Di giudici, giurie e giudizi equi/8. 1995-1998

1995, Campionato del mondo

La gara femminile è stata vinta dalla cinese Lu Chen, primo e per ora unico oro cinese nelle discipline individuali, per il resto ci sono due bronzi e un argento vinti sempre da Chen nel 1992, 1993 e 1996, e i suoi due bronzi olimpici nel 1994 e 1998, e i due bronzi mondiali di Boyang Jin nel 2016 e 2017, mentre nelle coppie di artistico la Cina ha ottenuto risultati straordinari. Seconda la francese Surya Bonaly (terzo argento mondiale consecutivo per lei, che aveva al collo anche cinque ori europei), terza la statunitense Nicole Bobek. Al quarto posto si è classificata la quattordicenne Michelle Kwan. Per quanto giovane, per lei era in terzo Campionato del mondo.

Le regole erano diverse da quelle attuali, e Kwan aveva superato i test per accedere alle gare nazionali maggiori a 12 anni, all’insaputa del suo allenatore Frank Carroll. Lui era andato via per qualche giorno per un seminario, e lei ne aveva approfittato per fare i test, cosa che le ha dato la possibilità di partecipare al campionato nazionale senior. È salita per la prima volta sul podio nazionale nel 1994, è stata riserva olimpica nel periodo della vicenda Kerrigan-Harding, quindi ha iniziato a partecipare alle gare internazionali importanti. La tecnica c’era, ma lei era ancora poco più che una bambina e, provenendo da una famiglia cinese tradizionale, a casa sua alla sua età il trucco era qualcosa di inconcepibile. È stato Carroll a intervenire parlando con i genitori di Michelle:

I think they knew that their daughter skated probably better than anybody did in Birmingham [at 1995 Worlds] and didn’t get the marks. And we were trying to figure out why, so they were willing to agree to [the makeup] (Frank Carroll, in Milton, Skate Talk, pag. 139).

In parole povere, se i giudici non gradiscono l’aspetto di un pattinatore, in questo caso perché ritenuto troppo immaturo, ma i motivi possono essere diversi, possono abbassare i voti, indipendentemente dal livello tecnico dell’atleta.

1995, Campionato del mondo

La gara di danza è stata vinta dai russi Oksana Grishuk/Evgeni Platov, campioni olimpici e mondiali in carica. Secondi si sono classificati i finlandesi Susanna Kahkamo/Petri Kokko, medaglia di bronzo l’anno prima, dopo una rincorsa al podio mondiale durata sette anni, e campioni europei in carica. Terzi i francesi Sophie Moniotte/Pascal Lavanchy, argento l’anno prima e all’ultimo Campionato europeo. Quarti Shae-Lynn Bourne/Viktor Kraatz, che nel 1994 si erano classificati sesti.

Christine Brennan asserts in her controversial book, Inside Edge: A Revealing Journey into the Secret World of Figure Skating (New York: Anchor, Doubleday, 1997), that judges routinely award marks based on skaters’ reputations, rather than on the quality of the performance in question. This appears particularly true in ice dancing. Canada’s Shae-Lynn Bourne and Victor Kraatz, she asserts, received low marks in the 1995 Worlds for the simple reason that they had “not been around long enough” (p. 292). Bourne and Kraatz had been together, at that point, for only a year (M.G. Piety, Sequins a Scandals).

1996, Campionato del mondo

Secondo il giudice francese Francis Betsch, il presidente della sua federazione, Didier Gailhaguet, gli avrebbe detto di assegnare voti bassi alla pattinatrice tedesca

probably because the Germans didn’t do a deal properly.

A quanto pare non rispettare gli accordi è pericoloso. Mi domando se l’ISU abbia mai indagato per capire quanto ci fosse di vero in quest’afffermazione.

1997, Campionato del mondo

Inizio non da un commento specifico legato alla singola gara, ma dallo sfogo di un pattinatore dopo questa gara. Il pattinatore in questione è il canadese Michel Brunet, che nell’occasione si è classificato ventesimo nella danza su ghiaccio insieme a Chantal Lefebvre. Brunet ha partecipato a un’edizione dei Giochi olimpici, a cinque Campionati del mondo senior e a due junior con tre partner diverse. I suoi migliori risultati sono il settimo posto al Mondiale junior del 1989 insieme a Brigitte Richer e due quindicesimi posti fra i senior con Lefebvre, nel 1996 e nel 1999.

