PCS

Nelle gare di pattinaggio artistico il punteggio finale è legato a due aspetti diversi ma altrettanto importanti dei programmi presentati dagli atleti, quello tecnico, o TES (Technical Element Score) e quello artistico, o PCS (Program Component Score, quello che comunemente viene chiamato components). Questi punteggi sono i discendenti dei due voti che i pattinatori ricevevano con il vecchio codice di punteggi, quello denominato 6.0. Per ciascun pattinatore i giudici assegnavano un voto per l’aspetto tecnico e uno per quello artistico o interpretativo (o presentazione, nel corso del tempo i nomi sono cambiati). Le regole per stilare la classifica negli anni sono state modificate più volte, magari prima o poi ne racconterò l’evoluzione, ma non ora perché si tratta di una storia abbastanza lunga. Quello che mi interessa è che i due punteggi avevano la stessa importanza.

Per entrambi i punteggi il voto massimo era 6.0 e nel 1989, quando ho iniziato a seguire pattinaggio, la prima cosa che si guardava era la somma. Solo nei casi in cui la somma fosse stata identica sarebbero entrati in gioco altri articoli del regolamento. Una gara che ricordo bene è il Campionato del mondo del 1993. Il libero tecnicamente più difficile è stato eseguito da Elvis Stojko con sette salti tripli, compresi una combinazione triplo Axel-triplo toe loop e un triplo Lutz, Browning ha eseguito solo sei tripli, con il triplo Lutz sporcato da un atterraggio su due piedi e l’Axel in combinazione con un toe loop solo doppio.

Se guardiamo i voti assegnati nell’occasione, quelli di Stojko sono più alti per l’aspetto tecnico, quelli di Browning per l’aspetto artistico, nel complesso Browning ha ricevuto voti più alti e ha vinto libero e Campionato del mondo. A onor di cronaca, Browning avrebbe vinto il titolo anche se fosse stato superato nel libero perché Stojko era rimasto attardato a causa di un programma corto falloso, e con il vecchio sistema di punteggi la classifica dei singoli segmenti di gara giocava un ruolo importante. Quello che mi interessa però è che era possibile vincere le gare compensando l’inferiorità tecnica (un’inferiorità comunque non eccessiva, all’epoca Browning era uno dei più completi dal punto di vista tecnico) con la superiorità artistica. In teoria quando ha stabilito di assegnare due tipi di punteggi nelle gare, TES e PCS, l’ISU voleva mantenere lo stesso equilibrio. La federazione è riuscita nel suo intento?

Se guardiamo i punteggi delle gare, direi di no. Mi soffermo sul libero maschile. Le voci dei components sono cinque: Skating Skills, Transitions, Performance, Composition e Interpretation. Con i voti che vanno da 0.25 a 10.00, e fattorizzazione a 2, il voto massimo ottenibile è 100.00. Questi sono i programmi in cui un pattinatore (o una pattinatrice, e per le donne la fattorizzazione è a 1.6, perciò il voto massimo è 80.00!) ha ottenuto un TES superiore a 100.00, quindi un voto impossibile da compensare anche con i migliori components:

Come si è arrivati a questa situazione, e come ha reagito l’ISU? I voti non sono sempre stati così alti. Il nuovo codice di punteggi ha iniziato a essere adottato dalla stagione 2003-2004. Da quel momento io ho guardato il programma libero maschile di tutte le edizioni dei Giochi olimpici, i Campionati del mondo, i Campionati europei, i Four Continents Championship, le gare di Grand Prix, ovviamente finale compresa, e i World Team Trophy. Mi sono concentrata sui components, separando i punteggi in due grandi gruppi: sopra gli 80,00 punti e sotto gli 80,00 punti.

[Nota: per quanta attenzione io possa fare, maneggiando così tanti dati il rischio di un errore è sempre presente. Se doveste notare un qualsiasi tipo di svista vi chiedo di segnalarmelo in modo che possa correggere il testo o sostituire la tabella con una corretta].

