Amicizie e avversioni/2

Qualche giorno fa ho pubblicato un post dedicato ai giudici delle più importanti gare maschili senior nelle stagioni 2016-2017 e 2017-2018. Ho considerato le gare dai Callenger Series in su, quindi anche gare di Grand Prix, campionati continentali e mondiali, World Team Trophy e Giochi olimpici. Nel post di cui ho inserito il link ho spiegato come ho fatto a fare i calcoli, perciò ora non mi ripeto. Ora ho fatto lo stesso lavoro per le stagioni dalla 2018-2019 in poi, fermandomi al World Team Trophy del 2021. Nell’ultima stagione ho considerato solo Campionato del mondo e World Team Trophy, le altre gare avevano un campo di partecipazione troppo ridotto in quanto a nazionalità, sia dei pattinatori che dei giudici, perché un controllo di questo tipo avesse senso.

Non ho la pretesa di fare chissà quale rivelazione, e questi numeri non provano che sia stato fatto nulla di illecito. Anche nel caso di un giudice che assegna un voto totalmente non in linea con quello assegnato dagli altri giudici… è stato lui a sbagliare, o lo hanno fatto gli altri? È più probabile che a sbagliare sia un giudice solo, ma il fatto che lo stesso errore possa essere commesso da tutti i giudici è provato, per esempio, dalla finale di Grand Prix 2019.

Nel programma libero Nathan Chen ha inciampato nella sequenza coreografica. Nulla di terribile, non è caduto, però l’inciampo è chiaramente visibile. Eppure, se guardiamo i voti, vediamo che ci sono due +4 e sette +5. Il bullet 3 per la sequenza coreografica richiede esplicitamente effortless throughout with good energy, flow and execution, mentre il bullet 5 è excellent commitment and control of the whole body. Anche a voler accordare a Chen gli altri bullet, con un inciampo questi due bullet non ci sono, e visto che per un voto superiore al +3 il bullet 3 deve essere presente, da regolamento Chen non avrebbe dovuto ricevere nessun voto superiore al +3. Non solo. Lo stumble deve essere penalizzato con una deduction che va da -1 a -3. Anche ad applicare la detrazione minima, in quell’occasione il voto massimo possibile era +2. Tutti i giudici hanno sbagliato. Tutti. Suppongo stessero guardando il monitor per inserire i voti della trottola che Chen aveva appena eseguito, di fatto questo prova che tutti i giudici possono sbagliare e che non è detto che se un solo giudice assegna un voto diverso è sicuramente lui a essere in torto. Le gare vanno guardate, perché i voti non vengono assegnati a caso, o almeno spero. C’è un regolamento che ha precise richieste e precise detrazioni, e i voti dovrebbero essere assegnati in base a quanto fatto dai pattinatori.

Sapendo che questi numeri sono un punto di partenza, vediamo come si sono comportati i giudici che, nelle gare senior delle ultime stagioni, hanno giudicato in almeno sette programmi – almeno tre programmi corti e quattro liberi, o viceversa – i pattinatori di una specifica nazione. Comincio con gli screenshot dedicati alle classifiche di simpatia delle varie nazioni, il dato è più significativo se le gare giudicate sono tante. Proprio per capire se è un dato basato su tante gare oppure no ho indicato anche questo dato. Guardiamo, per esempio, l’Austria, secondo blocco di colonne. In questo periodo i giudici austriaci hanno giudicato quattro programmi corti eseguiti da un pattinatore coreano e tre liberi eseguiti da un pattinatore coreano. Non pubblico la somma del valore relativo alla distanza dal voto medio dei giudici coreani per una semplice ragione di spazio, nascondendo quel dato ho eliminato un terzo delle righe e ottenuto un file più compatto. Quale che sia il valore totale, che volendo chiunque può ritrovare con una semplice moltiplicazione, in media i giudici austriaci hanno assegnato ai pattinatori coreani 1.48 punti in più rispetto a quello che è stato il loro punteggio finale nel programma corto, 3.99 punti in più nel programma libero, 5.46 punti in più nel totale. Questo 5.46 mi tornerà utile più avanti. Visto che i programmi giudicati sono pochi il valore finale va preso con una certa cautela, è molto meno significativo del -3.31 per i pattinatori russi, che deriva da 14 programmi corti e 12 liberi, comunque è uno spunto da cui si può partire per ulteriori controlli. Un’ultima cosa: in rosso ho evidenziato quando i giudici hanno giudicato loro connazionali.