Un po’ di contesto prima della citazione. Con la disgregazione dell’Unione Sovietica molti atleti e molti giudici che prima erano tesserati per l’Unione Sovietica, hanno cambiato federazione. Questo ha significato da un lato l’aumento del numero dei rivali, perché al fianco dei russi c’erano anche i pattinatori ucraini, o kazaki, o bielorussi, o di una delle numerose altre nazioni nuove. Dall’altro lato, se un giudice fino a un certo momento ha giudicato per l’Unione Sovietica, e poi ha iniziato a giudicare per l’Ucraina, siamo sicuri che non riservi un trattamento di favore, oltre che ai pattinatori ucraini, a quelli russi, a quelli kazaki e via dicendo?

Brunet nel suo sfogo parla di una coppia in particolare, quella di passaporto istraeliano composta da Galit Chait e dal moscovita Sergei Sakhnovski. Poco prima, in una parte el brano che non cito, ha parlato del fatto che in molte coppie non russe uno dei due membri della coppia è russo. Chait/Sakhnovski hanno partecipato al Campionato del mondo dal 1996 al 2006. Nel 1997 si sono classificati diciottesimi e hanno lentamente scalato la classifica fino al bronzo nel 2003. È stata la loro unica medaglia mondiale, negli anni successivi si sono classificati tre volte sesti e una settimi

you get to a certain level and you don’t control your own destiny, even in pairs, even in singles. It’s getting a point where they could send you a fax and tell you what the results are. Because no matter what you look like, [the judges] are going to push what you want.

[…] I think what is hard to understand is that it just doesn’t come from you. It’s hard to understand, at one point, that it’s not based on what you do but who you know. You know what I’m saying? And it’s getting worse and worse and worse.

You accept criticism. As an atlete, you have to accept criticism, especially when other people control your destiny. You do listen to people. You take some-you leave some. But you don’t know anymore who to believe-who’s right, who’s wrong. You get nine people on the panel, and for some reason you get the Canadian judge, who is pushing our country, getting in deep shit. Well, how come the Russians, how come the Bulgarians, how come everybody else is not getting in deep shit? Because they’re all sticking together. That’s our sport right now. Our sport right now is not fair because all the new countries coming in-Kazakhstan, Ukraine-you get all the former Russian countries.

[…] You should see bullshit that goes around, and I’m tired of that. Why? Because they don’t judge you, they judge who the coach is. The Israelis who finished ahead of us should never have been there, but they have the coach, Linichuk. Shae and Vic should have been second at Lausanne for what they did. And you look at the other guys, where they say, “Ok, we’ll go buy the judges.” And you can write that. I don’t give a shit.

And judges threaten. They say to other judges, “If you don’t do this, then you’re not going to get that.”

I think ice dancers are the thoughest mentally, because they keep getting slapped and slapped and then they have to keep getting back up. (Michel Brunet in Steve Milton, Skate Talk, pagg. 161-162)

Nella gara citata da Brunet, Shae-Lynn Bourne/Victor Kraatz si sono classificati terzi dietro le due coppie russe Grishuk/Platov e Krylova/Ovsyannikov.

Noto alcuni punti dello sfogo di Brunet. Secondo lui se il giudice canadese vota facendosi influenzare dal national bias finisce nei guai, se lo fa il giudice russo no, il che significa che alcune nazioni possono permettersi di barare e altre non possono farlo. Fra l’altro, se bara un giudice isolato i suoi voti spiccano, se barano diversi giudici perché si sono accordati fra loro, i voti non spiccano e la fanno franca. Barare, in certi ambienti, è ritenuto normale, e i pattinatori non possono dire niente perché se criticano coloro che li giudicano, anche limitandosi a far notare i comportamenti scorretti degli altri, poi per loro le cose peggiorano. Decisamente le sue parole non sono politicamente corrette, e non gli importa, perché dice chiaramente a Milton di scrivere ciò che sta dicendo, in un libro che bene o male è ancora possibile trovare in commercio. Persone che parlano liberamente di comprare i giudici… non ho idea di cosa abbia visto o sentito lui o se stia esagerando basandosi su mezze voci e impressioni, ma un’affermazione di questo tipo non meriterebbe l’apertura di un’inchiesta? Quanto ai giudici che minacciano, sì, anche a me è capitato d’imbattermi in un giudice che ha fatto una minaccia pur di ottenere un determinato risultato, e se è capitato a me che sono al di fuori del pattinaggio, mi domando cosa possano aver visto o sentito gli atleti, quelli che in quell’ambiente ci vivono.