Vediamo prima i voti che hanno superato gli 80,00 punti. Visto che mi interessa l’impatto dei components sul punteggio dei singoli programmi, la classifica che indico non è quella della gara ma quella del solo programma libero. Nella prima immagine ho segnalato il passaggio da una stagione all’altra con una linea in grassetto, le altre, vista la loro lunghezza, sono dedicate ciascuna a una stagione. In giallo ho evidenziato le volte in cui i PCS sono più alti del TES.

La prima cosa che salta all’occhio è che le liste sono diventate più lunghe. Nella stagione 2003-2004 l’ISU Judging System non era ancora usato per tutte le gare, ma nella stagione 2006-2007 ormai il sistema era in uso da anni eppure nessuno, neppure il campione del mondo – nell’occasione Brian Joubert, anche se il miglior libero è stato realizzato da Daisuke Takahashi che ha preceduto nel segmento di gara Stéphane Lambiel e lo stesso Joubert – è stato capace di raggiungere gli 80,00 punti nei components. In compenso nella stagione 2017-2018 quella soglia è stata superata in 77 occasioni, e fra coloro che ci sono riusciti ci sono anche pattinatori come Daniel Samohin, Keegan Messing, Dmitri Aliev, Jun-hwan Cha, Keiji Tanaka, Jorik Hendrickx, Misha Ge, Michal Brezina e Deniss Vasiljevs, il cui libero olimpico non è stato fra i migliori dieci.

Per anni è stato possibile vincere gare importanti pur avendo punteggi nei components inferiori agli 80.00 punti:

In questo caso ho indicato solo il miglior libero in gare in cui nessuno ha superato gli 80,00 punti nei components. Ci sono campionati del mondo in quest’elenco, campionati continentali, gare di Grand Prix, mancano solo i Giochi olimpici. Una volta era possibile vincere gare importanti con un punteggio che ora sembra davvero basso. È cambiato qualcosa nel modo di giudicare i components? No, per anni la tabella è rimasta la stessa, i criteri sono rimasti sempre quelli:

Tralascio i voti più bassi. Voti compresi fra 6,00 e 6,75 per un programma superiore alla media, voti compresi fra 7,00 e 7,75 per un programma buono, voti compresi fra 8,00 e 8,75 per un programma molto buono, voti compresi fra 9,00 e 9,75 per un programma eccellente e 10,00 per un programma straordinario.

Domanda. Sono migliorati tutti così tanto? Davvero possiamo dire che le skating skills di Vincent Zhou, vincitore del bronzo al Campionato del mondo del 2019 con 8,82 punti, fossero migliori di quelle di Jeffrey Buttle che nel 2008, quando è diventato campione del mondo, si è visto assegnare 7,89 punti? Davvero possiamo dire che le transitions di Dmitri Aliev, che nel vincere l’ultimo Campionato europeo ha ricevuto un 8,39, fossero migliori di quelle di Stéphane Lambiel che, quando ha vinto il suo secondo oro mondiale nel 2006, ha ricevuto un 7,68? Possiamo dire che ai Giochi olimpici del 2018, in un programma che è risultato essere il ventesimo libero della giornata, Deniss Vasiljevs abbia dimostrato di avere skating skills (voto 8,14) e transitions (voto 7,86) migliori di quelle di due campioni del mondo noti, più che per i loro salti, per le loro capacità interpretative? Lo possiamo dire per Alexey Bychenko, nono con 8,39 e 8,04, per Adam Rippon, decimo con 8,75 e 8,54, per le skating skills di Daniel Samohin, undicesimo con 8,32, per Keegan Messing, dodicesimo con 8,50 e 8,29, per Dmitri Aliev, tredicesimo con 8,64 e 8,39, per le skating skills di Jun-hwan Cha, quattordicesimo con 8,21, per le skating skills di Keiji Tanaka, quindicesimo con 8,36, per Jorik Hendrickx, sedicesimo con 8,25 e 7,96, per Misha Ge, diciassettesimo con 8,46 e 8,36 e Michal Brezina, diciottesimo con 8,57 e 8,21?

