National bias: Russia/2. Da Natalia Bogush a Elena Fomina

Natalia Bogush

In questo quadriennio Natalia Bogush non ha giudicato molte gare, un Grand Prix junior nella stagione 2016-2017, la prova di danza (e per questo non compare nella mia tabella, il bias è stato contenuto ma in quell’occasione le coppie russe hanno dominato la gara senza bisogno di aiuti) di un Grand Prix junior nella stagione successiva, e ancora un’altra gara di Grand Prix junior la scorsa stagione. Sono davvero poche, e nella stagione 2018-2019 almeno a livello internazionale Bogush non ha giudicato nulla, non so per quale motivo. Quel che è certo è che nelle due gare che ha giudicato è riuscita a farsi notare, e non in modo positivo. Nella prova femminile a Yokohama è riuscita ad avere un bias di 16.83 punti, con un recupero straordinario sul giudice svizzero George Krummenacher. Nel programma corto il bias era stato di 8.71 punti per Krummenacher, 4.28 per Bogush. Nel libero, con un bias di 12.55 punti, Bogush ha staccato nettamente il 7,99 del giudice svizzero. Il totale è 16.83 a 16.70. Gli altri, a partire dall’italiana Karol Pescosta, ferma a quota 7.04, sono lontanissimi dalla vetta.

Lo so che per le classifiche non viene più usato il vecchio metodo comparativo, quello che conta è la somma dei due punteggi, e più avanti la guarderò. Intanto però mi sono chiesta che gara avessero visto i giudici. Per quattro di loro il miglior programma corto è stato eseguito da Kaori Sakamoto, che nel complesso è effettivamente risultata essere la migliore, per quattro il programma migliore è stato quello di Mako Yamashita, che nel complesso si è piazzata seconda. Bogush  stata l’unica a ritenere che il programma di Alisa Fedichkina fosse il migliore, e uno dei due soli giudici, l’altro è stato lo statunitense Brett Drury, che non ha reputato Yamashita meritevole di uno dei primi tre posti della classifica provvisoria. Fedichkina è stata anche piazzata al quarto posto da un giudice, quello giapponese, e al quinto da due giudici, quello australiano e quello canadese, mentre Yamashita non è stata una delle migliori tre solo per Bogush e per lo statunitense.

Nel libero la migliore è stata Marin Honda, per tutti tranne che per Bogush, che ha assegnato il primo posto a Sofia Samodurova. Per lei Honda ha eseguito solo il terzo libero. Da notare che se per tre giudici Samodurova avrebbe meritato il secondo posto, per altri quattro non avrebbe meritato neppure il terzo. Quanto a Fedichkina, Bogush è stata l’unica a ritenere che abbia eseguito il quarto libero, per sette giudici ha eseguito il sesto, per uno addirittura il settimo. Come si è arrivati a queste classifiche? Nel programma corto Bogush ha alzato i punteggi di tutte le migliori, con l’eccezione di Yamashita, nel libero ha alzato i punteggi di quattro delle migliori, le eccezioni sono Honda e Ye Lim Kim, ma c’è modo e modo di alzare i punteggi.

Ho guardato solo le prime sei nel programma corto, nel programma libero e nella somma dei due punteggi. La classifica di sinistra è quella reale della gara, le pattinatrici sono elencate nell’ordine di classifica. Ho confrontato il punteggio che ciascuna pattinatrice ha ricevuto nel segmento di gara o nel totale con quello che è stato assegnato loro da Bogush, quindi ho guardato di quanto Bogush si è discostata dal punteggio finale. Ho evidenziato in rosso le differenze strane, quelle superiori a 1.50 nel programma corto, 3.00 nel libero, 4.50 nel totale. Quando guardo il bias complessivo uso cifre che sono il doppio di queste perché sono la somma di un eventuale bias positivo al connazionale con un eventuale bias negativo al suo avversario.

Nel confronto fra Sakamoto e Fedichkina nel programma corto, Bogush ha sì assegnato a Sakamoto 1.23 punti in più rispetto al punteggio reale, e quella cifra rientra nella variazione accettabile, ma ne ha anche assegnati 5.88 in più a Fedichkina, e quella è una variazione eccessiva. Sottraendo 1.23 da 5.88 abbiamo il bias fra le due pattinatrici, 4.65, e continuiamo a rimanere su una cifra eccessiva perché superiore a 3.00. In entrambi i programmi Bogush ha aiutato molto di più Fedichkina, il che non significa che con Samodurova non si sia scostata in modo eccessivo dalla media. L’ultima colonna riguarda la classifica secondo Bogush: prima Sakamoto, e siamo tutti d’accordo, ma per lei l’argento e il bronzo sarebbero dovuti andare a Samodurova e Fedichkina, con buona pace di Honda e Yamashita che, secondo quasi tutti i giudici, nell’occasione sono state più brave delle pattinatrici russe.

Nella competizione maschile, con l’oro saldamente al collo di Jun-hwan Cha, Bogush avrebbe invertito l’argento e il bronzo fra Vincent Zhou e Alexey Erokhov. Non era facile, fra i due pattinatori c’era una differenza di 9.48 punti a favore dello statunitense, ma per lei sarebbe stato il russo a meritare 2.06 punti in più dell’avversario. Come si arriva a questa differenza? Guardo solo il programma corto.

Con Zhou Bogush è stata l’unica ad assegnare uno 0 al triplo Axel iniziale e alla combinazione, mentre un solo giudice è stato severo quanto lei sul triplo loop. Quando i giudici si sono divisi su due voti diversi, lei è quasi sempre rimasta in linea con quelli che hanno assegnato il voto più basso, l’unica eccezione sono due 0 presenti nella trottola finale a cui Bogush ha assegnato un +1, con i voti che hanno oscillato fra 0 e +2, il che significa che lei non è stata alta, si è messa nel mezzo. Nei components è rimasta al di sotto della media in quattro voci su cinque.

Con Erokhov Bogush è stata l’unica ad assegnare un +2 alla combinazione, e oltre a lei solo un giudice (due giudici diversi) ha assegnato un +2 alla prima trottola e al triplo loop. Quando i giudici si sono divisi su due voti diversi, Bogush è quasi sempre rimasta sul voto più alto, l’unica eccezione è nella sequenza di passi (e nella trottola finale, ma ho il sospetto che quell’unico +2 sia un voto errato e che l’elemento meritasse uno 0). Nei components è rimasta al di sopra delle media in tutte le voci.