Questi elenchi contengono una serie di dati, ma fra i loro limiti vi è quello di essere un po’ dispersivi. Per questo ho fatto una tabella riassuntiva in cui ho inserito solo il dato finale, quello della differenza totale fra il voto assegnato dai giudici di una nazione e quello ricevuto dai pattinatori. Si tratta del 5.46 (o del -3.31) che citavo nell’esempio che ho fatto più in alto.

I colori, per lo più, sono gli stessi che ho usato nel post precedente: verde intenso per voti che superano quelli reali di almeno 4.50 punti, verde pallido per voti che superano quelli reali di un valore compreso fra 3.00 e 4.49 punti, scritte in rosso per voti inferiori rispetto a quelli reali di un valore compreso fra -0.01 e -2.99, casella rosso pallido per voti inferiori di un valore compreso fra -3.00 e -4.49 punti, rosso intenso per voti inferiori di oltre -4.50 punti. La diagonale (più o meno, mancano le righe di alcune nazioni perché i programmi giudicati erano troppo pochi per una statistica che avesse un minimo di senso) in giallo evidenzia quando i giudici hanno giudicato i loro connazionali, ho segnalato in grassetto i voti che superano di almeno 4.50 punti il punteggio reale.

Nella riga in alto alcune nazioni sono evidenziate in giallo. Sono le nazioni che invieranno un giudice alla competizione maschile dei Giochi olimpici. Allo stesso modo, nella colonna di sinistra ho evidenziato in azzurro le nazionalità di alcuni pattinatori. Sono le nazioni che hanno uno o più pattinatori qualificati per i Giochi Olimpici. Per la Turchia ho usato un azzurro diverso. La Turchia è la prima riserva, probabilmente un pattinatore turco andrà a Pechino perché il Comitato Olimpico svedese ha imposto ai suoi pattinatori di ottenere punteggi che difficilmente riusciranno a ottenere. Probabilmente non ci sarà il pattinatore svedese, ci sarà quello turco, ma visto che al momento non possiamo dire nulla con certezza ho evidenziato entrambe le nazioni.

Ci sono parecchie differenze fra la tabella dedicata al primo biennio e questa, segno che possono esserci, e ci sono, rivalità o simpatie legate a questioni politiche, ma che il sostegno a qualche specifico pattinatore può spostare gli equilibri. Quale pattinatore? Dipende da chi partecipa alla gara. Per esempio, non c’è dubbio che Salome Chigogidze sia un giudice molto patriottico, è stata persino sospesa per i voti che ha assegnato in alcune gare. Secondo me avrebbero dovuto sospenderla almeno quattro anni fa, ma lasciamo stare.

Morisi Kvitelashvili è salito per la prima volta sul podio di una gara di Grand Prix alla Rostelecom Cup 2018. C’erano diversi pattinatori più quotati di lui presenti, ma praticamente tutti hanno fatto pasticci e hanno buttato alle ortiche la gara. A vincere è stato Yuzuru Hanyu, nettamente il più forte nonostante l’infortunio alla caviglia destra subito qualche ora prima del libero. Dopo il programma corto Hanyu era in testa con oltre 20 punti di vantaggio sul secondo, e nel libero lui e Kvitelashvili sono stati gli unici a eseguire tre quadrupli. Nonostante una caduta e un altro paio di errori, Hanyu ha fatto gara a sé. Non ha ottenuto il miglior punteggio tecnico, sia Kvitelashvili che Andrei Lazukin hanno fatto meglio di lui, ma sui components non c’è paragone, e il vantaggio dopo il programma corto era davvero importante. Con il programma che ha presentato, quello che hanno presentato gli avversari e la differenza dopo il corto, non c’era modo perché Hanyu potesse non vincere la gara.