Di fatto se una volta erano pochissimi i pattinatori capaci di ottenere voti davvero alti nei components, ora i voti sono stati alzati per tutti. Ho riassunto gli elenchi che ho postato qui sopra in una tabella:

Il numero indica le volte in cui i singoli pattinatori, in ciascuna stagione, hanno superato gli 80,00 punti nei components nelle gare che ho specificato prima. Per capire quale fosse il livello di quei pattinatori ho colorato alcuni quadretti. In giallo è evidenziato chi in quella stagione ha vinto il Campionato del mondo (o i Giochi olimpici, per comodità ho equiparato le due gare anche se le gare non hanno la stessa importanza), in grigio chi ha vinto l’argento, in arancione chi ha vinto il bronzo. Se un quadretto non era già stato colorato in questo modo, ho colorato in verde i quadretti dei pattinatori che hanno vinto una medaglia, di qualsiasi colore, alla finale di Grand Prix. Solo nel caso di quadretti ancora bianchi ho usato l’azzurro per quei pattinatori che avevano vinto una medaglia, di qualsiasi colore, al campionato continentale. Scopriamo così che Jeffrey Buttle, Stéphane Lambiel ed Evan Lysacek hanno vinto anno dopo anno medaglie importanti anche se i loro components non erano così alti. In compenso nelle ultime stagioni abbiamo avuto parecchi pattinatori dai components alti che non hanno visto l’ombra di una medaglia. Per dire, Keegan Messing, che a me sta simpatico, nelle ultime tre stagioni ha superato per ben 12 volte gli 80,00 punti, i tre pattinatori che ho citato, messi insieme, nella loro intera carriera li hanno superati solo 7 volte nonostante un oro, un argento e un bronzo olimpici, quattro ori, un argento e tre bronzi mondiali, tre ori, due argenti e un bronzo alla finale di Grand Prix e quattro ori, sei argenti e due bronzi continentali.

In tutta quella sfilza di screenshot con punteggi che ho postato più in su c’è un altro dettaglio. Alcune caselle sono colorate in giallo. Sono le occasioni in cui i PCS sono stati più alti del TES. All’inizio chi ha avuto components più alti rispetto al punteggio tecnico si è sempre piazzato nelle prime posizioni della classifica. Ci sono stati anche casi inversi, di pattinatori che hanno avuto un punteggio tecnico più alto, segno che era possibile vincere le gare con l’uno o con l’altro aspetto del pattinaggio, purché quello in cui si era meno forti non fosse troppo inferiore. Ora invece i pattinatori che ottengono un punteggio nei components più alto del punteggio tecnico tendono a piazzarsi nelle zone basse della classifica.

Da quegli elenchi ho ricavato una tabella:

Nelle prime sei stagioni con il nuovo codice di punteggi gli 80,00 punti sono stati superati 14 volte. A riuscirci è sempre stato il pattinatore autore del primo o del secondo libero, e in 10 occasioni i PCS sono stati più alti del TES. Ora i pattinatori che superano una soglia che una volta era altissima sono tanti, e se una volta era possibile avere components più alti del TES e vincere, ora quando i components sono più alti del TES è più frequente che il pattinatore non si piazzi fra i primi tre piuttosto che il contrario. Questo perché con il valore maggiore assegnato ai quadrupli dalla stagione 2010-2011, e con l’aumento del numero dei quadrupli, l’importanza del TES rispetto ai components è aumentata.

Il primo a superare i 100,00 punti di TES in un libero è stato Patrick Chan al Trophée Bompard del 2013, quando ha ottenuto 100,25 di TES e 96,50 di PCS. Una differenza tutto sommato piccola fra i due punteggi, che all’epoca erano entrambi un record e sono valsi a Chan un record del mondo con un totale di 196,75 punti. Il mese successivo alla finale di Grand Prix Hanyu si è avvicinato molto a quel punteggio ottenendo 194,41, ma con voti un po’ meno bilanciati: 102,03 di TES, 92,38 di PCS. L’equilibrio stava iniziando a sparire, anche se nel loro falloso libero olimpico sia Hanyu che Chan hanno ottenuto un voto di components più alto del voto tecnico.

La stagione successiva, con Chan che si era preso un anno di pausa e Hanyu che ha avuto una quantità di problemi fisici che la metà bastava, c’è stato un nuovo record nel TES, 103,30 ottenuto sempre da Hanyu alla finale di Grand Prix, ma non ci sono sati particolari sconvolgimenti nei punteggi. L’ISU Judging Sistem è stato distrutto nel novembre del 2015.