Per sei giudici Zhou è stato l’autore del miglior programma corto, due lo hanno piazzato al secondo posto, uno solo, Bogush, al terzo. Per sei giudici Erokhov è stato autore del terzo programma corto, uno lo ha piazzato al quarto posto, due, il bielorusso Alexandre Gorojdanov e la russa Natalia Bogush, lo hanno piazzato al secondo. Nel libero Zhou ha avuto piazzamenti compresi fra il secondo e il quinto posto, con Bogush che è stata fra coloro che lo hanno messo al secondo posto. Erokhov, con due cadute, ha pattinato il quinto libero, con Bogush che lo ha piazzato terzo e ha ritenuto meritasse solo 1.30 punti in meno di Zhou (la differenza reale è di 3.85 punti) e Gorojdanov, su cui tornerò in futuro, che lo ha piazzato secondo, addirittura assegnando 4.80 punti in più a Erokhov. Per Gorojdanov, che con i pattinatori bielorussi ha un bias molto alto, sarebbe da calcolare anche il bias fingendo che sia russo, giusto per vedere cosa succede.

Nel Grand Prix junior disputato in Russia il bias di Bogush è stato di 12.90 punti, e non ce ne sarebbe stato bisogno perché i pattinatori russi hanno monopolizzato il podio. Ma forse assegnare loro voti alti è un modo per convincere gli altri giudici che quei pattinatori meritano voti alti. Quello che ha aiutato di più nel programma corto è stato Artur Danielian. Questo è il suo protocollo. Lasciamo stare il giudice 4, l’australiana Karen Thompson, che ha assegnato voti molto alti a tutti (tranne, chissà perché, nel libero, a due pattinatori che si sono piazzati al di fuori delle prime dieci posizioni). Ho evidenziato solo i voti che Bogush è stata l’unica ad assegnare.

Due soli +4 e nessun +5 dagli altri otto giudici messi assieme, quattro +4 e un +5 da Bogush, e nei components quattro voti dall’8.00 in su, più di quanti ne abbiano dati tutti gli altri giudici messi assieme. Ma non è un giudice da monitorare attentamente, vero ISU?

Igor Dolgushin

Igor Dolgushin ha giudicato parecchie gare. La prima in cui possiamo osservare i suoi voti è la prova femminile alla Rostelecom Cup 2016. Il bias è alto, 11.46 punti, ma il risultato non sarebbe cambiato, con l’oro e l’argento ad Anna Pogorilaya ed Elena Radionova, perciò passo oltre. La gara successiva è la Golden Spin, con voti particolarmente affascinanti per Keegan Messing e Artur Dmitriev. Vediamo la classifica nei due segmenti di gara con le informazioni aggiuntive fornite da SkatingScores:

Va bene, nel libero con Messing è stato corretto, ma tanto lo aveva già trattato con severità nel programma corto. Ho evidenziato anche il punteggio di Alexander Petrov nel libero, per quel segmento di gara è il suo il protocollo che guardo.

Il programma corto:

Il libero:

E questo è il risultato finale:

Per Dolgushin Petrov sarebbe salito dal quarto al primo posto, Dmitriev dal nono al quarto, Shulepov dall’ottavo al sesto.

Salto un paio di gare e passo all’Internationaux de France 2017. Se nel programma corto il bias di Dolgushin è stato piuttosto contenuto, 0.85 punti, al punto che non si può nemmeno parlare di bias, nel libero si è abbondantemente rifatto, raggiungendo i 9.71 punti totali. Anche se il risultato non sarebbe cambiato, spiccano soprattutto i voti nei components per Alexander Samarin, 6.22 punti sopra il punteggio reale, e Samarin è stato l’unico pattinatore con cui Dolgushin è stato così generoso. Guardiamolo bene quel numero, significa 1.25 punti (per la precisone 1.244) in più per ciascuna delle voci dei components. Niente male davvero.

Salto un altro paio di gare e noto che nel 2019 a Skate America lui avrebbe assegnato l’oro a Pavliuchenko/Khodykin e non a Peng/Jin. Fra gli uomini avrebbe assegnato l’argento a Dmitri Aliev e non a Jason Brown. L’aspetto più notevole, ancora una volta, si ha nei components, con Dolgushin (e pure l’israeliano Albert Zaydman) che è riuscito a preferire Aliev a Brown. Pure Nathan Chen è stato ritenuto migliore di Brown da tutti tranne che dal giudice canadese Jerome Poulin, e qui ci sarebbe da aprire un lungo discorso sul fatto che eseguire tanti quadrupli non ha nulla a che vedere con cose come skating skills, transition, commposition e interpretation, al massimo può influire su performance. Magari un’altra volta.

Sorvolo sulle ultime gare. Dolgushin non è sempre condizionato dal national bias, ma a volte i suoi voti sono notevolmente partigiani. Secondo me è da tenere d’occhio con molta attenzione.

Elena Fomina

Non ho fatto il conto, ma Elena Fomina potrebbe essere il giudice che negli ultimi quattro anni ha giudicato più gare di artistico, e anche se al momento ho trascurato la danza, Fomina giudica anche questa disciplina. Non solo, ha sempre giudicato la gara più importante della stagione, il Campionato del mondo nel 2017 e 2019, i Giochi olimpici nel 2018, suppongo che se non fosse stato annullato avrebbe giudicato pure il Campionato del mondo 2020. Questo per dire che il suo modo di giudicare è particolarmente importante.

Cominciamo con la Rostelecom Cup 2016, dal bias complessivo di 5.51 punti. È basso? Se guardiamo solo i numeri sì, se guardiamo i protocolli un po’ meno. La gara è stata vinta, con poco più di dieci punti di vantaggio, dai tedeschi Savchenko/Massot davanti a Zabiiako/Enbert e Astakhova/Rogonov, a loro volta staccati di poco più di undici punti dall’argento. Fomina ha visto un distacco ancora maggiore fra le due principali coppie russe, ha aiutato poco Astakhova/Rogonov, rimanendo nel complesso entro limiti accettabili, e non ha praticamente sostenuto la terza coppia, che anche per lei sarebbe rimasta al settimo posto. Aiutare poco, o non aiutare, due coppie consente di mantenere basso il bias totale, perché è solo una la coppia che ha ricevuto voti strani. Questo è il programma corto delle due coppie migliori.

