National bias: Cina/1. Da Weiguang Chen a Xixia Liu

Dopo le tabelle generali, passo a guardare i casi particolari. Ovviamente è una selezione perché guardare tutte le gare richiederebbe troppo tempo. Inizio con i giudici cinesi, per comodità procedo in ordine alfabetico. Questa è un’immagine che ho già postato, con le gare che hanno giudicato alcuni di loro.

Weiguang Chen

Il primo nome che incontriamo è quello di Weiguang Chen, sospesa dopo la gara olimpica per national bias.

Sospesa per due anni, e non potrà giudicare ai Giochi olimpici di Pechino. Due anni? Guardiamola bene la tabella, e chiediamoci se non poteva essere sospesa prima di PyeongChang. Secondo me c’erano tutti gli estremi per dire che è un giudice di parte già al Campionato del mondo 2017, e poi ci sono stati ancora il Finlandia Trophy 2017 (coppie di artistico), la Cup of China 2017, Skate America 2017 e il Four Continents 2018. Quante gare servono all’ISU per accorgersi che qualche giudice assegna i voti in modo molto fantasioso? Ma forse l’ISU non controlla i voti che i giudici assegnano ai pattinatori, altrimenti questo non avrebbe potuto passare inosservato:

Campionato del mondo junior 2020, programma libero di Yuma Kagiyama. Il giudice canadese Jerome Poulin assegna un voto in skating skills lievemente sotto alla media. Ma sotto di poco, non varrebbe nemmeno la pena parlarne… Per la verità Poulin è stato quasi sempre entro limiti di national bias ragionevoli, le eccezioni sono due edizioni della gara femminile all’Autumn Classic International. In questo caso suppongo abbia sbagliato a schiacciare i tasti con cui si assegnano i voti. L’errore umano è ragionevole ma preoccupante, perché in questo caso lo vediamo che c’è un errore, ma in quanti casi i giudici avrebbero voluto assegnare un voto, hanno sbagliato a schiacciare i tasti, ma nessuno se n’è accorto perché l’errore è stato piccolo? Però a volte anche differenze minime possono cambiare un risultato, il fatto che gli errori possano avvenire con questa facilità fa capire che bisogna trovare un sistema per impedire che errori così possano verificarsi.

Se in questo caso l’unica critica che mi sento di muovere a Poulin è legata alla disattenzione – anch’io faccio parecchi refusi, so quando è facile schiacciare un tasto al posto di un altro, anche se io ho la possibilità di correggere i mei errori quando li vedo e da quello che scrivo io non dipende la carriera di nessuno – il comportamento dell’ISU è grave. È grave perché l’errore non è stato corretto, il che significa che o non gli importa di correggere gli errori o che non se ne sono accorti. Non so quale delle due ipotesi sia vera, ma entrambe gettano una bruttissima luce sulle gare perché non possiamo avere la certezza che vengano giudicate correttamente. Chi dovrebbe vigilare non lo fa, quindi i giudici possono fare tutto quello che vogliono. Giudici come Weiguang Chen, che avrebbe meritato una squalifica e non una semplice sospensione già dopo il Campionato del mondo 2017.

A quella gara Chen è arrivata dopo aver giudicato, fra l’altro, la gara maschile alla Cup of Cina 2016. L’oro è andato a Patrick Chan con 279.72 punti (83.41+196.31) davanti a Jin, che ha vinto l’argento con 278.54 punti (96.17+182.37). Fosse stato per Chen però l’oro lo avrebbe vinto Jin con 287.85 punti (100.38+187.47) davanti a Chan con 272.91 punti (81.65+191.26 punti). Sul punteggio di Jin c’è una differenza di 9.31 punti in più, su quello di Chan di 6.81 punti in meno, il bias sui due pattinatori è di 16.12 punti, anche se nell’intera gara, contando anche quegli altri otto pattinatori che non sono mai stati in lotta per l’oro, il bias è di soli 8.02 punti.

Vediamo cos’è successo nella gara maschile di Helsinki.