La menzione di Linichuk è interessante, e non perché io abbia qualcosa contro di lei. Quello che mi interessa è la sottolineatura dell’importanza dell’allenatore per avere buoni voti. Le giurie, che abbiamo già visto che a volte si fanno influenzare dalla nazionalità o dalla fama di un atleta, o anche da pregiudizi personali, e i cui membri possono prendere accordi non proprio regolari fra loro, possono pure tenere conto, nei loro voti, di chi sia l’allenatore di un determinato atleta. Andiamo bene… Però su un dettaglio Brunet non è preciso, perché non capita solo ai danzatori di essere continuamente presi a bastonate e di dover trovare la forza per andare avanti. Vorrei che fosse possibile fare qualcosa per tutti loro.

Dalle parole di Brunet raccolte da Milton mi sposto direttamente su Milton.

You could make an argument that Shae-Lynn Bourne and Victor Kraatz might have been outpoliticked for the silver medal at the 1997 World Championship. They had defeated defending silver medalists Anjelika Krylova and Oleg Ovsiannikov handily at the Grand Prix Final two weeks before, with a 5-2 split in judges. Both couples stepped up their level of skating at Worlds, but it was a different judging panel and a 6-3 split for the Russians in the free dance.

[…] In the corridors of the arena at Worlds, there was a lot of huddling among national federation representatives, and much of the talk was about dance. Favors may have been traded off; they may not have been. But the Canadians know that for the Olympics, their representatives have to be part of those huddles (Skate Talk, pag. 187).

Milton evidentemente non ha le prove di nulla e può solo parlare delle voci di corridoio, e già solo il fatto che ci siano voci di questo tipo è sufficiente a creare un ambiente malsano. Comunque no, per i Giochi olimpici i canadesi non sono entrati nei giochi politici, a fare i loro giochi sono state altre federazioni. La stessa Shae-Lynn Bourne ha parlato della politica nella danza. All’inizio (1983) lei aveva partecipato alle gare delle coppie di artistico, ma un numero eccessivo di cadute, con conseguenti infortuni, l’ha spinta a cambiare disciplina per avere una carriera più lunga. Il sodalizio con Viktor Kraatz è iniziato nel 1991, la loro prima partecipazione al Campionato del mondo è stata nel 1993, poco dopo aver conquistato il primo dei loro dieci titoli nazionali.

I think the dance discipline is probably the most political of them all. The whole sport is very political, and I knew that when I go into it. I didn’t know the depth of it until I got into the dance world, thought.

In fact, it wasn’t until 1996 that I saw how political it was. I think before that we were both very naive and blind. We just skated (Shae-Lynn Bourne in Steve Milton, Skate Talk, pag. 187).

Sarebbe bello se i pattinatori potessero continuare a pattinare, senza preoccuparsi di altro.

1997, Finale di Grand Prix

In realtà l’episodio è più lungo, parte dall’NHK Trophy, dove il giudice canadese Jean Senft, per usare le parole di Bianchetti Garbato

aveva avuto l’impressione che qualcosa di strano stesse accadendo fra i giudici della danza. (pag. 206)

Ricordo la situazione dell’epoca. È la stagione olimpica, i campioni del mondo in carica sono i sovietici Oksana Grishuk (o Pasha Grishuk, come ha preferito farsi chiamare da un certo momento in poi)/Evgeni Platov, che hanno vinto il titolo davanti ad Anjelika Krylova/Oleg Ovsiannikov e a Shae-Lynn Bourne/Viktor Kraatz, e anche nel 1996 il podio era stato occupato dalle stesse tre coppie, nello stesso identico ordine. Grishuk/Platov, tanto per gradire, erano pure i campioni olimpici in carica, perciò godevano di un notevole prestigio. Cos’è successo all’NHK Trophy?