Già che c’ero ho evidenziato anche il giudice tedesco, Elke Treitz, altro giudice molto partigiano. I voti che si staccano totalmente da quelli degli altri sono pochi, però se guardiamo il totale notiamo che la differenza è consistente. Fomina ha assegnato 5.14 punti in più a Zabiiako/Enbert, 2.21 in meno a Savchenko/Massot, il bias totale sul solo programma corto è di 7.35 punti (per Treitz sono 1.76 punti in meno per Zabiiako/Enbert, 1.39 in più per Savchenko/Massot, 3.15 in totale, comunque una cifra troppo alta). Il giudice esperto sa fare variazioni minime, che probabilmente sfuggono al semplice controllo sull’elemento. Se guardiamo il protocollo in orizzontale per capire se i voti sono in linea con quelli degli altri, Fomina ha assegnato +2 al twist iniziale di Zabiiako/Enbert. Nulla di strano, lo hanno fatto anche altri quattro giudici. Fomina ha assegnato +2 al sollevamento. Lo hanno fatto altri tre giudici. Fomina ha assegnato +2 alla spirale, lo ha fatto un altro giudice. Però se andiamo a vedere in verticale, Fomina ha assegnato sette +2 e un solo +1, gli altri al massimo hanno assegnato tre +2, in un caso accompagnati anche da un paio di 0. Se con i russi Fomina è stata la più generosa, con Savchenko/Massot è ancora più difficile vedere che è stata la più severa, anche perché ha dato lo stesso numero di -3 (uno), +1 (due) e +2 (tre) del bielorusso Gorojdanov. L’unica differenza è fra un -2 e un -1, una differenza minima, anche se fatta sull’elemento in cui il GOE ricopre un peso maggiore, il triplo Axel lanciato. Troppo poco per dire che Savchenko/Massot sono stati penalizzati? La differenza nei components è più accentuata, con Zabiiako/Enbert Fomina è sempre al di sora del punteggio effettivo, con Savchenko/Massot è al di sotto in quattro delle cinque voci. Nel libero la situazione non è molto diversa, anche se il più favorevole a Zabiiako/Enbert, l’unico che li ha piazzati al primo posto, è stato Alexandre Gorojdanov.

A proposito di Gorojdanov, sto incontrando il suo nome un po’ troppo spesso. La prima volta che ho preso davvero atto della sua esistenza è stato quando ho citato la sua sospensione nel 2017 in Di giudici, giurie e giudizi equi/14. Sapete come sto procedendo per scrivere questi post? Per Di giudici, giurie e giudizi equi ho letto, o riletto, alcuni libri, e cercato passaggi specifici, che ricordavo di aver letto in precedenza, in altri. Ho iniziato a pubblicare i post quando avevo scritto la maggior parte del testo e avevo deciso di chiudere la fase di ricerca perché altrimenti non ne sarei più venuta fuori. Per questi all’inizio ho raccolto i dati dei giudici di sei nazioni e ho fatto qualche statistica generica, quindi mi sono messa a scrivere. Non ho analizzato le gare in anticipo, lo sto facendo man mano che scrivo. Sto anche raccogliendo un’enorme quantità di dati su tutti i giudici, indipendentemente dalla loro nazionalità o dalla disciplina che hanno giudicato. Ho iniziato da poco la scorsa stagione, con le prime quattro gare di Grand Prix junior, si tratta di 2513 righe, su cui in un futuro non troppo lontano inizierò a giocare. E raccogliendo questi dati ho notato i nomi di parecchi giudici di altre nazionalità, giudici di cui prima o poi arriverò a parlare perché il loro operato merita uno sguardo attento. Non di tutti, sono troppi, ma alcuni meritano attenzione. Uno dei nomi che ho notato è quello di Gorojdanov, che ha giudicato quasi esclusivamente le gare di danza. 14.48 punti di national bias nel junior Grand Prix di Yokohama 2016. 13.47 nel junior Grand Prix disputato in Germania nel 2016. 10.57 al Nebelhorn Trophy 2016. 10.40 alla Rostelecom Cup 2016. “Solo” 8.17 all’Internationaux de France 2016. 4.32 nella sola danza libera alla Cup of Austria, gara di junior Grand Prix del 2017. 7.40 alla gara di danza del junior Grand Prix polacco del 2017. 10.79 nelle coppie di artistico al Nebelhorn Trophy 2017 e, nella stessa gara, 9.06 nella danza. 3.82 nella sola danza originale (si chiamava ancora così all’epoca? Non sempre ricordo in quale anno è stata cambiata una denominazione) al Golden Spin 2017, e poi basta, Gorojdanov non ha più giudicato una gara perché, dopo essere stato sospeso per un comportamento non proprio regolare al Golden Spin, ha chiesto di essere cancellato dall’elenco dei giudici. Questo per dire che se vedo che favorisce qualcuno, nello specifico una coppia russa, mi interrogo sulla sua onestà, anche perché mi chiedo quanto si considerino appartenenti a nazioni diverse i giudici provenienti dall’ex Unione Sovietica.

I dati li raccolgo in anticipo, ma i controlli sulle singole gare li faccio man mano che vado avanti, perciò scopre le cose solo poco prima di dirle a voi. E qualsiasi cosa può attirare la mia attenzione, può essere un diverso modo di guardare un protocollo o di fare una statistica, o  anche una ricerca che decido di fare improvvisamente su un singolo giudice. In questo caso ho deciso di fare una ricerca su Gorojdanov, e mi sono imbattuta in un articolo di Philip Hersh. Qualcosa della vicenda delle due coppie spagnole la ricordavo vagamente da quando era scoppiato lo scandalo, anche se non ricordavo i nomi dei giudici. All’epoca ero ingenua, non controllavo i giudici. L’articolo è questo: http://www.globetrottingbyphiliphersh.com/home/2017/12/30/spain-russia-olympics-figure-skating-judging-inestigation. Da notare che quasi certamente – però credo non ci siano state indagini in questo senso, come non ce ne sono state sul voto di scambio nel 2002, assenza d’indagine che ha consentito alla Russia di uscirne pulita – Gorojdanov stava concordando i voti con un giudice russo, Maria Abasova. Quando ho scritto il precedente post sul bias dei giudici russi non conoscevo quest’articolo perciò non ne avevo fatto parola, ora ho aggiunto il link.

Con queste premesse sono tentata di guardare tutte le gare giudicate da Fomina, ma è una cosa che richiede tempo. All’NHK Trophy 2016 Fomina avrebbe assegnato l’argento non a Satoko Miyahara ma a Maria Sotskova, che nel libero è stata piuttosto fallosa. Facciamo un gioco. Chi indovina qual è il giudice russo? Se non avete voglia di provare a capirlo da soli, più in basso lo scrivo.