Anna Kantor è… notevole, mi sa che prima o poi dovrò trovare il tempo per guardare i suoi voti. Di Daniel Delfa, che è riuscito per poco a restare sotto i 9.00 complessivi ma il cui bias è alto, ho già parlato, ma forse in futuro lo guarderò meglio. Il turno di Jeff Lukasik arriverà quando mi soffermerò sui canadesi. E poi c’è Chen. Chi gestisce Skating Scores mi sta facendo un grosso favore inserendo confronti di molti tipi e risparmiandomi parecchi calcoli, e ha i miei più sentiti ringraziamenti. Vediamo come sarebbe dovuta andare la gara secondo Chen:

Nel programma corto Chen è stato piuttosto generoso con tutti, solo Javier Fernandez, Alexander Majorov, Jorik Hendrickx, Keiji Tanaka e Julian Zhi Jie Yee hanno ricevuto da lui voti inferiori rispetto alla media (per la verità hanno ricevuto voti inferiori anche alcuni pattinatori che non si sono qualificati per il libero e che non sono entrati nello screenshot). Certo, c’è generosità e generosità, quella per Boyang Jin, +7.15 punti, è la più alta, seguita da quella per Deniss Vasiljevs (+5.59) e da quella per Kevin Reynolds (+5.14). Quello di Jin in questo caso non sarebbe il quarto programma corto, ma il terzo. Vediamo quale sarebbe stata la situazione sommando il corto al libero, il secondo e non il terzo. Mi limito al gruppo dei migliori, che ha fatto gara a sé, perché ogni nome che aggiungo significa tempo e onestamente l’impegno richiesto da questi testi è notevole.

A sinistra abbiamo il risultato effettivo della gara. A destra ho fatto due ipotesi. In alto ho sommato i punteggi assegnati da Chen ai pattinatori nelle due fasi di gara. Hanyu avrebbe vinto comunque, nell’occasione ha interpretato un libero perfetto anche se non tutti se ne sono accorti. Però per Chen Jin avrebbe meritato l’argento, non il bronzo. L’unica altra variazione sarebbe stata l’inversione fra Patrick Chan e Nathan Chen sulla quinta e sulla sesta posizione. In basso ho sommato il punteggio reale nel programma corto – il dato da cui i pattinatori partivano nel momento in cui scendevano in pista per il libero – con il punteggio assegnato da Chen nella seconda fase di gara. E… niente, per lei Jin meritava comunque l’argento. Vediamo i punteggi più originali.

Nel programma corto Chen è stata l’unica ad assegnare il +3 alla combinazione iniziale di Jin, gli altri si sono fermati a +2. Anche senza riguardare il programma di Jin probabilmente è una variazione che rientra nella discrezionalità di giudizio. Però tutti gli altri voti sono +2, quando dagli altri giudici Jin ha ricevuto complessivamente un +3, quattordici +2, ventotto +1 e cinque 0. Forse forse i voti almeno per la prima e la terza trottola e per il quadruplo toe loop sono un tantino esagerati. Passando ai components, il giudice australiano evidentemente ha gradito molto il programma di Jin, ma tutti gli altri si sono mantenuti su valori molto più bassi.

Nel libero Uno è caduto sul triplo Lutz, perciò ha ricevuto un -3 quasi unanime. Non perfetto neppure il primo quadruplo toe loop. Per il resto però Chen ha assegnato un +2 sulla sequenza di passi e sulla combinazione del quadruplo toe loop, sugli altri elementi si è fermata al +1. Per tutti gli altri giudici la quasi totalità dei voti è compresa fra +3 (ventisei) e +2 (quarantotto), i +1 (ventidue) e gli 0 (tre) sono decisamente più scarsi. Fra l’altro fra i giudici più severi con Uno ci sono lo spagnolo e il canadese, perciò mi sa che i loro voti, più alti di quelli di Weiguang Chen, non dovrebbero essere usati per un confronto serio. I tre 0 arrivano da Delfa (uno) e Lukasik (due). Nei components Chen è stata la più severa, solo lei e Delfa hanno giudicato Uno meritevole dei quinti voti.

Con Jin Chen si è attestata quasi solo sul +2. Due giudici, quello ucraino e quello coreano, hanno assegnato voti più alti dei suoi, però quei giudici hanno comunque preferito Uno a Jin, semplicemente hanno assegnato voti più alti della media a tutti i dieci migliori pattinatori (quello ucraino ha fatto un’eccezione per Hanyu, lievemente penalizzato). Anche nei components la generosità di Chen è stata superata solo da quella del giudice britannico, l’unica, oltre Chen, a ritenere che quello di Jin sia stato il secondo migliore programma della giornata.