Chiunque abbia visto l’NHK Trophy non può dimenticare quella gara, la successiva finale di Grand Prix è stata solo un’ulteriore picconata a un edificio già distrutto. Hanyu ha ottenuto 118,87 punti di TES, 18,87 punti sopra il punteggio massimo teoricamente ottenibile nei components. Components che, con 97,20 punti, sono diventati il nuovo primato personale, e del mondo, superiori al punteggio ottenuto da Chan un paio di anni prima. Alla finale di Grand Prix, due settimane più tardi, Hanyu ha ritoccato tutti i punteggi: 120,92 di TES, 98,56 di PCS, 219,48 totali. Per Hanyu (e per tutti) è rimasto questo il punteggio più alto mai ottenuto nei components.

Al successivo Campionato del mondo, tanto per cambiare, Hanyu si è presentato in condizioni fisiche che definire precarie è dir poco, e i suoi punteggi sono scesi, mentre Fernandez, con 98,36, ha ottenuto il primato personale. Gli alti e bassi dei punteggi di Hanyu sono dovuti anche a questo, ai problemi di salute, che i giudici ovviamente non devono considerare ma che influiscono sulla sua prestazione. Eppure non è sempre stato infortunato, e non sempre ha fatto errori. Al Campionato del mondo 2017 è stato perfetto, eppure solo il punteggio tecnico è salito perché è salito il valore base di un programma che comprendeva un quadruplo in più, i components sono scesi. Il punteggio tecnico dell’ultimo Skate Canada è difficilmente confrontabile con quello dei vecchi programmi perché sono cambiati i valori base, i GOE e pure il numero di elementi di salto, ma i components sono scesi ancora un po’.

È così per tutti? Non esattamente. Ho guardato la gara più importante in ciascuna stagione, a partire dalla stagione 2010-2011. La gara più importante significa quasi sempre il Campionato del mondo, ma nel 2014 e nel 2018 significa Giochi olimpici, mentre per l’ultima stagione ho guardato la finale di Grand Prix, preferita al campionato continentale perché per la finale di Grand Prix si può qualificare qualsiasi pattinatore, indipendentemente dalla sua nazionalità, mentre per ovvie ragioni sia il Campionato europeo che il Four Continents Championship non possono avere determinati pattinatori fra i loro partecipanti. La finale di Grand Prix è una gara un po’ particolare, vi si qualificano solo sei pattinatori, quindi per le posizioni fra la quarta e la sesta non può essere presa sul serio. Perché? Perché se un pattinatore pattina male – Aliev ha fatto un vero e proprio disastro nel libero – finirà comunque per classificarsi nei primi sei, perché non c’è nessuno che lo può superare mentre, andando indietro nel tempo, al Mondiale del 2012 Hanyu, che aveva realizzato il settimo programma corto, ha pattinato il secondo libero, Michal Brezina, autore del secondo programma corto, ha eseguito il settimo libero, Javier Fernandez ha realizzato il quinto programma corto e il quattordicesimo libero. L’anno successivo dopo il nono programma corto Hanyu ha pattinato il terzo libero, per contro Kevin Reyolds ha pattinato il terzo programma corto e il settimo libero, Brian Joubert il quinto corto e il decimo libero. In una gara con tanti partecipanti un pattinatore che è rimasto attardato nel programma corto può risalire la classifica con un ottimo libero e scavalcare numerosi pattinatori che erano stati più bravi di lui nel primo segmento di gara, in una gara con pochi partecipanti Aliev, incappato in una giornata davvero pessima, è comunque rimasto fra i primi sei e rientra nella media.

La classifica è quella del libero, non della gara, anche se il punteggio indicato è solo quello nei components. Dopo ogni colonna relativa ai components ci sono un paio di colonne che contengono ciascuna solo cinque numeri. Nella prima di queste due colonne si trova la somma del voto nei components dei tre migliori pattinatori (i vincitori delle small medals per il libero nel Campionato del mondo). Sotto del podio ho fatto un’ipotetica suddivisione in gruppi di riscaldamento, perciò ci sono la somma dei voti nei components per i sei migliori pattinatori, poi per i migliori dodici, quindi per i migliori diciotto e infine per tutti. L’ultima colonna indica la media del gruppo considerato. Guardiamola quella media, e notiamo che è quasi sempre salita. E guardiamo un altro dettaglio, il distacco fra gruppi. Quel distacco non è rimasto costante.