Perché sottolineo queste cose? Perché i giudici georgiani, Chigogidze e Yulia Levshunova (già tesserata per la Bielorussia, in ogni caso sempre molto fedele alla sua federazione), in genere sono particolarmente severi con i pattinatori giapponesi, al punto da rimanere al di sotto del punteggio finale, in media, di 4.54 punti. Ma sono sempre così severe con tutti? Non proprio. Questo screenshot deriva da SkatingScores:

In questo caso Chigogidze è stata la più generosa con Hanyu, gli ha assegnato 6.42 punti in più rispetto a quello che è stato il suo punteggio finale, ma la differenza nel punteggio fra Hanyu e Kvitelashvili è piuttosto ampia, quasi dieci punti sul singolo programma, quasi trenta (mancano pochi centesimi) nella somma dei due programmi, perciò i due pattinatori gareggiavano con obiettivi molto diversi. Però la differenza sul singolo programma fra Kvitelashvili e Kazuki Tomono non è così grande, sarebbe bastato poco a invertire le posizioni. Kvitelashvili ha ricevuto una chiamata di sottoruotato, Tomono tre, e una sul filo del flip. Poteva bastare una chiamata fatta in modo diverso dal pannello tecnico (la canadese Beth Crane, la croata Ivana Jakupcevic e il francese Fernand Fedronic) per avere una classifica del libero diversa, o voti nei components diversi, anche perché non sono sicura che ci fossero solo 1.14 punti di differenza a favore di Tomono nei components.

Cos’ha fatto Chigogidze? Non si è preoccupata di Hanyu, ritenendolo irraggiungibile, e si è concentrata, oltre che su Kvitelashvili, su Tomono. Il prossimo screenshot riunisce le tre fasi del mio calcolo del comportamento dei giudici nelle singole gare.

In alto vediamo di quanti punti i singoli giudici si sono discostati dal punteggio finale, preso da questa pagina di SkatingScores. Ho fatto questo controllo per tutti i giudici per tutte le gare, quando dico che per raccogliere i dati mi serve tempo potete immaginare perché. Ho evidenziato in azzurro i dati di Chigogidze relativi ai due programmi interpretati da Hanyu, Kvitelashvili e Tomono. In basso nello stesso schema, in rosa, c’è la differenza media. In questa gara Chigogidze è stata un giudice lievemente severo, il media ha assegnato ai pattinatori 0.93 punti in meno nel programma corto, 1.40 punti in meno nel libero. Per contro l’italiana Claudia Brambati è stata generosa con tutti. Fino a quando l’atteggiamento è lo stesso nei confronti di tutti i pattinatori è accettabile, anche se pure su questo dettaglio sarebbero necessarie alcune riflessioni, ma le farò in un’altra occasione. La presenza di Alexander Majorov nel mio elenco fra Kvitelashvili e Tomono non è significativa. Per comodità copio i nomi nell’ordine in cui li trovo quando inizio a lavorare sulla gara, cioè nell’ordine di classifica del programma corto. Majorov ha interpretato il terzo programma corto quindi si trova in quella posizione, nel libero ha aperto in volo diversi salti e si è eliminato da solo dalla lotta per le posizioni alte della classifica. In queste considerazioni lo ignoro.

Ho usato i colori per far vedere come ho importato i dati nel secondo schema. La differenza media, e le singole differenze, sono rimasti invariati. Ho fatto copia e incolla, perciò se non ho sbagliato a inserire i dati (se qualcuno dovesse vedere errori gli chiedo di segnalarmeli, in modo da poter fare le necessarie correzioni) quello che ne consegue è corretto. La seconda riga riporta la differenza media per giudice, uguale per tutti i pattinatori. Ora per ogni pattinatore ci sono tre righe perché in questo modo nella terza riga ho potuto inserire un’operazione: la variazione del singolo pattinatore (casella azzurra, 7.53 punti per il libero di Hanyu) a cui ho sottratto la variazione media (-1.40 punti nella colonna del libero giudicato da Chigogidze, +2.47, per esempio, per il libero giudicato da Brambati). Il risultato, casella gialla, mi indica se Chigogidze, rispetto ai suoi criteri, è stata severa o generosa con i singoli pattinatori. Con Hanyu lo è stata, 8.93 punti in più sono una differenza molto alta, che ci dice che non è che per principio Chigogidze odi i pattinatori giapponesi. No, le sue antipatie, come le simpatie, sono estremamente mirate, guardare il punteggio di Tomono per credere. Questo per dire che i valori medi sono valori medi, possono farci notare delle tendenze, ma le gare vanno sempre guardate nello specifico.

