100 motivi per amare Hanyu

Sono diventata una fanyu all’inizio di gennaio 2019, oltre tre anni dopo essere diventata una fan di Yuzuru Hanyu. Sono due cose diverse, da fan tifavo per lui, da fanyu sono molto più interessata a lui come persona che ai risultati. Ovvio, spero che vinca le gare a cui partecipa, ho assoluta fiducia in lui, che magari commetterà degli errori ma che si impegnerà sempre al massimo, nessuna fiducia nell’ISU, e le due cose sono difficilmente conciliabili.

Quando sono diventata una fanyu ho attraversato diverse fasi. La prima è stata quella dell’incredulità: come aveva fatto Hanyu a vincere quello che aveva vinto nonostante i suoi problemi fisici? La seconda è stata quella dell’assimilazione: ho guardato non so quanti video, e letto non so quanti blog, per cercare di sapere tutto, di vedere tutto. Questo fino a quando non mi sono accorta di quanto ero diventata passivamente dipendente da questa mia sete di conoscere, di vedere. Poi sono passata alla pubblicazione di post sul blog, più per cercare di mettere ordine nella mia testa e smettere di guardare video in modo compulsivo che per altro. Ora continuo a guardare i video, ma sono più sistematica, seguo dei percorsi, e mi sono ritagliata del tempo per fare altro, anche se magari quell’altro continua a essere legato a lui. Quindi è iniziata la fase social, con gruppo Facebook e contatti su Twitter. Ecco, questa fase fa male, anche perché ho scoperto gli haters. Ma come si fa? Neanch’io amo tutti gli atleti nelle discipline che seguo, ma quelli che non mi piacciono li ignoro. Quando ho visto qualche evento sportivo dal vivo ho tifato per gli atleti che mi piacevano, ma se i loro avversari facevano qualcosa di notevole ricevevano il mio applauso. E perché no? Loro fanno del loro meglio, e se riescono in qualcosa di difficile è giusto riconoscerlo. Lo scorso mese di dicembre ero a Torino per la finale di Grand Prix. Ho visto tutte le gare e tutti gli atleti hanno ricevuto i miei applausi, di complimenti quando erano stati bravi, d’incoraggiamento se c’erano stati problemi, anche se alcuni hanno ricevuto applausi più calorosi di altri.

Haters dunque, e polemiche a non finire. Leggo cose assurde, cose come il fatto che si dovrebbe tifare per tutti perché tutti fanno del loro meglio e chi non lo fa non è un vero fan di pattinaggio. Negli anni ho seguito un bel po’ di discipline sportive, anche se ora per mancanza di tempo sono stata costretta a limitare il tempo che dedico allo sport. La conseguenza è stata iniziare a seguire meno sport, ma ciò che guardo lo guardo come ho sempre fatto: tifando per chi mi piace e rispettando gli altri. Dovrei tifare per un pattinatore che non mi comunica nulla solo perché si impegna? No, grazie. Se partecipa a una gara a cui assisto anch’io riceve i miei applausi, ma non spendo i miei soldi per andare a vedere gare a cui non partecipano atleti che mi piacciono, e non lancio peluche a chi mi è indifferente. Non ho la pretesa che gli altri apprezzino quel che apprezzo io, ciascuno ha diritto ai suoi gusti, anche a dirmi che non gli piace quel che piace a me, o quel che faccio io, purché si resti nei limiti dell’educazione, e allo stesso modo non voglio che altri mi dicano come mi devo comportare. Ho letto commenti razzisti, ed è un’altra cosa che mi è estranea. Le persone sono persone, indipendentemente da dove sono nate e dal colore della loro pelle, per me il comportamento è l’unica cosa che può far scendere qualcuno dalla categoria di persona a quella di animale, e con questo mi spiace se sembra che io stia denigrando gli animali. Noi siamo il nostro comportamento, il modo in cui ci rapportiamo con gli altri, il modo in cui agiamo, le scelte che facciamo. Sono loro a definirci, il resto è contorno.