Un solo giudice, quello statunitense, ha assegnato il primo posto a Bourne/Kraatz, tutti gli altri giudici lo hanno assegnato a Grishuk/Platov. Un solo giudice, quello italiano, ha assegnato il secondo posto a Fusar-Poli/Margaglio (ancora una coppia relativamente giovane, le medaglie importanti sarebbero arrivate nel successivo quadriennio olimpico), tutti gli altri gli hanno assegnato il terzo posto. Bourne/Kraaz sono stati i secondi per sette giudici, i primi per il giudice statunitense e i terzi per quello italiano. Non ho idea di chi siano, non ho trovato i loro nomi indicati da nessuna parte, solo la nazionalità. Per le gare vecchie è difficile trovare video relativi a tutti i programmi, o di tutti gli atleti, o video che comprendono anche il punteggio. In molti casi tutti quello che abbiamo sono i ricordi di chi ha assistito agli eventi e le classifiche finali. Questa è quella di danza dell’NHK Trophy 1997:

Quante probabilità ci sono che dieci coppie mantengano sempre la stessa posizione in tutte le fasi di gara? Solo la seconda coppia giapponese e quella cinese hanno avuto uno slittamento di un posto, tutte le altre coppie come hanno iniziato hanno finito. Sarò diffidente, ma sembrano posizioni decise in anticipo. Secondo Bianchetti Garbato, Senft, allarmata dal comportamento del giudice russo, di cui non fa il nome, ne parla con Wolfgang Kunz, presidente di giuria e presidente della Commissione Tecnica della Danza, ma visto che non ha prove e che nessuno è disposto a testimoniare con lei, la parola di Senft finisce nel nulla.

Alla finale di Grand Prix le cose si ripetono, con Senft che nota “che il giudice russo discuteva animatamente di piazzamenti con altri giudici”, quindi si ripete il balletto di segnalazione a Kunz e nulla di fatto per mancanza di prove. Ovviamente Grishuk/Platov si piazzano in testa dopo la prima parte di gara, davanti ai canadesi Bourne/Kraatz, ai francesi Anissina/Peizerat, ai russi Lobacheva/Averbukh, agli statunitensi Punsalan/Swallow e agli italiani Fusar-Poli/Margaglio. Cosa succede nella danza originale? Evgeni Platov cade.

https://www.youtube.com/watch?v=1z_CFFF8NhQ

Non sono riuscita a trovare l’intero programma, ma la caduta è evidente, caso mai il video dovesse sparire posto una manciata di screenshot:

Grishuk si è abbassata perché il movimento faceva parte della coreografia, Platov no. Questo gli fa perdere posti? Ma nemmeno per sogno, i russi sono stati messi

al primo posto da tutti i giudici tranne quelli americano e canadese. La gara chiaramente non era stata giudicata in base al pattinaggio, ma piuttosto in base a piazzamenti predeterminati (Bianchetti Garbato, pagg. 206-207).

Gli unici video completi che ho trovato riguardano non la danza originale ma quattro delle sei danze libere, vediamo i punteggi di chi è andato sul podio:

I numeri in basso li ho aggiunti io, indicano in quale posizione di classifica ciascun giudice ha piazzato la coppia. Grishuk/Platov primi per tutti i giudici tranne quello statunitense che invece ha preferito Bourne/Kraatz, pure quello canadese (Jean Senft) ha ritenuto che i russi siano stati i migliori. I francesi sono stati piazzati al terzo posto da quattro giudici, quanto basta (combinando questi piazzamenti con i piazzamenti delle altre due coppie) per farli finire quarti, e al secondo da tre giudici. Sono l’italiano, il francese, che è riuscito ad assegnare pure un 6.0 per la presentazione (ma ai russi aveva dato il 6.0 in entrambe le voci del punteggio), e il russo. Francesi e russi… non è che avevano già iniziato a sostenersi a vicenda da bravi amici? Fra l’altro pur senza citare un episodio specifico, parlando della federazione francese Milton ha scritto che dopo un quarto di secolo di difficoltà

in the late 1980s, the country returned to world prominence, competitively and politically, and stayed there, led by a federation that was hyperaggressive, gusting up to scandalous (Figure Skating’s…, pag. 116).