Al Finlandia trophy il bias complessivo di Chen nelle coppie di artistico è stato di 12.56 punti, un bel segnale d’allarme, anche se il risultato non sarebbe cambiato, con il successo di Chen Peng/Yang Jin davanti a Nicole Della Monica/Matteo Guarise. Però Della Monica/Guarise si sono presi la soddisfazione di vincere il libero, Chen gliel’avrebbe tolta regalando 7.97 punti a Peng/Jin.

Nella gara maschile apparentemente non ci sono problemi, il bias è di 2.36 punti nel programma corto, 1.03 nel libero, 3.39 complessivi. Io ho deciso di andare a guardarlo lo stesso, e ho visto alcuni numeri affascinanti. Come si fa a evitare di spiccare in questo grafico?

Così:

I pattinatori cinesi sono due. Uno, Tangxy Li, non conta, all’ultimo Four Continents Championship si è classificato ventunesimo, al precedente venticinquesimo, è il terzo pattinatore cinese quindi è sacrificabile perché lui non vincerà medaglie importanti. Si abbassano i suoi voti così il suo bias negativo fa media con quello positivo di Jin e i numeri rimangono alti ma non altissimi. E poi si alzano i voti di qualcuno che non è rilevante perché non lotta per le medaglie. Con voti molto alti a Roman Sadovsky, Kevin Reynolds e Daniel Albert Naurits, la media dei non cinesi si alza e il bias è meno evidente. Ecco come si arriva a quel 3.39 finale. Per vedere davvero i bias bisogna guardare tutti i punteggi e capire su quale atleta ciascuna nazione sta puntando. La gara l’ha comunque vinta Jin, ma nella realtà il suo vantaggio è stato di 1.59 punti su Vincent Zhou e di 2.72 punti su Adam Rippon, Chen avrebbe fatto salire questi vantaggi fino a 10.49 e 19.22 punti, perché è bene chiarire per tempo che le sue prestazioni sono molto migliori di quelle dei suoi avversari.

La gara successiva è stata la Cup of China. Stavolta non faccio tutti i calcoli, mi limito ai più significativi. Indico solo i totali.

Per Chen Boyang Jin guadagna una posizione e vince l’oro, Han Yan ne guadagna due e vince il bronzo, e io mi domando come mai nessuno abbia notato questi voti. Visto che l’ha fatta franca con un bias di 15.83 punti, al successivo Skate America Weiguang Chen si è superata, raggiungendo i 17.90 punti, anche se bisogna riconoscerle che sarebbe riuscita a stabilire il primato personale all’Olimpiade con 25.56 punti. Non so se sia anche record del mondo, un controllo di questo tipo sarebbe davvero lungo (edit: alla fine il controllo l’ho fatto e non è record del mondo, quello lo detiene Ece Esen con 28.02 punti di bias nella gara femminile dell’US International Classic 2019, il bias di Chen è solo il terzo). Va bene, non corriamo. Skate America, sempre gara maschile.

Han Yan rimane al quinto posto, ma Boyang Jin sale dal quarto fino alla medaglia d’argento. Chen ha giudicato la gara maschile e quella femminile sia senior che junior alla finale di Grand Prix, ma visto che non c’erano pattinatori cinesi – Jin si era qualificato con l’ultimo posto utile, ma si è ritirato lasciando spazio a Jason Brown – nell’occasione non ci sono stati problemi di national bias. Quindi è andato al Four Continents Championship. Lì i pattinatori cinesi erano tre. La gara l’ha vinta Jin con 3.01 punti di vantaggio su Shoma Uno, Chen per andare sul sicuro ha regalato 18.39 punti a Jin e ne ha tolti – sarebbe più corretto scrivere che non li ha assegnati – 16.15 a Uno. Per lei sia Han Yan che He Zhang avrebbero meritato di concludere la gara un posto più in su.

Infine i Giochi olimpici. Ho riportato parte del documento ufficiale con cui l’ISU ha sospeso Chen qui: https://sportlandiamartina.link/2020/10/25/di-giudici-giurie-e-giudizi-equi-14/. La sua vicenda lascia spazio a molte domande. Perché Chen non è stata sospesa prima? Perché è stata sospesa per soli due anni? Cosa si può fare per evitare il ripetersi di situazioni come questa?

