispetto al Campionato del mondo i components sono scesi. Sarà perché nell’ultima gara, lungi dall’ottenere un risultato prestigioso, Chen aveva proposto due prestazioni deludenti?

Questo sull’influenzabilità dei giudici. Se i giudici possono essere influenzati dalle gare del recente passato, allora perché non influenzarli? Se guardiamo il punteggio, al campionato nazionale del 2019 Chen ha proposto due programmi strepitosi. Io ho guardato il punteggio, ma anche il protocollo di gara e la gara stessa. Questo è il libero:

Chen inizia a muoversi a 0:40. All’inizio non è nulla di particolarmente difficile, qualche movimento sul posto per entrare nell’atmosfera del programma, e io non ho nulla contro un inizio di questo tipo. In Chopin Hanyu sta fermo per 15 secondi, e per quel programma è l’inizio perfetto. Nel loro Bolero tutti i movimenti fatti all’inizio da Jane Torvill-Christopher Dean non contano niente per il punteggio perché sono sulle ginocchia e non sui pattini, ma fanno entrare lo spettatore nell’atmosfera, e va bene così. Un programma non è solo elementi tecnici, è anche atmosfera, è anche una storia, perciò non ho nulla contro l’inserimento di movimenti che non hanno un valore tecnico, purché non siano la sola cosa presente fra un salto (o una trottola) e l’altro. A metà della terza riga Chen inizia a muoversi sul serio, se non sbaglio c’è un choctaw, una mini Ina Bauer, qualche altro passo fra incrociati e choctaw, quindi a 0:53 inizia la rincorsa per il quadruplo Lutz. Di mezzo ci sono un chochtaw, che è quello che Chen esegue per far vedere che fa qualcosa, e un cambio di filo mentre è lì che corre in linea retta, e solo a 1:03 fa la puntata del Lutz. Sono 10 secondi. Non è un po’ lunga come rincorsa?

Subito dopo l’atterraggio mette giù il secondo piede, gli atterraggi scivolati non sa cosa siano, quindi fa un incrociato, un tre di valzer, un choctaw, a 1:12, è il terzo screenshot della terza riga, si vede che si prende tutta la pista per la nuova rincorsa. Anzi, inizia a correre mentre è ancora in curva. Certo, fa alcuni incrociati, un choctaw, a 1:23 inizia la preparazione, a 1:25 fa la puntata. Due dettagli. Il primo è la lunga preparazione, detrazione compresa fra -1 e -3, il secondo… l’abbiamo guardato quel filo? Sono gli ultimi due screenshot. Quello è un filo piatto, detrazione fra -1 e -3 se compare il segno !, detrazione -1 se non c’è nessun segno, che in totale fa, vediamo…

Ah, ecco. A vederlo il salto mi è parso anche piccolino, non meritorio del bullet per le ampie dimensioni, ma l’inquadratura non era delle migliori, quindi lasciamo stare. A questo punto qualche passo Chen lo fa, e giuro che qui non sono ironica. La sequenza di screenshot è più lunga, ci sono anche un twizzle e una rapida luna, qualche altro passo un po’ più impegnativo del chasse o dell’incrociato, quindi veramente qui Chen si è calato nella parte. Passo al salto, il quadruplo toe loop.

A 1:47 inizia la rincorsa. Sì, piazza qualche choctaw, non si limita a correre e basta. A 1:55 c’è lo stacco, un secondo più tardi l’atterraggio. Il bello è la prima immagine della terza riga: in quel momento il pattino gratta sul ghiaccio, si vede pure la nuvoletta che solleva con l’attrito. In teoria per scratching c’è una deduction che va da -1 a -3, ma anche senza la deduction il salto non è effortless, non può prendere più di +3. Vero?

Passato il toe loop si può pensare al triplo Axel, stavolta la rincorsa con contorno di (pochi) choctaw e tre di valzer dura solo 7 secondi, da 2:07 a 2:14, e ve la risparmio. Quindi ci sono la prima trottola, la sequenza di passi e la prima combinazione, questa preceduta da una luna. Ma un salto preceduto da luna Chen tende a inserirlo sempre nel programma libero, non è che non faccia mai niente prima dei salti.

Quarta immagine della prima riga: non è una bella prerotazione quella? All’atterraggio del quadruplo toe loop Chen, come spesso gli capita, è un filo storto di lato, nulla di troppo grosso, ma io fatico a definire i suoi salti effortless. Poi c’è il triplo toe loop, davvero piccino, praticamente salta e atterra nello stesso punto, altro che bullet 1, quello legato all’ampiezza. Il dettaglio più significativo però è la rotazione. Manca un pezzo, quel salto è un sottoruotato, essendo una combinazione nella seconda metà del programma il valore base scende da 15,07 a 14,15, nel GOE entra una detrazione che va da -1 a -2, quindi questa combinazione, dal valore base ridotto, al massimo può prendere +1.