Cosa significa che una federazione è aggressiva? Non attiva nell’aiutare i pattinatori a sostenere le spese degli allenamenti, a formare allenatori o a realizzare strutture, ma aggressiva. Non so perché, ma la frase di Milton desta in me una brutta impressione.

Questa la classifica finale:

Anche in questo caso le uniche coppie che si sono scambiate le posizioni sono state quelle in coda alla classifica.

1998, Giochi olimpici

Visto che per mancanza di prove Jean Senft non aveva potuto fare niente, ai Giochi olimpici ha deciso di tenere a portata di mano un registratore per procurarsi eventuali prove. Ottima decisione direi, visto che

poco prima della gara di danza libera, Jean ricevette una telefonata nella sua camera d’albergo da parte del giudice ucraino, Yuri Balkov, il quale elencò i piazzamenti “concordati” per la danza libera e le disse che anche il giudice lituano e quello cecoslovacco facevano parte del gruppo. (Bianchetti Garbato, pag. 207

Uno screenshot che ho piazzato più in basso elenca l’intero pannello di giuria, ma visto che i nomi presenti negli screenshot non sono rintracciabili con una ricerca testuale, ricordo che il giudice lituano è Eugenia Gasiorowska, quello cecoslovacco Jarmila Portova. Non citato nel libro ci sono un paio di giudici che conosceremo bene e la cui presenza (spesso in coppia), secondo me, non deve passare inosservata, la russa Alla Shekhovtsova e l’ucraino Yuri Balkov. Quanto all’Assistant Referee, quello che insieme a Kunz doveva controllare la regolarità della gara, è il russo Alexander Gorshkov.

Senft non è stata l’unica a ricevere informazioni in anteprima. Chi parla è Tracy Wilson, all’epoca commentatrice per la CBC:

“Before that, I didn’t want to question it because it was what you had to believe in.… I came up in that system! And I didn’t question it. But as I watched as an observer, with everything I knew as a dancer … it wasn’t right.

“So I started questioning it, too, and researching it. Then I had a Canadian official come up to me before the event in Nagano and say, ‘Here’s what’s going to happen…’ and he told me the placements in the compulsory dance before they ever took place. Next I had an American official coming up and telling me the results in the dance!

“So when the first dance happened—the top Russian team [Grischuk and Platov, the 1994 Olympic Champions] made a mistake, and the second Russian team [Anjelika Krylova and Oleg Ovsyannikov] was really good … but because they weren’t supposed to win, they finished second and the top Russian team won. Everything I was told would happen, happened! Interestingly, at the time Elizabeth Punsulan and Jared Swallow [of the U.S.] had some of the best compulsory dances in the world. But the Americans weren’t known for dance, and weren’t given due respect.”

Wilson found herself at a crossroads, deciding what her role should be as a commentator with the knowledge she possessed. “I either had to say nothing, or speak against the sport and the judging of it,” she recalls. “How do you call it? I couldn’t do it anymore. And when the skaters don’t believe in it and the coaches don’t and the officials don’t … it’s time to call a spade a spade.”

Wilson and producer David Winner ended up doing a feature about improprieties within the compulsory-dance event; it ran shortly after the event took place. I was awake all night,” she says. “Then the next morning, I heard that some executives caught the feed of my report … they asked David, ‘What the hell is she doing?’

“‘She’s reporting!’ he told them.

“And they said, ‘You can’t do that—why would anyone watch if the whole thing’s fixed?’

“I went back to my room and called David, and he said, ‘Trace, once you open that can of worms, pal…’” she laughs.

Gentile was one of the executives in question. “I didn’t like the idea of telling our audience that the competition was pre-judged … it didn’t really give much incentive for the audience to watch,” he explains. “We ran the piece as it was, but I had major misgivings about giving away the ending. I was hoping to come up with a way to soften the blow a little, but David and his gang—including Tracy—insisted that this was the way it was, so in the spirit of journalism, we went with it. I still don’t know if it was the right call to this day.”

“It was a flaw in the system … there were no checks and balances, so you knew the potential was there,” states Wilson. “But not just with the ice dance. It could happen anywhere, and it needed to be fixed. I heard more feedback after the Olympics, too—a lot of officials and skaters came and thanked me. The whole thing really led right into the Salt Lake City scandal [of 2002].”