Lo so, è difficile, perché anche il giudice slovacco non scherza. Si tratta di Allam Bohem. In realtà Bohem è uno dei tre giudici che ha messo Pogorilaya al secondo posto, secondo lui (e secondo i giudici cinese e australiano) la più brava è stata Sotskova.

Se entrambi hanno assegnato voti più alti rispetto a quelli ufficiali sia a Pogorilaya che a Sotskova (il giudice giapponese Makoto Kano è stato più alto con Pogorilaya, più basso con Sotskova), entrambi sono stati più bassi con Miyahara (e pure il giudice giapponese è rimasto più basso).

Per Fomina quello di Miyahara è stato il quinto programma corto della giornata, per Bohem addirittura in settimo. Per cinque giudici, compreso Kano, è stato il terzo, inferiore solo a quelli delle due pattinatrici russe, per gli altri due è stato il quarto. Il bias complessivo a favore delle russe è di 8.49 punti, ma se mi mettessi a calcolare il rapporto fra le tre pattinatrici che sono salite sul podio queste cifre crescerebbero.

Fomina è il giudice 1, il giudice slovacco è il 9, il giapponese il 2.

Al Campionato europeo 2017 il bias è basso, solo 3.62 punti. Faccio uno screenshot da Wikipedia perché indica anche i punteggi dei due segmenti di gara e aggiungo l’ipotetico risultato finale se Fomina fosse stata l’unico giudice.

Evgenia Tarasova/Vladimir Morozov perdono 18 centesimi e si confermano al primo posto, valutazione assolutamente corretta. I problemi iniziano dopo. Aljona Savchenko/Bruno Massot perdono 5.57 punti, Vanessa James/Morgan Ciprès ne perdono addirittura 7.62, mentre Ksenia Stolbova/Fedor Klimov ne guadagnano 5.89. Risultato? Savchenko/Massot scendono dall’argento al bronzo, James/Ciprès dal bronzo al quarto posto, Stolbova/Klimov salgono dal quarto al secondo posto. Come si fa a non essere pizzicati in un controllo superficiale sul national bias? Si alzano i voti dei pattinatori che non interessano, in qualche caso si alzano pure di tanto, come successo con Della Monica/Guarise, Ziegler/Kiefer, Ghilardi/Ambrosini e Cherniavskaia/Krasnopolski (quest’ultima coppia gareggia per Israele, ma lei è di Mosca e lui di Kiev, perciò magari loro non sono stati scelti a caso, a volte ragionare sul national bias è davvero complicato), perché anche questi voti fanno media e aiutano a dare l’impressione che anche i voti dei non russi siano stati alzati.

Al Campionato Europeo i russi sono stati i più bravi, quindi almeno per l’oro Fomina concordava con gli altri giudici. Al Campionato del mondo però hanno meritato di vincere Wenjing Sui/Cong Han, almeno per la maggior parte dei giudici. Non per Fomina, secondo lei i migliori sono stati Tarasova/Morozov. Visto che i pareri non sono stati proprio concordi, do uno sguardo più attento. Non dimentichiamo che questo è il Campionato del mondo più importante, quello che vale come qualificazione olimpica. In questa gara gli atleti si sono giocati la possibilità di presentarsi a PyeongChang da campioni del mondo, e quindi da favoriti, o almeno da medagliati, e le nazioni si sono giocate il numero di posti a disposizione per ciascuna disciplina.

Stavolta ho fatto un controllo vasto, guardando le posizioni, con relativi punteggi assegnati da ciascun giudice, di tutte quelle coppie – classificatesi nelle prime 16, e che quindi hanno disputato anche il libero – che nel pannello di giuria avevano un connazionale. Per il programma corto nella prima colonna, accanto alla posizione effettivamente raggiunta, ho indicato fra parentesi la posizione al Campionato del mondo 2016, per far capire le aspettative che c’erano sulle coppie. Il dettaglio è importante perché indica cosa i giudici si potevano aspettare. Per esempio Duhamel/Radford hanno avuto una stagione deludente, culminata con un pessimo Campionato del mondo, ma avevano vinto le due precedenti edizioni del Campionato del mondo quindi, almeno sulla carta, erano fra i favoriti. Stolbova/Klimov avevano disputato poche gare a causa di un infortunio di Ksenia, ma l’anno prima erano arrivati quarti, nel 2014 avevano vinto l’argento al Campionato Europeo, ai Giochi olimpici e al Campionato del mondo, nel 2015 avevano vinto l’oro alla finale di Grand Prix, nessuno si aspettava da loro un programma corto così falloso. Per ogni giudice ho stilato la classifica, evidenziando i connazionali in grassetto. La colonna successiva al punteggio, compilata solo per i connazionali, indica di quante posizioni quel singolo giudice ha variato la posizione della coppia in questione rispetto alla classifica reale. Mi spiace che il cognome di Dylan Moscovitch non sia totalmente visibile, ma sia lui che Liubov Ilyushechkina hanno cognomi così lunghi che dovrei allargare le caselle, rischiando di perdere la leggibilità perché le scritte diventerebbero troppo piccole.

Quasi sempre i giudici hanno migliorato le posizioni dei loro connazionali. Le eccezioni, con la posizione di classifica mantenuta, sono il cinese Feng Huang con Sui/Han (e per forza, hanno vinto entrambi i programmi, impossibile migliorare la loro classifica, anche se va detto che Huang gli ha assegnato un punteggio più alto della media, esattamente il contrario di quanto ha fatto con i diretti avversari), la canadese Sally Rehorick nel libero (l’unico programma che ha giudicato) con Ilyushechkina/Moskovitch ed Elena Fomina nel libero con Stolbova/Klimov e Zabiiako/Enbert. Nel programma corto compare l’unica perdita di posizione in classifica, sempre a opera di Fomina, con Stolbova/Klimov, ma va notato che il punteggio che Fomina ha assegnato ai russi è uguale al centesimo con quello che che ha assegnato a Seguin/Bilodeau, quindi quest’apparente severità va presa con cautela.

Guardati i due segmenti di gara, ho fatto le somme per vedere l’ipotetica classifica finale per ogni singolo giudice. Nel caso di giudici che hanno giudicato un solo programma (lo statunitense e il francese erano nel pannello di giuria del programma corto, il canadese e l’italiano in quello del libero) ho sommato il loro punteggio con quello ufficiale. Questi giudici sono evidenziati in corsivo. Il controllo finale l’ho fatto solo con giudici che hanno giudicato loro connazionali.

