Yuzuru Hanyu: Requiem of Heaven and Earth

Domenica, giorno di red carpet gala. Quest’anno il Campionato del mondo è saltato (anche se il red carpet non manca a nessuno), ma questo non significa che si debba restare senza pattinaggio. Per quanto spesso come esibizione Yuzuru Hanyu abbia proposto vecchi programmi di gara, in diverse occasioni ha realizzato programmi appositamente per gli show.

Uno dei più importanti è quello della stagione 2015-2016,

per il quale ha chiesto aiuto a Kenji Miyamoto, spiegandogli il messaggio che voleva trasmettere. Dopo una lunga ricerca Miyamoto gli ha proposto Requiem for the Great East Japan Earthquake 3.11, un brano di dieci minuti composto da Yasunobu Matsuo, compositore specializzato in healing music, dopo la visione di alcuni video girati nelle aree colpite dal terremoto. Si tratta di un pezzo per solo pianoforte, caratteristica che lo rende più difficile da interpretare, ma Hanyu se ne è innamorato all’istante e, dopo aver incontrato Matsuo e discusso con lui del significato della musica, ne ha estrapolato un brano che ha chiamato Requiem of Heaven and Earth. La scelta di un nuovo titolo è fatta con la precisa intenzione di slegare il programma da un singolo evento, per quanto catastrofico, e abbracciare con la sua interpretazione anche coloro che hanno vissuto tragedie diverse da quella in cui è stato coinvolto lui. Ogni movimento è potente come un tuono, affilato come una lama, e allo stesso tempo fluido e armonioso. Shock, rabbia, disperazione, impotenza, al pari con l’incedere della musica i sentimenti dei primi istanti vengono sostituiti dal desiderio di lottare e dalla speranza, perché è dal dolore che emerge la forza per andare avanti. Se negli altri programmi cerca la connessione con il pubblico, la comunicazione con chi assiste alla prestazione, qui si immerge totalmente in se stesso, al punto non solo da non riuscire a sorridere alla fine dell’esibizione, ma di ritrovarsi a piangere per la commozione. La prima volta che presenta il programma è in uno spettacolo a Kobe. Nelle aree colpite dal terremoto del 2011 c’è ancora molto lavoro da fare, ma la ricostruzione, anzi, la rinascita, come preferisce chiamarla, sta andando avanti come è accaduto a Kobe dopo il terremoto del 1995.

Le righe che ho inserito come se fossero una citazione (salvo minime modifiche) sono un breve estratto di un testo più lungo su cui sto lavorando. Questa è l’interpretazione del brano al Campionato del mondo nel marzo 2016. In quel momento il piede sinistro era in condizioni disastrose e lui temeva che sarebbe stato costretto a ritirarsi e che quella che stava eseguendo potesse essere la sua ultima esibizione davanti a un pubblico.

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2 Responses to Yuzuru Hanyu: Requiem of Heaven and Earth

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