Per l’ultima domanda potrebbe essere un aiuto punire severamente chi si comporta in modo scorretto, magari qualcuno per paura di essere squalificato vota in modo un po’ più onesto, e se anche gli altri non imparassero la lezione, un giudice squalificato è già qualcosa perché almeno lui non può più fare danni. E controlli più attenti da parte dell’ISU, e un maggiore uso delle tecnologie dove possibile, potrebbero aiutare.

Dang Fan

Passiamo al prossimo giudice, Dang Fan. Lui (o lei? con i nomi cinesi troppo spesso non capisco se stiamo parlando di un uomo o di una donna) ha giudicato cinque gare maschili, due femminili e due di coppie di artistico. Il suo bias complessivo si trova entro limiti accettabili, 5.47 punti, anche se in quattro gare si è dimostrato patriottico. La prima è il Grand Prix di Helsinki del 2018, anche se 9.06 punti di bias non sarebbero stati sufficienti a far spostare Jin dal quinto posto. Al Campionato del mondo 2019, dove ha giudicato solo il libero, per lui Jin avrebbe meritato il quarto posto nel segmento di gara davanti a Shoma Uno. Il bias sul programma è di 6.19 punti, ma con i rivali diretti, Uno, che ha eseguito il quarto libero, è di 10.96 punti, con Mikhail Kolyada, che nella realtà ha eseguito il sesto fermandosi a soli 24 centesimi da Jin, è di 11.80 punti. Al Lombardia Trophy, dove Jin non avrebbe avuto bisogno di nessun aiuto per vincere facilmente la gara, il bias è stato di 20.05 punti, oltre il doppio di quanto può essere ritenuto accettabile. Che il risultato finale sia corretto ha poca importanza: se Fang giudica a questo modo gare non di primo livello e quando il risultato non è in discussione, cosa potrebbe fare se dovesse giudicare gare più importanti? Perché non è stato sospeso?

L’ultima gara a lui giudicata è quella delle coppie di artistico al Four Continents Championship 2020. Anche qui il risultato non è stato in discussione con netta la vittoria di Wenjing Sui/Cong Han davanti a Chen Peng/Yang Jin, a loro volta capaci di superare in modo ancora più netto Kirsten Moore-Towers/Michael Marinaro, ma il bias è di 10.04 punti.

Bing Han

Bing Han per ora ha giudicato una sola gara, e se il buongiorno si vede dal mattino possiamo già iniziare a tenerlo d’occhio. Per la verità la gara, l’Internationaux de France 2018, è stato il festival del national bias, ma Han è riuscito a vincerlo. Lui ha attribuito al suo connazionale Boyang Jin 13.33 punti in più della media, superando i 12.20 punti regalati da Anna Kantor a Daniel Samohin, i 10.31 punti regalati da Kevin Rosenstein ai suoi connazionali, Nathan Chen e Jason Brown (il dettaglio lo guarderò quando arriverò a lui), gli 8.36 punti regalati da Philippe Meriguet a Romain Ponsart e gli 8.18 regalati da Agita Abele a Deniss Vasiljevs. Al confronto Maria Abasova, che ha regalato 6.22 punti a Alexander Samarin e Dmitri Aliev, si è contenuta (comunque arriverò anche a lei). Bias più basso per Reaghan Fawcett (1.85 punti, ma sul solo programma corto perché Nicolas Nadeau non ha disputato il libero) e addirittura negativo per Etsuko Azuma, che ha bastonato Keiji Tanaka togliendogli 2.86 punti. Nella gara Jin si è classificato nono, Han lo avrebbe fatto salire all’ottavo posto facendogli scavalcare Tanaka.

Feng Huang

Feng Huang è un altro giudice sospeso dopo PyeongChan, e i suoi voti mi interessano particolarmente perché ci forniscono un metro di giudizio.

La prima gara in cui conosciamo i voti che ha assegnato ai suoi connazionali è il Campionato del mondo 2017, disciplina coppie di artistico. La vittoria è andata a Sui/Han, ma loro non erano l’unica coppia cinese presente.