“She took a hard stance,” says Lundquist of Wilson’s piece. “I know all of what happened [with vote trading] was in 2002, but Tracy really forecast it. And it was very difficult for her, a bronze medalist in that discipline … to do that on-air, in Nagano, I thought it was really terrific.” (Lawrence)

Com’è finita la gara?

Primi Grishuk/Platov, che hanno dominato la competizione dall’inizio alla fine, secondi Krylova/Ovsyannikov, terzi Anissina/Peizerat, quarti Bourne/Kraatz, con Senft che li ha piazzati terzi nella prima delle danze obbligatorie, dove complessivamente i canadesi si sono piazzati quinti, terzi nella seconda danza obbligatoria e nella danza originale, e in entrambi i segmenti di gara sono arrivati quarti, e secondi nella danza libera, dove si sono classificati al terzo posto. Cos’è che ha fatto la differenza per la medaglia di bronzo? Vediamo bene le classifiche di tutti i segmenti di gara.

Cominciamo con le colonne più a destra. Nella colonna AG (sì, il mio file è molto più grande, voi ne vedete solo una piccola parte, già così vi sto sommergendo di dati) sono elencati i pattinatori che si sono classificati nei primi sei posti nelle diverse fasi di gara: due danze obbligatorie, una danza originale, una danza libera. Nelle successive nove colonne vediamo la posizione relativa che gli è stata assegnata dai giudici, nella prima danza obbligatoria sette giudici hanno assegnato il primo posto a Grishuk/Platov e due gli hanno assegnato il secondo mentre, per esempio, cinque giudici hanno assegnato il quarto posto a Lobacheva/Averbuk, due gli hanno assegnato il quinto posto, due gli hanno assegnato il sesto posto. La colonna AR indica quanti punti ciascuna coppia ha ottenuto in quel segmento di gara. Le danze obbligatorie valevano 0,20 punti (il 10% del punteggio totale per ciascuna danza), la danza originale 0,60 (il 30%), la danza libera 1,00, quindi da sola la danza libera valeva metà del punteggio. La colonna AS riporta la somma fra le fasi precedenti di gara (colonna AR) e quella di cui ho trascritto la classifica.

A fare la differenza fra il terzo e il quarto posto sono 0,2 punti, il fatto che Bourne/Kraatz si sono classificati quinti, dietro a Irina Lobacheva/Ilia Averbukh, nella prima danza obbligatoria, perché se entrambe le coppie avessero totalizzato 7,00 il bronzo sarebbe andato ai canadesi, preferiti perché erano stati loro a eseguire la danza libera migliore. Ora guardiamo le altre colonne, quelle comprese fra W e AE. Sono le classifiche fatte dai singoli giudici, di cui ho indicato la nazionalità, in ogni segmento di gara. In realtà non sono classifiche complete, avrei dovuto guardare tutti i pattinatori e fare un bel po’ di controlli (ammesso e non concesso di riuscire a trovare su youtube tutti i video) per stilare le classifiche complete. Per esempio, nella danza libera il giudice polacco non ha assegnato il quinto posto a Lobacheva/Averbuk, gli ha assegnato il sesto, perché per lei i quinti sono stati gli statunitensi Elizabeth Punsalan/Jerod Swallow, che complessivamente si sono classificati settimi, ma visto che quella preferenza non ha influenzato il risultato delle coppie migliori l’ho tralasciata.