E, a proposito di specifico… c’è un altro dettaglio che ho notato guardando questa gara. Chigogidze ha sempre fatto del suo meglio per aiutare Kvitelashvili, abbastanza da meritarsi una sospensione che, almeno in quest’occasione, non è arrivata (chissà se il referee, la ceca Vera Tauchmanova, ha segnalato i suoi voti insoliti), ma per Chigogidze il migliore è stato comunque Hanyu. A ritenere che Kvitelashvili abbia eseguito il miglior libero, anche se di poco, è stata la russa Tatiana Sharkina, che ha aiutato il georgiano e penalizzato il giapponese. Quando dico che ogni tanto ho il sospetto che russi e georgiani abbiano interessi comuni… Fra l’altro Kvitelashvili è nato a Mosca e a Mosca si allena, fino alla stagione 2015-2016 è stato tesserato per la federazione russa, solo dalla stagione successiva ha iniziato a difendere i colori georgiani. Non è che i giudici russi lo sentano quasi come se fosse un loro connazionale? Ovviamente ho preso in mano il protocollo, versione SkatingScores, e tanto per cambiare mi sono distratta un attimo. Prima di tornare su Kvitelashvili guardo un solo dettaglio sul protocollo di Hanyu, e neppure uno di peso. Un voto scorretto è un voto scorretto, indipendentemente da quanti punti vengono spostati dall’errore.

Su quale base il giudice statunitense Deborah Currie ha assegnato un -4 all’axel? Non solo lei, anche Claudia Brambati e la canadese Lynne Dey, con un -3, e Chigogidze e la svedese Katarina Henriksson, con un -2, hanno assegnato voti che, regolamento alla mano, non avrebbero potuto assegnare. Hanyu avrebbe voluto eseguire un triplo axel, lo sappiamo tutti. Ha sbagliato, ha aperto il salto in volo e ha eseguito solo un singolo. Ok, l’errore gli costa tantissimo in termini di valore base, essendo nella seconda metà del programma passa da 8.80 a 1.21 punti. Ha sbagliato, è giusto che il punteggio ne risenta. Ma a livello di GOE cosa succede? Ho riguardato il programma prima di mettermi a scrivere, volevo essere sicura di ciò che avrei scritto. I bullet:

1) very good height and very good length (of all jumps in a combo or sequence)
2) good take-off and landing
3) effortless throughout (including rhythm in Jump combination)

4) steps before the jump, unexpected or creative entry
5) very good body position from take-off to landing
6) element matches the music

Il primo c’è? Non lo so, dalle immagini non lo capisco. Facciamo che non c’è. Il secondo c’è, sia lo stacco che l’atterraggio sono impeccabili . +1. Il 3 non c’è, quando Hanyu è per aria succede qualcosa, probabilmente non assume subito la posizione corretta, si scompone e trasforma il salto in un singolo. Il 4 c’è, il salto è preceduto da una controvenda. +2. Quello è il salto che, per definizione, è preceduto da un passo. Il 5 non c’è, si scompone in fase di volo. Il 6… parliamone. Abbiamo idee diverse di salto eseguito sulla musica? Ok, facciamo che non c’è. Si parte da +2 e si applicano le deduction.

Con tutto il miglio impegno, io vedo una sola deduction applicabile, quella per Poor speed, height distance, or air position. In aria si è chiaramente scomposto. Secondo me meriterebbe un -1, ma anche un -3 è corretto. Partendo da +2 (ma se si assegna anche il bullet 6 si parte da +3, quindi il voto del giudice giapponese Tomie Fukudome rimane corretto), significa che i voti possibili vanno da +1 a -1. Anche senza considerare il bullet 2, che è presente, sotto il -2 finale non si può scendere. Il -4 di Currie, ma anche i -3 di Brambati e Dey, non possono essere giustificati in nessun modo.

Fine della divagazione, torniamo a Kvitelashvili. Nei GOE Chigogidze e Sharkina sono state tendenzialmente sul generoso con Kvitelashvili ma la cosa non è così eclatante. Nei components però la differenza è notevole. Togliendo loro due, e i voti più severi – che in questo caso sono stati tutti assegnati dal giudice tedesco Anja Rist – il punteggio di Kvitelashvili scende di quasi un punto. Avere non uno ma due giudici amici fa sì che sicuramente i voti di uno dei due entreranno nel calcolo finale, e fa anche spiccare meno i voti del giudice che ha lo stesso passaporto del pattinatore

Chigogidze e Sharkina non hanno cambiato la composizione del podio, la differenza nel programma corto era abbastanza importante da far sì che Kvitelashvili meritasse davvero il secondo posto, Tomono il terzo, ma questo modo di assegnare i voti va tenuto sotto controllo e, nei casi più eclatanti, dovrebbe portare alla sospensione. Anche alla sospensione di un’intera federazione, se assegnare voti particolari è un’abitudine diffusa fra i suoi giudici.