Passiamo alla seconda combinazione.

Gli screenshot sono parecchi, ma in realtà sono passi semplici con prevalenza di incrociati, da 3:26 a 3:40 se non mi sono persa nulla non ha fatto un solo passo difficile. Quindi punta e fa la combinazione triplo Lutz-triplo toe loop. Il triplo toe loop ha una prerotazione notevole, e anche così salta sul posto, non ce la fa a spostarsi più di pochi centimetri. La mancanza del primo bullet impedisce di partire da più di +3, il poor take off meriterebbe una detrazione da -2 a -3, l’uscita è la solita fuga, anche qui oltre il +1 non si può andare.

Prima di andare oltre riguardiamo la sequenza degli screenshot. Ultima riga, immagine in centro. In quel punto Chen inciampa sui suoi piedi. Andate a vedere il video se non mi credete, Chen inciampa. Potrei sbagliarmi, ma non è la cosa migliore da fare se si vuole ottenere un voto alto in skating skills.

Va bene, andiamo avanti con choctaw, tre di valzer e combinazione a tre aperta dal triplo flip.

Ultima immagine della prima riga: a me quel filo sembra tanto piatto, anche se sarebbe stato bello avere immagini migliori. Poi c’è la sequenza coreografica, quindi la trottola.

Qui non sono del tutto sicura di cosa dica il regolamento, quindi chiedo lumi: non ci sta il -1,00 perché il costume non è adeguato? Non mi interessa se sono bei ragazzi, io la pancia dei pattinatori non la voglio vedere. Posso sopportarla (sopportarla, non gradirla) in qualche gala, se proprio richiesto da un programma particolare, ma in gara? No, grazie.

Va bene, guardiamo la posizione bassa. Seconda trottola:

Terza trottola:

Siamo davvero sicuri che tenga correttamente la posizione bassa, con le natiche sotto del ginocchio, per due giri di fila?

Capitolo components. Se escludiamo la sequenza di passi e la sequenza coreografica, che hanno un loro valore base, un loro GOE, e quindi fanno parte degli elementi tecnici e non entrano nel discorso, c’è stato un solo salto preceduto da un passo, una sola fase in cui ha fatto qualche passo particolare per interpretare il programma, per il resto ha corso da una parte all’altra della pista alternando i passi più semplici e in un’occasione ha pure inciampato. Che requisiti servono per i voti dei components?

Outstanding non se ne parla neppure, Excellent non mi sembra il caso di scherzare, Very good è comunque eccessivo. Io starei sul Good, voti compresi fra 7,00 e 7,75. Dopo tante immagini dal protocollo ufficiale mi sposto su quello di SkatingScores perché mi fornisce le somme:

Jessica Bussgang, il giudice 3, si starà ancora disperando perché sulla prima trottola il dito le è scivolato e si è spostato dal tasto del 5 a quello del 3, credo che non se lo perdonerà mai. Il giudice 9 è una nostra vecchia conoscenza, Lorrie Parker. Nei GOE si è un po’ contenuta, tre giudici hanno dato un voto più alto del suo, ma con i components si è ampiamente rifatta, attestandosi complessivamente al secondo posto. Mettiamoci nei suoi panni, poverina: nel programma corto ben quattro giudici avevano assegnato un voto più alto del suo, ma come si fa? Metti che poi ai prossimi Giochi olimpici la federazione americana manda uno degli altri a giudicare invece che lei? No, meglio mettere le cose in chiaro e far capire da subito di cosa si è capaci. Faccio notare che se nell’ultima stagione Parker non ha giudicato competizioni internazionali, il suo nome (come anche quelli di Sasha Martinez e Walter Toigo), compare nella comunicazione dell’ISU 2337: List of Referees, Judges, Technical Controllers, Technical Specialists, Data & Replay Operators season 2020/21 for Single & Pair Skating, Ice Dance and Synchronized Skating.

Usiamo pure questi pannelli di giuria per competizioni internazionali, poi però non sorprendiamoci se i voti diventano molto fantasiosi. Per inciso dopo questo campionato nazionale Chen si è presentato al Campionato del mondo di Saitama forte di un programma che è stato ritenuto perfetto, e come abbiamo visto i giudici si lasciano influenzare molto facilmente da questo tipo di voti.

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