Xiaoyu Yu/Hao Zhang secondi sia nel corto che nel libero, e ovviamente anche nella gara, e Huang è stato l’unico giudice a pensarla così, ma non è sospetto, vero? In compenso sembra che Aljona Savchenko/Bruno Massot non gli stessero troppo simpatici. Visto che i voti più strani non sono quelli per Sui/Han ma quelli per Savchenko/Massot e quelli per Yu/Zhang, mi limito a guardare loro. I voti del giudice russo, Elena Fomina, non vanno presi sul serio, in gara c’erano due coppie russe molto forti, Evgenia Tarasova/Vladimir Morozov, che hanno vinto il bronzo, e Ksenia Stolbova/Fedor Klimov, che si sono dovuti accontentare del quinto posto perché hanno eseguito un pessimo programma corto, ma il bias di Fomina è stato di 9.19 punti, inferiore ai 13.17 di Huang ma certo non piccolo. Mi sono limitata a segnare i voti che spiccano di più.

Ci sono alcuni GOE affascinanti, ma il meglio di sé Huang lo ha dato nei components. Siamo tornati all’arbitrarietà dell’impressione artistica del vecchio codice di punteggi: evidentemente quel programma le ha trasmesso più emozioni. Che poi esistano dei criteri oggettivi con cui assegnare i voti – non facili da valutare, ma bisognerebbe almeno provarci – è un optional.

NHK Trophy 2017, coppie di artistico.

Il risultato è corretto, ma sarà un caso che le uniche coppie a cui il giudice cinese ha abbassato il punteggio sono quelle russe. Quanto ad alzarlo, chi ha avuto la maggiore spinta, per pochi centesimi, è la coppia giapponese Sumire Suto/Francis Boudreau-Audet, che non ha mai lottato per le medaglie importanti (erano arrivati diciassettesimi all’ultimo Campionato del mondo, e decimi al Four Continents Championship), seguita dalla coppia cinese Sui/Han.

Alla finale di Grand Prix junior 2017 il discorso cambia. Questi sono pattinatori giovani, in futuro saranno loro a lottare per le medaglie più importanti, ora è importante farsi notare, in modo da essere trattati con un occhio di riguardo fin da subito. Gareggiano una coppia australiana (ricordo che Ekaterina Alexanrdovskaya è morta, quasi certamente suicida, lo scorso 17 luglio, e mi domando se il pattinaggio non abbia in qualche modo contribuito alla sua depressione, e se non fosse possibile aiutarla), quattro russe e una cinese.

La posizione relativa di cinque delle sei coppie non cambia, segno che Huang usa quasi sempre lo stesso metro di giudizio degli altri giudici. C’è una sola coppia che si sposta, quella cinese, quarta nel complesso, prima per Huang, che ha avuto un national bias di 14.52 punti.

Visto che era a Nagoya per la finale di Grand Prix, Huang ha giudicato anche i senior. Il bias stavolta è stato di 18.64 punti.

Savchenko/Massot proprio non gli piacciono, anche stavolta sono stati i più penalizzati e per lui avrebbero dovuto vincere l’argento, non l’oro. L’oro avrebbe dovuto essere di Sui/Han, il bronzo di Yu/Zhang, che invece hanno concluso la gara al sesto posto. Nonostante questi precedenti, a Huang è stato consentito di giudicare l’Olimpiade. Quando capirà l’ISU che i giudici scorretti vanno fermati appena li si identifica, invece di consentirgli di fare ulteriori danni? Ma forse non li hanno identificati, forse non hanno fatto nessun controllo.

Nel team event olimpico Huang avrebbe fatto guadagnare due posizioni sia alla coppia di artistico, Yu/Zhang, sia al concorrente maschile, Han Yan, ma il risultato non sarebbe cambiato. I distacchi sono troppo grandi, la Cina si sarebbe piazzata comunque al sesto posto della classifica e non avrebbe preso parte al programma libero. E poi c’è la gara delle coppie di artistico, quella che gli è valsa la sospensione. Il bias complessivo, rispetto alle altre gare, è basso, solo 8.83 punti. Ma come li ha distribuiti questi punti?