Il giudice cinese ha assegnato i primi due posti alle coppie cinesi. Risultato corretto con Sui/Han, ma fra gli altri sei giudici che ho controllato, uno avrebbe messo Yu/Zhang al terzo posto, due li avrebbe messi al quarto e tre al quinto. Anche fra i giudici per i quali non ho fatto la somma, nessuno ha ritenuto che abbiano eseguito uno dei tre migliori programmi corti o uno dei tre migliori liberi.

Il giudice statunitense, pur giudicando il solo programma corto, sarebbe riuscito a far salire Scimeca/Knierim dal decimo al settimo posto, questo quando tre giudici li avrebbero piazzati noni e tre li avrebbero piazzati decimi.

Elena Fomina avrebbe fatto vincere l’oro invece del bronzo a Tarasova/Morozov, ed è stata l’unica a pensarla così. Per quattro giudici la posizione corretta era la terza, per due (uno è il cinese, chissà perché non riesco a prendere sul serio questo piazzamento) sarebbero dovuti arrivare quarti. Stolbova/Klimov sarebbero saliti dalla quinta alla quarta posizione, solo un altro giudice li ha visti così in alto. Due giudici li avrebbero visti al sesto posto e tre (e fra loro ci sono il francese e l’italiano) gli avrebbero assegnato l’ottavo. Con Zabiiako/Enbert, autori di un libero molto al di sotto del loro livello, Fomina avrebbe mantenuto la posizione di classifica corretta, ed è uno dei due soli casi (il primo posto del giudice cinese per Sui/Han ovviamente non è giudicabile) in cui nel complesso una coppia non avrebbe avuto un aiuto dal giudice suo connazionale. Altri due giudici avrebbero visto Zabiiako/Enbert al dodicesimo posto, quattro li avrebbero visti al tredicesimo.

Il giudice francese avrebbe fatto salire James/Ciprès dall’ottavo al sesto posto. Per due giudici avrebbero dovuti essere settimi, per uno ottavi, per due (compreso l’italiano) noni, per uno (lo statunitense) decimi. La nazionalità non è sottolineata a caso, ma perché c’è un confronto diretto.

Il giudice tedesco Elke Treitz avrebbe assegnato l’oro, e non l’argento, a Savchenko/Massot. Anche il giudice canadese ha ritenuto che questi fossero i piazzamenti corretti. Considerando il piccolo distacco fra le due coppie, 1.76 punti, uno scambio di posizioni non è sconvolgente, ma per il giudice tedesco i suoi connazionali avrebbero dovuto vincere con un vantaggio di 5.68 punti, e sommando i due valori lo scarto fra il voto reale e quello di Treitz , di cui ho già parlato qui e qui, diventa più consistente e raggiunge i 7.44 punti. Troverò il tempo per guardare per bene pure lei?

Nello schema che ho fatto con il bias dei giudici delle sei nazioni più forti, il Canada si trova piuttosto in basso, occupa il quinto posto. Questo non significa che di tanto in tanto i suoi giudici non siano animati da patriottismo, anche se in genere non è forte quanto quello dei giudici di altre nazioni. Duhamel/Radford si sono classificati settimi, ma per il giudice canadese e altri due giudici (che hanno giudicato solo il programma corto, chissà se la loro valutazione complessiva sarebbe cambiata se avessero giudicato anche il libero) avrebbero dovuto essere quinti. Per un giudice avrebbero dovuto occupare il sesto posto, per due il settimo, per uno il decimo. Ilyushechkina/Moscovitch sono la coppia che sarebbe stata penalizzata dal suo giudice, forse trascurati per aiutare gli altri. Alla fine della gara erano sesti, prima coppia canadese davanti ai più quotati Duhamel/Radford, ma per il canadese avrebbero dovuto concludere al settimo posto. Un giudice li avrebbe visti quarti, uno quinti, due, canadese compreso, settimi e tre ottavi. Nonostante la penalizzazione per una coppia che mi fa impazzire perché devo controllare ogni volta come si scrive il loro nome, per la squadra non sarebbe cambiato nulla, ci sarebbe stata solo una maggiore tranquillità perché i tre posti per l’anno successivo sarebbero arrivati con un piccolo margine. Per avere tre posti, ricordo, la somma delle posizioni dei due migliori pattinatori dev’essere uguale o inferiore a 13, nella classifica reale abbiamo 6+7=13, nella classifica del giudice canadese abbiamo 5+7=12. Seguin/Bilodeau sarebbero saliti dall’undicesimo al nono posto. Da notare che tutti e sei gli altri giudici li hanno piazzati undicesimi.

Marchei/Hotarek sono arrivati noni, ma secondo il giudice italiano, che ha giudicato solo il libero, avrebbero dovuto essere sesti. Un miglioramento di tre posizioni che ha riscontri solo con quanto fatto dal giudice statunitense. Comunque altri due giudici hanno giudicato Marchei/Hotarek meritori del sesto posto, uno li ha piazzati settimi (lo statunitense) e due decimi. Con Della Monica/Guarise la variazione è minima, per il giudice italiano e per altri tre giudici sarebbero dovuti essere dodicesimi, nella realtà sono arrivati tredicesimi, con tre giudici che li hanno piazzati in questa posizione.

A conti fatti, guardando le valutazioni dei giudici di sette nazioni, le coppie connazionali di questi giudici avrebbero guadagnato complessivamente 18 posizioni. Tutti i giudici hanno migliorato le posizioni complessive per le loro nazioni. Qualcosa mi dice che quando un giudice assegna un voto a un connazionale, o a un suo rivale diretto, dovremmo sempre guardarlo attentamente. Io guardo solo due protocolli, quelli del libero di Sui/Han e Tarasova/Morozov nel programma libero. Anche il giudice 4, il giapponese, è stato molto generoso con la coppia russa, ma lui ha assegnato voti alti a entrambe le coppie e nella sua personale classifica i migliori sono comunque stati i cinesi.

Al di là della caduta i cinesi hanno pattinato davvero bene, non era possibile abbassare più di tanto il loro punteggio. Nel loro protocollo compaiono tre soli +1, due assegnati da Fomina e uno dal giudice italiano. Nei components Fomina è rimasta al di sotto la media in tutte e cinque le voci, l’unico altro giudice che ha fatto altrettanto, chissà come mai, è il numero 3, il giudice tedesco.

Nessun voto negativo per Fomina, solo il giudice 4, il giapponese, ha fatto altrettanto, e due soli +1, tutti tranne il giapponese hanno dato un numero di 0 e +1 più alto. Nei components tutti i voti sono abbondantemente sopra della media, in questo Fomina è stata affiancata da diversi giudici, con il giapponese che vince per generosità ma, come detto, per lui i migliori sono comunque stati Sui/Han.