Le prime due cifre corrispondono alla seconda e alla terza colonna dell’immagine precedente. La terza indica il distacco fra la media dei voti ottenuti da coloro che sono saliti sul podio e la media dei pattinatori dei vari gruppi. Ci sono state oscillazioni, ma se nel 2011 la media dei voti nei components di chi è salito sul podio è stata superiore di 3,18 punti rispetto alla media del voto dei pattinatori del primo gruppo, nel 2019 quel vantaggio è sceso a 2,82 punti. E in vantaggio su tutti i pattinatori che hanno preso parte al libero, che nel 2011 era di 14,20 punti, nel 2019 era di 11,65 punti. Il vantaggio dei pattinatori migliori sugli inseguitori si è ridotto, segno che i voti dei pattinatori dei gruppi più bassi si sono alzati di più dei voti dei pattinatori più forti. L’aumentare dei punteggi ha portato a una compressione delle differenze, chi era in vantaggio rispetto agli altri ha visto il suo vantaggio ridursi. Perché? Perché i punteggi sono cresciuti, ma visto che più di tanto non si può crescere, che esiste un limite per i components, qualcuno ha smesso di crescere e qualcun altro ha continuato a farlo. Con il ridursi dei distacchi a rimetterci sono stati i pattinatori migliori a livello di components. Giusto par fare un esempio, davvero all’ultimo Campionato del mondo Mikhail Kolyada meritava solo 2,06 punti più di Vincent Zhou? Kolyada ha sfiorato i 90,00 punti, un punteggio molto alto, certo, e inferiore a quello di Hanyu che ha presentato un programma più complesso e pattinato meglio. I components di Kolyada sono stati superiori, anche se di poco, rispetto al suo punteggio tecnico. Zhou d’altra parte ha avuto un TES superiore al PCS. Kolyada ha presentato due quadrupli, due toe loop. Zhou tre quadrupli, un Lutz, un Salchow e un toe loop. L’impressione è che per equilibrare i due aspetti del punteggio in pattinatori che eseguono molti quadrupli, come Zhou, sono stati alzati i voti nei components, falsando i risultati. In questo caso il distacco nella classifica finale fra i due pattinatori non è legato al voto dei components, Kolyada ha fatto qualche pasticcio di troppo, soprattutto nel programma corto, ma altre gare possono essere falsate da punteggi troppo alti nei components a chi propone elementi tecnici difficili, elementi che hanno già un valore base di loro, un GOE, e che dovrebbero essere ininfluenti a livello di Skating Skills o Transitions. Forse, per equilibrare i due voti, sarebbe stato meglio cambiare la fattorizzazione, continuando ad assegnare voti alti che si collocano nella fascia d’eccellenza a chi esegue programmi eccellenti e voti che si collocano nella fascia buona a chi esegue programmi buoni, invece di compattare tutti in una fascia di punteggio molto piccola.

Hanyu come entra in questo quadro? La sua è la situazione più interessante. Con l’eccezione del 2011, quando, come quarto classificato al campionato nazionale, non ha partecipato al Campionato del mondo, lui è uno dei pattinatori più presenti nelle medie. Il solo Michal Brezina ha preso parte a tutte le edizioni del Campionato del mondo e dei Giochi olimpici, ma non era presente all’ultima finale di Grand Prix. Hanyu non solo fa parte della classifica, fa sempre parte del primo gruppo: secondo nel 2012, terzo nel 2013, primo nel 2014, terzo nel 2015, secondo nel 2016, primo nel 2017, secondo nel 2018, nel 2019 e alla finale di Grand Prix. Per Hanyu il momento più alto è arrivato in una gara che non ho considerato in questa tabella, la finale di Grand Prix 2015. Come detto, il suo punteggio è stato di 98,56. Al Campionato del mondo 2016 ha commesso diversi errori, mano sul ghiaccio su quadruplo Salchow iniziale, caduta e salto andato in ripetizione sulla prevista combinazione del secondo quadruplo Salchow, le altre due combinazioni completate da salti doppi al posto dei previsti tripli, mano sul ghiaccio sul triplo Lutz, una sicurezza inferiore al solito. Il motivo ora non ha importanza, che nell’occasione i suoi components siano stati più bassi è giusto, anche se forse quelli di Fernandez, che pure mi piace moltissimo, sono stati un po’ troppo alti. Vediamo chi ha superato i 90,00 punti nei components. Fra parentesi ho indicato quanti programmi liberi ha disputato ciascun pattinatore nella singola stagione (sempre considerando Giochi olimpici, Campionato del mondo, campionato continentale, gare di Grand Prix e World Team Trophy):