9.83 punti in più a Sui/Han, che vincono l’oro e non l’argento. 3.07 punti in meno a Duhamel/Radford, che nonostante la penalizzazione salgono dal bronzo all’argento. 9.09 in meno a Savchenko/Massot, che scendono dall’oro al bronzo. Spiacente, Aljona, ti toccherà riprovarci fra quattro anni. Va bene, io mi sono commossa quando Aljona ha finalmente vinto quell’oro che inseguiva da tanto tempo (insieme a Bruno, le gare di coppia si vincono e si perdono in due), ma la mia commozione non è un metro di giudizio. Quello che conta è ciò che i pattinatori fanno in pista. Prima di vederlo nel dettaglio noto che se guardiamo solo due coppie, Savchenko/Massot e Sui/Han, il bias di Huang a favore dei cinesi è stato di ben 18.92 punti. Già che c’era Huang ha dato una spintarella a Yu/Zhang, facendoli salire dall’ottava alla settima posizione (il bias fra loro e Zabijako/Enbert è stato di 11.56 punti) e a Peng/Jin, che nella realtà hanno eseguito il diciassettesimo programma corto e quindi sono stati la prima coppia a non qualificarsi per il libero, ma che per Huang avrebbero eseguito il quindicesimo corto e quindi avrebbero dovuto disputare anche la seconda parte della gara. E ora vediamo il dettaglio, non scritto da me ma dall’ISU. Questo è parte del documento ufficiale con cui ha sospeso Feng Huang.

Giusto per chiarire i numeri, questo è il protocollo di gara. Feng Huang era il giudice 2.

Non ha dato voti alti, no. Sui/Han hanno interpretato un bel programma, nulla da dire su questo, ma solo +3 di GOE e quasi il massimo nei components?

Tarasova/Morozov di +3 ne hanno ricevuti solo due, quando tutti gli altri giudici he hanno assegnati almeno tre. Spicca il giudice 8, l’italiano Walter Toigo, che ogni tanto s’innamora perdutamente di qualche programma e schiaccia solo il tasto del voto più alto. Nei components ci sono due voti inferiori al 9.00, e solo il giudice tedesco (guarda un po’ che caso) Elke Treitz ha assegnato un voto inferiore a 9.00, tutti gli altri hanno assegnato voti più alti.

Per Duhamel/Radford nessun +3. Certo, altri due giudici non ne hanno assegnato nessuno, il francese e l’israeliano, ma i loro voti sono comunque stati più alti di quelli di Huang. Nei components il giudice israeliano è stato il più severo, seguito dal cinese.

Il Salchow di Massot è stato solo doppio, da qui la posizione di classifica bassa per la coppia. Però se in due elementi Huang non ha proprio potuto evitare di assegnare il +3 – se non dai un +3 al twist di Savchenko quando lo esegue bene sei da radiazione immediata – negli altri casi ha assegnato il voto più basso che ha osato assegnare, compreso un +1 alla spirale. Sui components il giudice francese è stato lievemente più basso, poi c’è Feng. Perché il giudice francese? Sarò io diffidente, ma con un programma imperfetto Savchenko/Massot si sono fermati al quarto posto provvisorio, con 76.59 punti. Per il giudice cinese avrebbero dovuto essere settimi con 73.20, per il canadese e l’ungherese quinti rispettivamente con 75.80 e 76.70. Per il francese avrebbero dovuto essere sesti con 73.70. Non si gareggia solo per l’oro, anche le altre medaglie contano, e il francese ha assegnato 76.60 punti a Vanessa James/Morgan Cipres, piazzandoli terzi nella sua classifica personale anche se nel complesso si sono piazzati al sesto posto.

Per Huang Yu/Zhang hanno meritato ben quattro +3, ed è stato l’unico giudice a pensarla così. Giusto per sottolineare il concetto, Yu/Zhang hanno meritato lo stesso numero di +3 che hanno meritato, complessivamente, Tarasova/Morozov (2), Duhamel/Radford (0) e Savchenko/Massot (2). Per tutti gli altri giudici, Yu/Zhang hanno meritato 17 +3, Tarasova/Morozov ne hanno meritati 36, Duhamel/Radford ne hanno meritati 14 e Savchenko/Massot ne hanno meritati 17, il totale fa 67. Stessa proporzione.