Ho scoperto il pattinaggio grazie a una pattinatrice giapponese, Midori Ito. Stavo facendo zapping, l’ho vista, ho pensato qualcosa del tipo “esistono pure pattinatori giapponesi?”, perché quel poco che sapevo di pattinaggio era qualche commento di mia cugina riguardo a qualche statunitense, qualche canadese, qualche russo e una tedesca, mi sono fermata a guardare con vaga curiosità, Ito ha eseguito il triplo Axel, che io non avevo idea di cosa fosse (per la cronaca era il Campionato del mondo del 1989), e nel giro di poco mi sono innamorata della disciplina. Dello sport, quel giorno sono diventata tifosa di Ito, nel gala del giorno successivo a lei si sono aggiunti certamente Kurt Browning, Isabelle e Paul Duchesnay e Surya Bonaly. Non ricordo chi altro ho visto. Kristi Yamaguchi ha partecipato al gala? Se sì, sono diventata una sua tifosa quel giorno, se no sono diventata una sua tifosa al Mondiale dell’anno dopo.

E poi ci sono stati Oksana Baiul, Jane Torvill-Christopher Dean, Scott Hamilton (visto nel circuito professionistico, e non solo lui), Petr Barna, Susanna Rahkamo-Petri Kokko, Ekaterina Gordeeva-Sergei Grinkov, Lu Chen… Quanti potrei citarne negli anni? Questi sono solo alcuni dei primi che ho scoperto, non tutti perché nel breve elenco che ho fatto – se dovessi farlo completo sarebbe davvero lungo – ho cercato di variare abbastanza la nazionalità. Non che la loro nazionalità per me sia mai stata importante, quello che contava era che fossero in grado di trasmettermi emozioni. E non è mai stato un problema tifare per più atleti contemporaneamente. Sono riuscita a tifare allo stesso tempo per Yuna Kim, Mao Asada e Carolina Kostner. Quando gareggiavano una contro l’altra speravo che si classificassero nell’ordine che ho scritto, ma mi andava bene anche un ordine diverso, e comunque visto che i risultati delle gare dovrebbero essere legati a quanto fatto in pista dagli atleti, se pattinavano male era giusto che finissero più indietro in classifica, anche se non ne ero felice. Per dire, Browning non ha mai vinto una medaglia olimpica e, per quanto mi dispiaccia, per come ha pattinato alle Olimpiadi è giusto così. È solo un peccato che in quelle occasioni non sia riuscito a esprimersi al meglio.

Rimanendo fino a poco tempo fa al di fuori dei discorsi su internet, solo recentemente ho visto le rivalità fra le varie tifoserie. Come per me è stato possibile tifare contemporaneamente per Kim e Asada, allo stesso modo trovo impossibile separare il tifo per un atleta dal rispetto per gli altri. La speranza è sempre stata di vedere una bella gara. Tifo per molti pattinatori, anche adesso, e in tutte e quattro le discipline. E, ancora adesso, ce ne sono molti che mi lasciano indifferente, e qualcuno che non mi piace proprio. Mi sembra una cosa normale. Ciò non toglie che anche loro abbiano ricevuto il mio applauso, quando mi è capitato di vederli. Quello che non mi piace è quando vedo giudizi falsati, legati più a considerazioni politiche che a quanto fatto dagli atleti in pista, e puntare il dito contro le storture di giudizio non è puntare il dito contro gli atleti. Sono una tifosa di Kim Yuna, non ho ancora digerito il risultato di Sochi, ma le mie critiche sono rivolte ai giudici, non a Adelina Sotnikova, che ha giustamente fatto del suo meglio, è stata comunque brava, ed è comprensibilmente stata felice per il risultato.

Internet è piena di polemiche, ma anche di cose positive. Una di quelle mi sono imbattuta è stata una discussione relativa ai 100 motivi per amare Hanyu. Io ho fatto un breve elenco, mi sono fermata altrimenti non la smetterei più di scrivere. Lo so, non ho elencato esattamente 100 motivi, ma sui miei blog ho sempre avuto l’abitudine di uscire dai piani prefissati…

100 motivi per amare Hanyu

Per cortesia, se guardate i video cliccate sul link, guardateli su youtube e già che ci siete mettete anche un like, se non ci fossero persone che caricano i video, a volte anche lavorando parecchio per fare montaggi interessanti, noi non potremmo vedere nulla.