Il primo è stato Patrick Chan nella stagione 2010-2011. Chan si è ritirato dopo i Giochi olimpici del 2018. Poi abbiamo Daisuke Takahashi, ultima competizione internazionale i Giochi olimpici del 2014. Quindi Hanyu, che dal 2016-2017 ha sempre superato la soglia dei 90,00 punti (per la verità lo ha sempre fatto dell’NHK Trophy 2015), una volta Tatsuki Machida, ritirato alla fine del 2014, Javier Fernandez, di fatto ritirato dopo i Giochi del 2018, anche se nel 2019 è andato a vincersi il settimo Campionato europeo (e nel 2020 abbiamo davvero sentito la sua mancanza), una volta il povero Denis Ten, assassinato nel luglio del 2018. Fino alla stagione 2015-2016 solo questi pattinatori, chi più volte chi meno, hanno superato i 90,00 punti. Tutti, tranne Hanyu, hanno smesso di gareggiare, perciò gli ultimi sviluppi nel punteggio per loro non hanno rilevanza. Nella stagione successiva si sono aggiunti Shoma Uno, uno dei multiquadruplisti, e Jason Brown, che al momento non ha ancora completato un quadruplo pulito ma che a livello di pattinata è davvero notevole, superiore a molti pattinatori che hanno vinto tanto più di lui. L’ultimo a unirsi al gruppo è stato Nathan Chen, altro pattinatore che di quadrupli ne fa parecchi.

Torniamo a Hanyu, che al Campionato del mondo del 2017 ha presentato un programma più difficile di quello dell’anno prima, è stato perfetto, ma i cui components sono scesi rispetto alla finale di Grand Prix del 2015. Vediamo quello che è successo dal Campionato del mondo 2017 in poi, sapendo che comunque meno di un anno e mezzo prima per due volte Hanyu aveva ottenuto un voto più alto. Come detto, non considero significativo il voto di tutti e sei i pattinatori che hanno preso parte all’ultima finale di Grand Prix, mentre lo è quello dei pattinatori che sono saliti sul podio, che probabilmente avrebbero mantenuto le stesse posizioni anche se fossero stati presenti altri atleti perché tutti loro sono stati capaci di proporre prestazioni notevoli:

Le prime due colonne per ciascuna gara sono rimaste invariate. Ho aggiunto una riga dedicata a Hanyu che, ricordo, si è sempre classificato fra i primi tre, quindi i suoi voti entrano in tutte le medie. In questo caso la colonna in grassetto indica la differenza fra la media (o, per Hanyu, il voto) ottenuto in quella stagione da quel gruppo e la media (o il voto) ottenuto da quello stesso gruppo nella stagione prima. Le ultime due colonne sono confronti, la penultima indica quanto sono cambiati i voti nelle ultime tre stagioni, l’ultima guarda anche quanto avvenuto nell’ultima stagione, anche se per mancanza di dati – vedi Campionato del mondo non disputato – ho potuto fare il confronto solo per Hanyu e per il gruppo dei migliori. E se nel Campionato del mondo 2017 Hanyu è stato perfetto, nelle stagioni successive il libero più falloso, con un salto andato in ripetizione e un altro salvato per miracolo, è stato quello olimpico. Per il resto al massimo ha sottoruotato un salto, in un caso con uno step out. Domanda: com’è che quasi tutti, e in particolare i diretti avversari di Hanyu, hanno visto aumentare il valore dei loro components, e solo Hanyu lo ha visto scendere?

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