Con James/Cipres il più severo è stato l’italiano Toigo, non bisogna dimenticare che i francesi lottavano per un piazzamento con Marchei/Hotarek e con Della Monica/Guarise, ma su Toigo tornerò. Voti bassini, non bassissimi, James/Cipres non erano gli avversari più pericolosi dei cinesi.

L’ISU non li ha considerati, ma per completezza guardo anche Peng/Jin. Sul toe loop iniziale c’è una caduta, il -3 è automatico. Per il resto un +3, solo il giudice finlandese ha assegnato lo stesso voto, e una sfilza di +2, nessuno è stato così costante in voti alti, anche se il giudice australiano ci si è avvicinato abbastanza. Passo al libero.

Stavolta prendo i protocolli da Skating Scores perché i confronti che fa sono facili da consultare, prima ho voluto prendere i protocolli ufficiali per far vedere che, se si ha abbastanza pazienza per guardare tutte le cifre, le stranezze si notano comunque.

Solo per il giudice cinese Savchenko/Massot non sono stati i migliori nel libero. Per loro un +1, ce ne sono altri due nell’intero protocollo, tre soli +3, mentre gli altri giudici oscillano fra quattro +3 (russo, non sorprendentemente, e francese) e undici +3 (statunitense). Anche nei components i voti sono tutti inferiori alla media. Con Duhamel/Radford Huang è stato un po’ meno severo, comunque li ha piazzati al terzo posto. Questo perché per lui i migliori, nonostante due elementi non esattamente perfetti, sono stati Sui/Han.

Nove +3, su tutti gli elementi tranne i tre iniziali, e anche se non ricordo quali siano stati gli errori e non sono riuscita a trovare video, a quanto pare sulla prima combinazione e sul triplo Salchow era impossibile non dare un voto negativo. Belli anche i voti nei components, con pure un 9.75 in performance che è superiore rispetto al 9.50 che ha assegnato a Savchenko/Massot per una prestazione perfetta. I voti per Tarasova/Morozov sono fra i più bassi. Lascio stare gli altri protocolli, direi che è evidente come ha votato Huang. Per lui un anno di sospensione. Sospensione, non squalifica, infatti nella scorsa stagione ha ricominciato a giudicare. In tre occasioni (Nebelhorn Trophy 2019, Asian Trophy 2019 e Four Continents Championship 2020) ha giudicato la gara di danza, che non è rientrata nei miei controlli. In quei casi il national bias è stato molto basso, ma è anche vero che al momento la Cina non ha coppie di danza importanti. L’unica prova di artistico che ha giudicato è stata quella delle coppie al Nebelhorn Trophy. In questo caso il bias complessivo è stato di 6.74 punti.

Ryom/Kim sono stati penalizzati (per la verità tutti gli altri hanno ricevuto voti più alti della media, ma che si abbassino i voti di qualcuno o che si alzino quelli di tutti gli altri per il risultato finale non cambia) e per Huang avrebbero perso diverse posizioni, lasciando il terzo gradino del podio a Tang/Yang. Sarà un caso che fra le due coppie il bias è di 13.26 punti? Con i suoi precedenti io terrei particolarmente d’occhio Huang, ma io non sono nell’ISU.

Hailan Jiang

Hailan Jiang ha giudicato principalmente gare femminili, una disciplina in cui, negli ultimi anni la Cina non ha vinto medaglie importanti. No, la Cup of Cina 2021 non conta nulla, erano tutte pattinatrici cinesi, era ovvio che avrebbe vinto una cinese. Per la precisione, era ovvio che avrebbe vinto Hongyi Chen, al momento è l’unica con un’esperienza internazionale di un certo livello, ma alla scorsa Cup of Cina si era classificata nona, alla Rostelecom Cup ottava, al Four Continents Championship undicesima e al Campionato del mondo 2019 diciannovesima. Una buona pattinatrice, ma non una pattinatrice da medaglia nel circuito Grand Prix, non parliamo dell’oro. Nella stagione 2017-2018 la pattinatrice cinese di punta era Xiangning Li, quattordicesima al Campionato del mondo nella stagione precedente. Il Four Continents Championship si è svolto poco tempo prima dei Giochi olimpici. Il bias complessivo è di 7.32 punti, ma se guardiamo quello nei confronti di Hanul Kim è di 21.59 punti, quello nei confronti di Angela Wang è di 17.99 punti. Risultato? Ottavo posto invece di decimo.