Al World Team Trophy Fomina ha giudicato la gara maschile e quella di danza, ma visto che il risultato complessivo non sarebbe cambiato, con l’argento alla Russia, passo oltre. L’Ondrej Nepela Trophy è una gara dall’importanza minore, un Challenger Series, e nelle gare giudicate da Fomina nel 2017, uomini e coppie di artistico, i russi erano nettamente i più forti e hanno comunque dominato, solo Samarin non è riuscito a vincere una medaglia. Zabiiako/Enbert, i vincitori della gara di coppia, erano solo la terza coppia russa, ma era probabile che sarebbero andati ai Giochi olimpici, vuoi non abituarli ad avere punteggi alti? Il bias a favore dei russi nel libero è stato di 10.88 punti, nel totale di 15.52. Questo è il protocollo della coppia migliore, non credo ci sia bisogno di commenti.

E questo in una gara non di primo livello e dominata dalle coppie russe. Anche alla Rostelecom Cup hanno dominato le coppie russe, il bias è stato minore, quindi passo oltre. Voto apparentemente regolare (significa che non c’è nulla che spicchi e che non faccio controlli seri per vedere se è davvero così) nella gara maschile all’NHK Trophy.

Alla finale di Grand Prix la gara junior delle coppie di artistico è stata vinta dagli australiani Alexandrovskaya/Windsor con un vantaggio molto piccolo su due coppie russe, Panfilova/Rylov e Pavliuchenko/Khodykin, uno scambio di posizioni in situazioni di questo tipo è possibile anche se la gara viene giudicata correttamente. Il bias complessivo di Fomina però è alto. Erano presenti altre due coppie russe, che hanno fatto alzare il valore del bias, ma stavolta passo oltre. Fra i senior i distacchi sono maggiori e il risultato è molto più importante, perché queste sono le coppie che si sarebbero giocate la medaglia olimpica, quindi meritano uno sguardo più ravvicinato.

Cominciamo dalla gara di bias. È stato un successo netto per il cinese Feng Huang – sì, proprio quello che qualche mese più tardi sarebbe stato sospeso per national bias dopo aver giudicato la gara olimpica – con 18.64 punti (6.78+11.86). Seconda, nettamente dietro Feng ma ancora più nettamente davanti rispetto agli altri giudici, Elena Fomina, con 15.11 punti (7.59+7.52). Terzo il canadese Jeff Lukasik, un altro che stiamo incontrando ripetutamente, con 7.07 punti (2+45+4.62). Quarta la tedesca Kersten Bellman, l’unica che sembra aver giudicato in modo onesto, con 3.92 punti (0.80+3.92). Questi sono i punteggi e le classifiche per tutti i giudici nel programma corto, nel libero e nel totale.

Su Savchenko/Massot e Sui/Han ai primi due posti sono tutti d’accordo, anche se il giudice cinese è stato l’unico che avrebbe assegnato la vittoria alla coppia cinese. Di Feng Huang comunque ho già parlato qui. Per il terzo posto invece c’è stata battaglia. Il risultato ufficiale indica i migliori in Duhamel/Radford, a piazzare i canadesi al terzo posto sono stati i giudici canadese, tedesco e australiano. Stolbova/Klimov, che sono arrivati quarti, sono stati piazzati al terzo posto dai giudici russo e italiano. Tarasova/Morozov, alla fine quinti, per il giudice francese avrebbero dovuto essere terzi. Infine Yu/Zhang, che hanno chiuso la classifica, avrebbero dovuto vincere il bronzo secondo i giudici giapponese e cinese. Quattro coppie diverse sono state idealmente piazzate sul podio dai diversi giudici. Vediamo i voti del giudice 2, Elena Fomina (il 9 è Feng Huang e ovviamente i suoi voti non possono essere presi sul serio per il paragone.

Savchenko/Massot, ho evidenziato solo i voti davvero bassi, e riportato i totali solo per quei giudici che hanno assegnato un voto uguale o inferiore a quello di Fomina.

Il punteggio più alto per Tarasova/Morozov è arrivato proprio da Fomina, uno dei due soli giudici che non è masi scesa sotto il +2 (l’altro è il francese, che è stato lievemente più generoso con i GOE ma più stretto nei components):

Con Sui/Han Fomina è stata più severa rispetto al giudice cinese, ma ancora più severi di lei sono stati il giudice tedesco e, chissà perché (e stavolta non è un inciso ironico), quello australiano.

Con Stolbova/Klimov Fomina è stata la più generosa. Sono affascinanti i components, per lei e per il giudice italiano sempre al di sopra del 9.00, per il giudice australiano in quattro casi al di sotto dell’8.00.

Con Duhamel/Radford ho deciso di indicare i totali dei GOE. C’è qualche singolo voto che spicca, ma non c’è nessuna colonna che sembra davvero fuori posto in messo alle altre. Tutti hanno assegnato uno o due GOE negativi, nei voti positivi c’è una netta prevalenza di +2. Però nel totale si oscilla fra 34.90 e 38.90, sono 4.00 punti di differenza. I canadesi hanno eseguito il quinto programma corto, dal primo posto li separavano 7.25 punti, aggiungiamone 4.00 a loro, togliamone 4.00 a Savchenko/Massot e vediamo come cambia la classifica. La differenza è enorme, e l’ISU dovrebbe trovare un modo per rendere più oggettivi i voti, aumentando l’uso delle tecnologie e riducendo lo spazio per l’arbitrarietà dei giudici. Quanto ai components, è evidente che sono campo libero per la manipolazione. Cose come la difficoltà dei passi e la ricchezza del programma hanno un legame molto blando con i voti che vengono assegnati ai singoli pattinatori.

Con Yu/Zhang l’unico giudice più severo di Fomina è stato il tedesco.

Nel libero le cose cambiano di poco, con Savchenko/Massot il più severo è stato il giudice cinese seguito da Fomina. Con Sui/Han i più severi sono stati, nell’ordine, lo statunitense, il tedesco e il russo. Con Duhamel/Radford, i più abbordabili visto quanto proposto in pista dagli atleti, Fomina è stata nettamente la più severa. Con Yu/Zhang gli unici più severi sono stati i giudici tedesco e australiano. Eppure quando vuole Fomina sa essere generosa, basta guardare i voti per Stolbova/Klimov, solo l’italiano ha assegnato voti più alti, e, in misura minore, per Tarasova/Morozov, che hanno ricevuto voti più alti di quelli di Fomina da ben quattro giudici. A conti fatti, questo è il bias di Fomina facendo il confronto con i singoli pattinatori. Ho evidenziato in rosso il bias eccessivo (1.50 punti per coppia sul programma corto e 3.00, punti nel confronto fra le coppie; 3.00 punti per coppia nel libero e 6.00 punti nel confronto fra coppie; 4.50 punti per coppia nel totale e 9.00 punti nel confronto fra le coppie):

Questo non ha impedito a Fomina di giudicare le coppie né al successivo Campionato europeo, né ai Giochi olimpici.