1) L’empatia che dimostra verso le persone afflitte da grossi problemi (terremoto, non solo quello che lo ha coinvolto personalmente, calamità naturali, la perdita di una persona cara…)

2) L’impegno, che non è mai venuto meno, per la ricostruzione dei Tōhoku

3) La determinazione ad andare avanti, indipendentemente dalle difficoltà

4) La gentilezza

5) Il talento immenso

6) Il coraggio di mettersi in gioco

7) Il non attribuire a nessuno la colpa per un fallimento

8) SEIMEI

9) Il triplo Axel

10) Masquerade

11) Hana ni nare

12) L’aver mantenuto viva la parte infantile, con i giochi con Winnie the Pooh e la voglia di scherzare appena è al di fuori della modalità gara

13) La capacità di passare in un istante da un ragazzo che ride, scherza ed è disponibile con tutti a un atleta conscio di essere il migliore e pronto a dimostrarlo, e di compiere la trasformazione inversa sempre in un istante

14) Il rapporto con Javi

15) Il rapporto con il trio Brian-Tracy-Ghislain

16) Il quadruplo toe loop

17) L’hydroblade

18) La layback Ina Bauer

19) Le sequenze di passi. Tutte

20) Chopin Ballade n. 1

21) Hope and Legacy

22) Requiem of Heaven and Earth

23) Il quadruplo loop

24) Il quadruplo Lutz (nonostante tutto, o forse a maggior ragione per il 2017)

25) Let’s Go Crazy

26) Parisienne Walkways

27) Romeo + Giulietta

28) Il quadruplo Salchow

29) Il fatto che abbia sentito il bisogno di visitare il tempio di Seimei prima di interpretare Abe no Seimei

30) Il suo essere presente come senpai per tutti i kōhai che ne hanno bisogno

31) La sua capacità di fare sempre i complimenti agli avversari per ciò che hanno fatto

32) Il suo sorriso sincero

33) Il fantasma dell’Opera

34) Il coraggio e l’incoscienza della Cup of China 2014

35) Il layout improvvisato al Four Continents Championship 2017

36) White legend

37) La Biellman

38) Il rispetto per la bandiera, la sua e quella degli altri

39) Il dono dei guanti Irene

40) La sua straordinaria bellezza (lo so che come età potrei essere sua madre, ma a volte mi coglie completamente di sorpresa e mi lascia senza fiato. So benissimo qual è il suo aspetto, lo apprezzo sempre, ma ci sono momenti in cui non posso non esserne fortemente consapevole. Prima che qualcuno possa malignare, è una venerazione della bellezza come quella che provo davanti a un dipinto di Rogier van der Weyden, a un paesaggio naturale mozzafiato o a una volée di rovescio di Stefan Edberg)

41) Le cadute che riesce a fare in movimenti difficilissimi come… camminare

42) Chopin a Pyeongchang

43) SEIMEI a PyeongChang

44) Pyeongchang, la prima prova ufficiale

45) NHK Trophy 2015

46) La risata quando ha salvato il quadruplo loop nello SP della finale di Grand Prix 2016

47) Il suo imbarazzo quando si è reso conto di aver dato del vecchio a Kenji Miyamoto

48) Origin

49) La sequenza quadruplo toe loop-triplo Axel

50) La combinazione triplo Axel-euler-triplo Salchow

51) La combinazione quadruplo toe loop-euler-triplo flip

52) L’incontro con Mansai Numura

53) Le interviste con Shuzo Matsuoka

54) Il fatto che sia riuscito a far realizzare 33 versioni della musica per SEIMEI, e che a distanza di anni ha avuto bisogno di nuovi editing

55) L’intelligenza che dimostra in tutte le interviste

56) Il fatto che prenda lo studio sul serio

57) La sua fede (cosa notevole visto che in genere guardo con diffidenza le varie religioni, ma da quel che ho letto lo shinto è affascinante)

58) Notte stellata

59) Otonal

60) Il saluto al ghiaccio

61) La voglia di scherzare e fare lo scemo con gli altri pattinatori ogni volta che se ne presenta l’occasione

62) La determinazione nel provare il quadruplo Axel (anche se mi spaventa)

63) Nizza 2012

64) Il fatto che dia sempre tutto se stesso, in qualsiasi circostanza

65) Le gare di quadrupli nei gala

66) Le prove del gala di Skate Canada 2015, quando faceva le prove per l’NHK Trophy mentre gli altri ascoltavano il coreografo

67) Quando scherza con Nam

68) Il divertimento che prova nell’essere sollevato (peccato che Ondrej si sia ritirato, ma contiamo tutti su Xinyu)