Per tre delle quattro fasi di gara il risultato è netto. Nella prima danza obbligatoria però è evidente come è possibile lavorare con sottigliezza. I primi tre posti hanno maggiorità di priorità nette: sette primi posti per Grishuk/Platov, il primo posto è loro, fine di ogni discussione. Sette secondi posti per Krylova/Ovsiannikov, idem come sopra, il secondo posto è loro. Sette terzi posti per Anissina/Peizerat, il terzo posto è loro. E poi? Bourne/Kraatz hanno due terzi posti, ma non bastano. Per fare la classifica serve la preferenza di cinque giudici, e qui entrano in ballo i quarti posti. Bourne/Kraatz sono stati piazzati al terzo o quarto posto da quattro giudici, Lobacheva/Averbuch da cinque, e il fatto che Bourne/Kraatz abbiano due terzi posti, e Lobacheva/Averbuk due sesti non conta nulla. Con la classifica giocata sulla quarta preferenza, Lobacheva/Averbuch, preferiti (li ho evidenziati in grassetto) dai giudici di Ucraina (Balkov), Repubblica Ceca, Russia (Shekhovtseva, e quest’accoppiata è un dettaglio da tenere bene in mente per il futuro), Italia e Francia, si sono classificati quarti nella prima delle danze obbligatorie. Una coppia che di fatto si è classificata quinta senza mai essere in lotta per le medaglie ha deciso l’assegnazione della medaglia di bronzo, e con questo non intendo dire nulla contro Lobacheva/Averbuk, ma sottolineare come a volte decisioni dei giudici che possono sembrare minime, e che nota solo chi guarda la classifica attentamente, spostano un risultato. Come ricorda Beverley Smith,

Shae-Lynn Bourne and Victor Kraatz were at the centre of a controversy over the disciplines’ judging throughout the Olympic season. It reached a fever pitch when five judges placed the world bronze medalists fifth in the first compulsory dance in Nagano. That hurt them so badly in the final placements that, even though they had finished third in their signature free dance, to “Riverdance,” they couldn’t pull up enough to get onto the podium. (pag. 274)

Cinque giudici hanno piazzato Bourne/Kraatz al quinto posto. Fra questi il giudice francese Jean-Bernard Hamel, e se Lobacheva/Averbuch si sono trovati in una situazione in cui l’unica cosa che hanno fatto è stata pattinare al meglio delle loro capacità, lo stesso non può essere detto di Anissina/Peizerat e della loro allenatrice, Muriel Zazoui, che in una lettera alla loro federazione hanno espressamente chiesto che alla gara fosse presente lo stesso giudice che li aveva giudicati alla finale di Grand Prix perché

unfortunately and still for a short time [we hope], the results do not come only from the performance, so the work and courage of Mr. Jean-Bernard Hamel as a judge at the [Grand Prix] Final was very helpful. Working in perfect understanding with the technical staff, Mr. Hamel started a very important political work that all specialists of our sport shall recognize as indispensable to get a medal for France in ice dancing. This is why we ask that, as far as possible, Mr. Hamel be assigned as a judge at the Olympic Games.”

Un lavoro politico molto importante? Quindi non solo Hamel assegnava voti che aiutavano i suoi pattinatori, ma si scambiava favori con altri giudici? Ovvio che Hamel abbia giudicato la gara, anche se in un primo tempo la sua presenza non era prevista. Come ci dice Amy Shipley, che ha scritto l’articolo,

Hamel was assigned as a last-minute replacement for another judge.

Ci sono mai state indagini su questo giudice?

Torniamo al giudice canadese.

In giugno, Senft ricevette dall’ISU una “lettera di biasimo per national bias” (Bianchetti Garbato, pag. 207).

Questa lettera ha fatto sì che la domanda presentata da Senft alla fine della stagione per diventare referee venisse respinta.

Contro questa decisione presentò ricorso al Consiglio dell’ISU, senza tuttavia esibire il nastro registrato in suo possesso. Il ricorso fu respinto. Decise allora di appellarsi alla Corte Arbitrale per lo Sport (CAS) di Losanna. Alla Corte vennero mostrati i nastri registrati delle gare sia dei canadesi che dei russi alla finale di Grand Prix e alle Olimpiadi invernali […] Nella speranza che la Corte aprisse un’indagine indipendente sulla giuria e il modo di giudicare, la Senft esibì anche il nastro registrato con la telefonata del giudice ucraino, Yuri Balkov, che chiedeva sostegno per la coppia del suo Paese. La corte deliberò che l’ISU non aveva diritto di sanzionare la Senft per “National bias” e stabilì un risarcimento di 20.000 dollari per le spese legali da lei sostenute. Ma nessuna inchiesta venne aperta sulla giuria, né venne data alcuna spiegazione circa il motivo di questa decisione. (Bianchetti Garbato, pag. 208)