All’Europeo il bias totale è stato contenuto, solo 3.19 punti, ma va notato che le coppie russe hanno comunque occupato i tre gradini del podio e che nel programma corto, vinto ufficialmente da James/Ciprès, Fomina aveva piazzato la coppia francese al terzo posto.

Nella prova femminile della gara olimpica a squadre la classifica di Fomina rispecchia posizione per posizione quella reale, il che significa che lei sa valutare chi ha presentato un programma migliore. Fra punteggi alzati alle russe e abbassati alle altre, però, pur senza sforare dal tetto che ho indicato come meritevole di sospensione, il bias tende verso l’alto e raggiunge i 7.11 punti. La cosa curiosa di queste valutazioni è che le pattinatrici russe non avevano bisogno di nessun tipo di aiuto, erano nettamente le più forti.

Nella gara delle coppie olimpica il discorso era diverso, lì i pattinatori russi si giocavano una medaglia. Fomina ha giudicato solo il programma libero, si è trovata a valutare Tarasova/Morozov che partivano dalla seconda posizione con un distacco molto contenuto da Sui/Han, 0.71 punti, e un vantaggio intorno ai cinque punti sia con Duhamel/Radford che con Savchenko/Massot. Zabiiako/Enbert erano ottavi, a 2.46 punti da un’ipotetica medaglia di bronzo. Astakhova/Rogonov erano decimi. Da loro non era atteso nessun particolare risultato, la loro esperienza internazionale era limitata a un Campionato del mondo (decimi nel 2015), un Campionato europeo (settimi nel 2016) e a sette gare di Grand Prix, con il bronzo conquistato solo in tre edizioni della Rostelecom Cup, quindi in casa, e un NHK Trophy. Gli unici successi erano stati un oro al Golden Spin, accompagnato da sei argenti e diversi piazzamenti più arretrati in gare di Challenger Series, e un oro in una competizione minore come il Volvo Open. La loro presenza è dovuta al fatto che a Ksenia Stolbova è stata rifiutata la partecipazione. Il veto per Stolbova è arrivato il 23 gennaio, quindi oltre un mese dopo la finale di Grand Prix, suppongo che Fomina avrà provato un enorme dispiacere per aver spinto di più la coppia sbagliata.

Il bias di Fomina in questo libero è stato di 5.19 punti. Astakhova/Rogonov per lei hanno presentato il decimo programma, non il tredicesimo. Sono loro quelli a cui ha alzato di più il punteggio. Se con i pattinatori che hanno chiuso la classifica Fomina è stata generosa, fra coloro che hanno eseguito i dodici migliori liberi, solo due coppie hanno potuto beneficiare della sua generosità. Una è la coppia italiana Della Monica/Guarise, per lei nona e non decima, l’altra è la seconda coppia russa, Zabiiako/Enbert, per lei quinta e non settima nel segmento di gara. Quello che è interessante è ciò che è successo con il primo gruppo, le coppie che si giocavano le medaglie. I primi a scendere in pista sono stati Savchenko/Massot. Loro erano quarti a causa di un errore di Bruno sul salto in parallelo. Hanno presentato un programma straordinario, e non sono solo io a dirlo. Non era possibile penalizzarli più di tanto, ma Fomina ci ha messo del suo.

Il giudice cinese è stato sospeso, quindi ciò che ha fatto lui è stato considerato scorretto dall’ISU. Dall’ISU, non da me. Certo, va considerato anche di quanto viene alzato il punteggio ai propri pattinatori, ma con Savchenko/Massot Fomina non è tanto lontana da Huang. Per la verità il giudice francese Anthony Leroy è stato ancora più basso di Fomina, e anche lui sarebbe da riguardare. Per Leroy James/Ciprès, non hanno eseguito il sesto programma corto ma il terzo, e non il quinto libero ma il quarto. La cosa strana è che comunque la differenza fra i programmi presentati dai tedeschi e dai francesi (che avevano già pattinato) era così grande che era impossibile da colmare, eppure Leroy è stato molto severo. Per quanto i tedeschi abbiano presentato un programma perfetto, Tarasova/Morozov avevano 5.09 punti di margine, non un vantaggio enorme ma nemmeno così piccolo.

La coppia successiva è stata Duhamel/Radford. Il vantaggio su di loro era di 4.86 punti, ma pur essendo dotati di un programma tecnicamente più difficile rispetto ai tedeschi, con un quadruplo Salchow lanciato, non avevano la loro qualità. I canadesi hanno eseguito un ottimo programma ma non sono stati perfetti, con loro era più semplice abbassare il punteggio, e Fomina è stata quella che li ha penalizzati di più, superando il giudice cinese. È stata la più severa sotto l’aspetto tecnico e la seconda più severa nei components, superata solo dal giudice ungherese.

Dopo di loro hanno pattinato i leader della classifica, Sui/Han. Come detto, i cinesi avevano un vantaggio ridotto sui russi, e con due errori sul secondo e sul terzo elemento, la combinazione e il triplo Salchow, non solo sono finiti dietro ai tedeschi, ma hanno anche lasciato la porta aperta ai russi.

Lasciamo stare il giudice cinese, l’unico che ha reputato Sui/Han i migliori e giustamente sospeso (anche se io lo avrei preferito squalificato a vita, anche perché la gara olimpica non è l’unica in cui ha assegnato voti fantasiosi). Anche nel confronto con gli altri, Fomina è stata notevolmente severa. È stata l’unica ad assegnare ben tre GOE negativi, e due di questi voti sono -2, solo altri due giudici hanno assegnato due -2, gli altri hanno assegnato un -1 e un -2. Quanto ai +3, da lei ne è arrivato solo uno, il secondo per severità ne ha assegnati cinque, quattro giudici ne hanno assegnati otto, uno (cinese a parte) nove. Perché Fomina non è stata sospesa? Già, è stata lievemente severa pure con Tarasova/Morozov. I russi avrebbero dovuto fare più di 154.22 punti per vincere, il loro primato personale, stabilito al Campionato europeo, era di 151.23 punti. Si sarebbero dovuti superare, cosa che avevano già fatto nel programma corto, ma battere il primato personale non è facile. Nel libero non gli è riuscito, su due elementi hanno fatto errori gravi, qualche altro elemento non è stato di qualità eccelsa, il risultato finale è stato un quarto posto nel libero e nel totale.