69) La trottola angelo (per la verità tutte le sue trottole, tranne la A. Non che lui non la esegua magnificamente, è la posizione proprio non riesco a digerire)

70) La luna, in sequenza con un’altra luna, prima o dopo un salto, lunghissima o come pare a lui, tanto è sempre meravigliosa

71) La combinazione quadruplo toe loop-triplo toe loop

72) Barcellona 2015

73) Otonal a Torino 2019, anche se sulla combinazione ho imprecato

74) L’allenamento del venerdì di Torino 2019

75) Origin a Torino 2019 (si capisce che ero lì? Mai provata una tensione maggiore, soprattutto la sera del corto)

76) La pioggia di Winnie the Pooh, e la loro successiva migrazione in beneficenza

77) Il triplo flip eseguito al termine di passi difficilissimi (e ora pure dopo un triplo Axel)

78) I twizzle usati come ingresso o come uscita di un salto

79) Il fatto che non si vergogni di piangere

80) Il duro lavoro

81) La capacità di compiere continue ricerche, su qualsiasi aspetto che riguardi il pattinaggio, il recupero da un infortunio, i metodi di allenamento, ma anche sulla costruzione del programma, approfondito in ogni suo aspetto

82) Étude in D-sharp minor, op. 8, n. 12

83) Crystal Memories

84) Haru yo, koy

85) Change

86) L’incoraggiamento che dà agli altri pattinatori, anche quando lo possono battere

87) La sua preoccupazione di mettere sempre tutto in ordine, che sia la sala stampa dopo un’intervista o il risistemare il ghiaccio dopo una competizione

88) La sua umiltà

89) La capacità di gestire una pressione incredibile

90) Il coraggio di andare avanti per la sua strada, indipendentemente da ciò che pensano gli altri

91) Il coraggio di lasciare il Giappone per il Canada, quando aveva solo 17 anni e praticamente non conosceva l’inglese

92) Mission: Impossible

93) Rhapsody on a Theme of Paganini

94) Sing, Sing, Sing

95) Vederlo insieme a Nobu

96) Helsinki 2017

97) I record del mondo

98) La capacità di capire che avrebbe sottoruotato il triplo toe loop, e sostituirlo con euler-triplo flip, mentre stava atterrando dal quadruplo toe loop al Four Continents Championship 2020

99) Il Super Slam (non che io lo ami perché ha vinto tutto ciò che poteva vincere, semplicemente visto che lo amo quando vince siamo entrambi contenti, e se qualcosa lo rende contento è un ottimo motivo per amare quella cosa)

100) Il recupero dopo aver aperto in volo il secondo toe loop all’NHK Trophy 2019 (mi stavo strozzando dalle risate quando ho visto che stava preparando un altro toe loop)

101) The Final Time Traveler

102) Story

103) Romeo and Juliet (nonostante il costume)

104) La capacità di inseguire i suoi sogni

105) Il programma libero alla Rostelecom Cup 2018

106) Il coraggio di pattinare all’NHK Trophy 2014

107) Il sorriso dopo le due cadute, nel corto e nel libero, alla finale di Grand Prix 2014

108) La forza di volontà con cui è rimasto in piedi su quel triplo Lutz. Lo sappiamo tutti di che salto si tratta, dopo è stata un’apoteosi

109) Già, l’apoteosi (quanti, come me, in quel momento erano in piedi, impegnati a tenere il ritmo con le mani, pur trovandosi davanti a uno schermo in un altro continente?)

110) Tutte le volte che si abbassa, magari mettendosi pure a gattonare, per non disturbare le foto o i servizi degli altri atleti

111) Quando prova a far capire a Shoma che ridere, sciogliersi un po’, è possibile

112) Il fatto che sappia sempre tutto, come provato dai commenti personali fatti ai giornalisti su salute e matrimonio, o dai commenti relativi ad argomenti di cui i fan hanno discusso su internet

113) Il fatto che sia convinto di avere ancora tanto da imparare, e che chieda consigli agli esperti dei vari campi a cui si accosta per migliorare le sue conoscenze

114) Gli omaggi che, da campione affermato, continua a rendere a chi è stato fondamentale nel suo cammino

115) La decisione di donare in beneficenza le royalties di Aoi Honoo anche se all’epoca del primo volume lui stesso non aveva tanti soldi

116) L’espressione sofferta dipinta sul suo volto prima dello spettacolo di Kobe, con lui che guarda in alto, interrogandosi sul suo cammino, e Miyamoto alle sue spalle che guarda in basso