Dopo quest’episodio l’ISU ha deciso finalmente di aprire una sua inchiesta, ha giudicato Yuri Balkov colpevole di bloc judging e lo ha sospeso per un anno. Nel 2000 era lì a giudicare la gara di danza al Campionato del mondo come se non fosse successo nulla (Bianchetti, pag. 30). La cosa è ricordata rapidamente anche da Milton, con il commento che

Somehow both judges [Balkov e Senft, che Milton indica solo per nazionalità, senza fornire i nomi] were suspended and the Ukranian made it back to a world championship judging panel before the Canadian did. (Figure Skating’s…, pag. 62)

Notata la differenza? Negli anni ’50, quando c’erano pochi interessi economici legati a sponsor e diritti televisivi, e quando a combattere i giudizi manipolati c’era Bianchetti Garbato, per le violazioni gravi c’era la squalifica a vita. Nel 1978 la sospensione era comunque lunga, un giudice che non può giudicare per 10 anni sparisce dalla carriera di un atleta, perché sono pochi quelli che gareggiano più a lungo. In tempi recenti le sospensioni sono state accorciate, mica si può togliere ai giudici la possibilità di giudicare solo perché sono stati disonesti, giusto? Poverini, poi magari vanno in depressione. E, ciliegina sulla torta, Senft è stata sospesa per sei mesi perché, come ha spiegato Ottavio Cinquanta,

il suo comportamento in occasione di una gara non fu consono alla condotta di un giudice internazionale (Bianchetti Garbato, pag. 208).

Quale comportamento? Registrare un collega che imbrogliava per procurarsi le prove che, in ben due occasioni precedenti, le era stato detto fossero indispensabili per poter fare qualcosa? Che nella stagione ci siano stati giudizi strani è ricordato brevemente anche da Beverley Smith, parlando delle

wild judging controversies that rocked the discipline during the 1997-1998 Olympic season (pag. 269)

e da Steve Milton (Figure Skating’s…, pag. 183 e 185). L’intervento dell’ISU contro Balkov, molto più modesto rispetto a quelli degli anni passati, non è stato esattamente un’iniziativa della federazione, che avrebbe preferito far finta di nulla. E, dopo quest’episodio, il regolamento è stato modificato.

The rush to adopt new rules for ice dancing was media-driven, because the ISU as a whole refused to acknowledge publicitly that there were problems with the honesty of judging at competitions throughout the Nagano Olympic season.

During 1997-98, there were charges that blocs of judges, led by the Russians, banded together to keep Russians at the top of the podium and its alleged allies, France and Italy, high in the standings. The controversy was at his height at the Nagano Olympics, were the countries that made up the ten-member panel were known a year ahead of time. That gave dishonest judges lots of time to plot theyr strategy, critics said. (Smith, pagg. 285-286)

Un altro fronte su cui l’ISU ha agito, oltre alla molto spontanea squalifica di Balkov, è stata la modifica del sistema in cui vengono sanzionati i giudici. Non so se ci siano state ulteriori modifiche in seguito, ma secondo Bianchetti Garbato,

mentre fino al 2000 i giudici incompetenti o scorretti potevano essere sospesi, con il nuovo sistema ci vogliono anni prima di riuscire a eliminarne uno. (pag. 209)

Per quanto riguarda Bourne/Kraatz, secondo il russo Nikolai Morozov (che per quasi due anni è stato sposato con Shae-Lynn, quindi potrebbe essere di parte),

“If they were Russian, thet would have been world champions many times” (Milton, Figure Skating’s…, pag. 182).

Morozov a parte, già nel 1997 Steve Milton aveva scritto che

the couple have had their sights squarely set on a World and Olympic title. Much of that will depend, of course, upon ice dancing’s politics (Skate Talk, pag. 80),

e se è impossibile dire con certezza in anticipo chi vincerà, perché anche i favoriti possono sbagliare, possono emergere nuovi atleti di talento o possono fare un salto di livello atleti che sono già in circolazione, e c’è sempre il rischio di un infortunio, il fatto che si parli così apertamente di politica della disciplina è preoccupante. Per la cronaca, questi sono i risultati di Bourne/Kraatz (e sì, ho tifato anche per loro. L’assenza a parte delle competizioni della stagione 1999-2000 è legata a un infortunio di Bourne):

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4 Responses to Di giudici, giurie e giudizi equi/8. 1995-1998

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