Nonostante il vantaggio che avevano nel programma corto, Tarasova/Morozov si sono piazzati alle spalle di Duhamel/Radford, con un distacco complessivo di 5.22 punti. Può essere stata una prestazione deludente, chiaramente non da medaglia, a spingere Fomina a tenere bassi, soprattutto sotto l’aspetto tecnico, i voti dei suoi connazionali? Non lo sapremo mai, quello che possiamo vedere è che nel programma libero il suo bias in favore di Tarasova/Morozov è stato di 8.45 punti con Sui/Han, basso, di 4.10 punti con Duhamel/Radoford, ed estremamente contenuto, di 1.38 punti, con Savchenko/Massot.

Nella gara femminile il bias complessivo è stato piccolo, 2.99 punti, forse anche perché Alina Zagitova ed Evgenia Medvedeva erano senza dubbio le più forti e non hanno deluso le attese. Nel programma corto la cosa che spicca di più sono i 3.74 punti in meno a Kaetlyn Osmond, severità che non modifica la classifica. L’unica variazione importante sarebbe stata l’inversione dei primi due posti fra Medvedeva e Zagitova. Nel libero ci sono variazioni maggiori in alcuni punteggi, 4.68 punti in più a Medvedeva, solo 3.66 in più a Zagitova, e queste due variazioni avrebbero assegnato l’oro a Evgenia e non ad Alina, e 7.33 punti in meno a Osmond. I numeri che scrivo io sono lievemente diversi da quelli di Skating Scores perché il mio calcolo è fatto sul voto che i pattinatori hanno effettivamente ottenuto, quello di Skating Score sul voto che avrebbero ottenuto se il calcolo fosse stato fatto su tutti punteggi, senza l’esclusione del voto più alto e di quello più basso. Quello che mi interessa è che anche in questo caso la classifica di Fomina segue quasi perfettamente quella reale, segno che lei conosce benissimo il regolamento ed è in grado di valutare correttamente ciò che vede.

Al Grand Prix di Helsinki 2018, fermo restando l’oro a Zabiiako/Enbert, Fomina avrebbe assegnato l’argento a Pavliuchenko/Khodykin e non a Della Monica Guarise. Il bias è alto, 10.51, e sarebbe da controllare, anche se nella realtà uno scambio di posizioni non è così grave perché a separare le due coppie ci sono solo 16 centesimi. Fra le donne il bias è lievemente più alto, ma le due medaglie più pregiate sono andate comunque a Zagitova e Stanislava Konstantinova, solo Daria Panenkova, dalla classifica più bassa, avrebbe tratto un po’ di giovamento dalla generosità di Fomina.

Bias alto, ma posizioni invariate, nelle coppie alla Rostelecom Cup, suppongo fosse necessario un po’ di tempo per abituarsi al nuovo codice di punteggi. Anche al Campionato del mondo 2019 il bias di 5.74 punti nel libero, con la generosità riservata soprattutto per Zabiiako/Enbert, per Fomina autori del secondo programma e non del quarto, non avrebbe modificato la classifica.

Di nuovo bias alto nella gara femminile del World Team Trophy 2019. Il Giappone ha vinto l’argento con 104 punti, la Russia il bronzo con 102. Secondo Fomina nel programma corto la migliore è stata Elizaveta Tuktamysheva, non Rika Kihira, e Sofia Samodurova avrebbe meritato il quinto posto e non il sesto, con l’inversione di posti fatta con Mariah Bell. Sono due punti in più per la Russia, che sale a 104, uno in meno per il Giappone, che scende a 103, e le medaglie che cambiano colore. Da notare la distribuzione dei +4, e ancora una volta i components reali in rapporto con quelli di Fomina.

Non faccio un’analisi approfondita per le gare dell’ultima stagione non perché il bias sia basso o perché non abbiano cambiato colore diverse medaglie, ma perché ormai ho visto come giudica Fomina.

Nelle coppie a Skate Canada, bias di 9.26 punti, con l’oro vinto da Boiikova/Kozlovsky, Fomina avrebbe invertito le altre medaglie fra i canadesi Moore-Towers/Marinaro, che hanno vinto l’argento, e i russi Tarasova/Morozov. Sempre a Skate Canada, con Alexandra Trusova che ha fatto gara a sé, Fomina, il cui bias è stato di 9.65 punti, avrebbe assegnato il bronzo a Evgenia Medvedeva, che in realtà è arrivata quinta dietro a Young You e Bradie Tennell, mentre Serafima Sakhanovich sarebbe salita dall’ottavo al sesto posto.

Alla Cup of China, con bias di 9.51 punti e successo per Anna Shcherbakova mai in discussione, Fomina avrebbe fatto vincere l’argento a Elizaveta Tuktamysheva, facendole scavalcare Satoko Miyahara, e avrebbe fatto salire Sofia Samodurova dal quinto al quarto posto.

Alla finale di Grand Prix junior, bias di 8.68 punti, le russe sono arrivate prima (Kamila Valieva), terza (Daria Usacheva), quarta (Ksenia Sinitsyna) e sesta (Viktoria Vasilieva), per Fomina sarebbero dovute essere prima (Valieva, ok), seconda (Sinitsyna, + due posizioni), terza (Usacheva, ok, ma dietro a una connazionale e non a una statunitense) e sesta (Vasilieva, ok). Tra le senior, dove il bias è stato di 8.64 punti, le pattinatrici russe, nell’ordine Alena Kostornaia, Anna Shcherbakova e Alexandra Trusova, hanno comunque monopolizzato il podio, Alina Zagitova sarebbe salita dal sesto al quinto posto, scavalcando Bradie Tennell.

Fomina il pattinaggio lo conosce e potrebbe essere un ottimo giudice, se solo lo volesse. Peccato solo che per lei la patria venga prima della correttezza e della lealtà sportiva.

Nell’elenco che ho postato in alto ci sono altri due nomi, quelli di Maria Gribonosova-Grebneva e quello di Svetlana Kandyba, ma visto che questo post è già molto lungo guarderò il loro operato in un’altra occasione.

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2 Responses to National bias: Russia/2. Da Natalia Bogush a Elena Fomina

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