117) Notre-Dame de Paris

118) L’attenzione che dà ai costumi come elemento di quel tutt’uno che è la sua performance sul ghiaccio (anche se a volte i suoi gusti e i miei sono piuttosto distanti)

119) La capacità di ascoltare gli altri

120) L’allenamento notturno a luci spente perché dopo il disastro di Fukujima c’era la crisi energetica

121) La capacità di modificare il toe loop dopo la lesione di Lisfranc

122) Il rapporto con i bambini (sì, Mone, tifiamo tutti per te, anche se è giusto ricordare che Mone non è l’unica bambina con cui l’abbiamo visto interagire)

123) Il suo tartassare tutti gli atleti (ginnasti, snowboarder, lanciatori…) riguardo al loro modo di ruotare

124) Il suo urlare Arigato al pubblico senza servirsi del microfono

125) Gli sguardi che rivolge alle medaglie (non agli atleti!) vinte dagli altri quando lui si deve accontentare di un posto diverso dal primo

126) La voglia di scherzare che manifesta durante le premiazioni

127) La caduta sul triplo Axel dopo la premiazione dell’Autumn Classic International, quando ha eseguito il salto pur avendo in mano fiori e medaglia

128) Il non aver accettato di essere limitato dall’asma

129) L’eleganza di ogni suo gesto (tranne quando diventa improvvisamente goffo, ma quello è un altro motivo per amarlo)

130) Quando è goffo

131) Il coraggio di affrontare i suoi demoni

132) L’aver trovato la forza per andare avanti dopo il terremoto

133) La sensazione d’impotenza manifestata a Sochi

134) Parisienne Walkways a Sochi (lo so, ho già indicato il programma, ma Parisienne Waklways, meraviglioso a prescindere, con cui ha stabilito 4 record del mondo, 3 prima di Sochi, e interpretato splendidamente quest’anno nel galà di Skate Canada, merita una menzione come programma in sé, e una menzione come evento all’Olimpiade)

135) La sua capacità di mettersi alla stessa altezza degli atleti disabili

138) I calzini (voglio dire, con tutte le cose che ha da fare, trova pure il tempo di pensare ai calzini? E anche la collana, mi sa che prima o poi una Mirror Ball earth color me la compro anch’io)

139) Il non essersi incattivito, nonostante giudizi che a essere generosi potremmo definire discutibili

140) Hello, I Love You

141) L’uccello di fuoco

142) La sfida di trottole a Lambiel quando aveva una decina d’anni

143) L’ingenuità con cui, a una decina d’anni, ha affermato che avrebbe vinto l’Olimpiade a 19 anni, e pure la successiva, e la costanza con cui ha lavorato per mantenere quella promessa

144) I cross roll nella sequenza di passi

145) I cross roll all’indietro

146) Il ciondolo che ha regalato a Shun

147) Il free skate al Mondiale 2013

148) Il free skate al Mondiale 2014

149) I twizzles bassi

150) L’effetto positivo che riesce ad avere sulle persone comuni, che trovano forza in lui e si sentono ispirate

151) La reverenza che suscita in grandissimi campioni

152) Tutti i ragazzini che gli stanno rendendo omaggio con i loro programmi

153) Quando imita gli altri atleti

154) L’essere riuscito a far accettare Winnie the Pooh da Orser

155) Le citazioni di anime e manga presentate come profonde riflessioni

156) La dogeza a Dream on Ice 2012

157) Il salto per salire sul gradino più alto del podio

158) Tutte le volte che salta e si sbraccia per farsi vedere da chi è lontano, o che, quando non può fare altro, compie piccoli gesti per far capire che gli è appena stato reso omaggio e che lo apprezza

159) Perché per quanti haters possano esserci lui non se ne lascia influenzare

160) Perché si preoccupa per i suoi fan

161) Per tutte le volte che si sente kuyashii, anche quando a creargli problemi sono cose che non dipendono da lui

162) Perché sì, altrimenti non smetto più di scrivere.

Edit: discussione da leggere

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3 Responses to 100 motivi per amare Hanyu

  1. Pingback: Sporlandiaより「羽生結弦を愛する100の理由」 | 惑星ハニューにようこそ

  2. Emeroux says:

    Ciao Martina, credo dovrai aggiornare questo post !!!

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