Mi allontano dalla Rostelecom Cup 2018 e torno al mio schema. Stavolta cancellando tutti i dati non particolarmente rilevanti e guardando lo scambio di favori è emersa una sola amicizia, quella fra Cina e Taiwan, e in questo caso sono assolutamente convinta che alla base ci siano motivazioni politiche e non sportive (del resto la Russia per lo più va d’accordo con gli stati della defunta Unione Sovietica, ma non con l’Ucraina). Ciò che è emerso di più sono tre antipatie.

Un’altra cosa emerge, come se non fosse emerso da controlli fatti in modo diverso: il national bias. Chigogidze è stata sospesa, Levshunova ne avrebbe un gran bisogno, a quando una sospensione per qualche giudice israeliano? Ma anche per giudici lettoni, italiani, svizzeri, svedesi, messicani, bielorussi, francesi, tedeschi e statunitensi. Non tutti indistintamente, vanno guardate le singole gare e i singoli giudici, ma se una nazione ha voti medi molto alti significa che i giudici scorretti sono diversi.

I miei schemi dicono di quanto i giudici di una singola nazione si sono discostati dal punteggio reale ottenuto dai pattinatori delle varie nazioni. Al momento non ho guardato i singoli pattinatori, probabilmente con loro guarderò le varie gare e non la media generale. Il caso del diverso comportamento di Chigogidze con Hanyu e Tomono in una singola gara sottolinea la necessità di uno sguardo ravvicinato. Però questo è qualcosa che devo ancora decidere. Ora ho fatto un altro controllo lavorando ancora un po’ con questi dati. Nel vecchio post avevo guardato un biennio, in questo ho guardato questo quadriennio. Affiancarli è stata la naturale conseguenza. Per problemi legati alle dimensioni pubblico lo schema in due screenshot diversi. Per i giudici di ogni nazione ci sono due colonne. Quella di destra contiene i dati delle stagioni 2016-2017 e 2017-2018, quella di sinistra, in corsivo, i dati delle stagioni successive.

Quando ci sono troppi dati notare le cose importanti diventa complicato. Ho cancellato il cambio di atteggiamento e conservato in uno schema più piccolo solo le tendenze che si sono protratte nel tempo. Nel primo biennio i giudici cechi erano stati severi con i pattinatori cinesi, negli ultimi anni sono stati generosi, ho cancellato i dati di entrambe le caselle. D’altra parte sono stati sempre lievemente generosi con i pattinatori russi, e anche se siamo nell’ambito delle variazioni accettate questi dati li ho tenuti. Ho guardato l’atteggiamento generale, anche se a volte è legato a numeri bassi. Alcune righe o colonne, e quindi alcune nazioni, sono sparite per mancanza di dati, vedi per esempio l’Uzbekistan che, dopo il ritiro di Misha Ge, non ha più avuto un pattinatore, né un giudice, presente nelle più importanti competizioni maschili. Questo è il risultato:

In questo modo è facile vedere, per esempio, che i giudici francesi tendono ad avere in simpatia i pattinatori statunitensi, pur rimanendo entro limiti accettabili, e che trovano ancora più simpatici i pattinatori coreani. D’altra parte non amano i pattinatori canadesi e tanto meno quelli georgiani, con cui sono ben oltre i limiti di quanto è accettabile. La seconda parte dello schema:

Le ultime tabelle, in attesa di dare qualche sguardo ravvicinato a qualcuno, riguardano i giudici e i pattinatori delle nazioni che saranno presenti ai Giochi olimpici. Tutti i giudici, anche quelli che a Pechino non ci saranno di sicuro perché non hanno la qualifica giusta. La prima tabella contiene tutti i dati, la seconda solo quelli relativi a una tendenza, positiva o negativa non ha importanza, che si è protratta nel tempo.

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