Nella gara a squadre olimpica, malgrado un bias di 3.82 punti nel solo programma corto, non sarebbe cambiato nulla. Guardo la gara femminile.

Per Jiang Li avrebbe meritato di piazzarsi tre posti più in alto.

Hui Liu

Hui Liu di gare non ne ha giudicate tantissime, ma anche lui riesce a farsi notare per originalità dei voti. Il Tallin Trophy del 2017, con bias di 4.89 punti sul solo programma corto, lo ignoro per questioni di tempo, la pattinatrice cinese presente nell’occasione era Ziquan Zhao, per lui decima nel segmento di gara, per l’intera giuria sedicesima. Nella gara complessiva il suo bias è stato di 3.67 punti nel programma corto, di 9.94 nel libero, di 13.61 nel totale. Il pattinatore è Yunda Lu, per lui meritorio del diciottesimo e del quindicesimo posto contro due diciannovesimi. Stavolta non faccio le somme, per calcolare la posizione complessiva bisogna guardare diversi pattinatori, e richiede tempo. Guardo solo il protocollo del libero di Lu.

Un solo GOE negativo e tre positivi, gli altri giudici sono stati molto più severi. Quanto ai components, si commentano da soli.

Nella tappa canadese del Grand Prix junior del 2018 nel programma corto delle coppie di artistico il suo bias è stato di ben 7.86 punti a favore di Tang/Yang (+6.70) e di Wang/Huang (+9.29), ma nel libero è stato negativo, -2.04 punti, con voti lievemente al di sotto della media per Tang/Yang, a fronte di voti molto alti per quasi tutti gli altri, e bias contenuto per Wang/Huang. Nella gara femminile, a cui ha partecipato Siyang Zhang, il bias è stato di soli 31 centesimi nel programma corto, quindi inesistente, ma di ben 11.50 punti nel libero. Nella scorsa stagione, nella tappa di Grand Prix junior in Russia, il bias a favore della coppia Liu/Wang, 4.93 punti nel programma corto, 9.68 nel libero, 14.61 nel libero, li avrebbe fatti salire dal nono all’ottavo posto. La differenza in termini di classifica in questo caso è minima perché i distacchi sono grandi, ma quando la differenza fra i pattinatori è più piccola questo modo di votare può avere sulla classifica effetti notevoli. Discorso simile per il junior Grand Prix Baltic Cup, 11.72 punti di bias a favore di Liu/Wang, e passaggio dal dodicesimo all’undicesimo posto.

Xixia Liu

Chiudo, per ora, con Xixia Liu, del resto non pensavo di scrivere così tanto e invece qualche giudice mi ha davvero ispirata. Liu ha giudicato una sola gara (come detto in passato, non ho considerato quelle di livello inferiore alle Challenger series), la prova femminile alla Cup of China 2017. Le pattinatrici cinesi erano due, Xiangning Li e Ziquan Zhao. Hanno concluso all’ottavo e all’undicesimo posto, malgrado un bias complessivo per le connazionali di 10.63 punti Liu non sarebbe riuscito a far guadagnare loro nessuna posizione.

Visto che ho compilato la classifica dei giudici dal national bias più elevato, riporto quelli il primo screenshot evidenziando in quale posizione si trovano i giudici di cui ho parlato oggi. L’unico che non compare è Dan Fang, che si trova nel secondo screenshot, alla riga 58, con una media di 5.47 punti di national bias.

This entry was posted in pattinaggio and tagged . Bookmark the permalink.

4 Responses to National bias: Cina/1. Da Weiguang Chen a Xixia Liu

  1. Pingback: Sportlandiaより「日本スケ連:まっとうな質問に答えるのは不公平である~他」 | 惑星ハニューにようこそ

  2. Pingback: Sportlandiaより「ナショナルバイアス:中国/1」 | 惑星ハニューにようこそ

  3. Pingback: Sportlandiaより「J.ジャクソン著オン・エッジ4:裏工作」 | 惑星ハニューにようこそ

  4. Pingback: Sportlandiaより「堀口律子(&フレンド)」 | 惑星ハニューにようこそ

Leave a Reply